Era pomeriggio e un gruppetto di otto amici passeggiava al solito parco del paesino.
<<Che ne dite di cenare al Mc Donald's?>> chiese Jack, il più solare.
<<Per me va bene>> rispose Heidi mentre si legava i capelli arancioni di mezza misura in un codino basso. Era una ragazza a cui l'unico interesse era mangiare, nonostante ciò aveva un medio peso, perciò non ingrassava granché.
Non era interessata a relazioni ma era comunque particolarmente sociale.
<<Ragazzi, io ho un impegno stasera>> intervenne Romeo.
<<Che genere di impegno?>> chiese Ava giocherellando con una ciocca di capelli a farfalla, corti e biondi davanti e lunghi e castano chiaro a scendere dietro.
<<Devo lavorare su un mio esperimento, devo anche cercare qualcuno che faccia da cavia>>
<<Esperimento? Che sei, uno scienziato?>> ridacchiò Jack.
<<Sì>>
L'amico sgranò gli occhi.
<<Ma tu lo sapevi?>> chiese riferendosi a Evan, l'amico considerato il più intelligente del gruppo. O forse era solo il resto del gruppo ad essere troppo stupido.
<<Si, lo aveva accennato>> intervenne la sorella gemella di Jack, Katy, l'ultima ad essersi aggiunta al gruppetto.
Questo così si voltò verso gli altri, che annuirono a loro volta.
Romeo si schiarì la gola come per farsi sentire: <<come dicevo, mi serve qualcuno su cui provare questo mio esperimento.>>
<<Ci vuoi usare come cavia per caso?>> sbottò Evan.
<<Non è nulla di che, potete fidarvi di me>> rispose Romeo con aria sicura di sé.
<<Dai, mi propongo io>> si fece avanti Jack.
Evan li guardò con aria diffidente. <<Fate come meglio credete>> mormorò.
<<Allora facciamo domani per il Mc Donald's?>> chiese Tom.
Romeo, offeso da quel disinteresse verso il suo lavoro, finse di non sentire.
<<Suppongo di si>> rispose al posto suo il gemello di Tom, Jerry.
<<Ci vediamo direttamente a casa tua? Verso le sette? Sono curioso di vederti all'opera, scienziato>> s'intromise Jack, dando una pacca amichevole sulla spalla dell'amico.
<<D'accordo>> rispose Romeo, quasi fiero di sé. Jack riusciva sempre, in qualche modo, a risollevare l'umore dei suoi amici. Sapeva come ci si sentiva a essere esclusi e faceva di tutto pur di farli sentire speciali.Arrivata la sera, Jack guardava curiosamente Romeo, che stava preparando gli attrezzi ideali per l'esperimento.
<<Che devo fare?>> chiese Jack spostando i suoi occhi gialli sulle mani.
<<Mettiti qua>> e indicò la sedia accanto al banco da lavoro.
Jack osservò l'amico: indossava una cuffietta trasparente sopra i corti capelli neri, degli occhiali protettivi che coprivano i suoi occhi azzurri e un camice bianco troppo stretto per la sua corporatura, che andava sul medio peso.
Non seppe a cosa servisse esattamente la cuffietta, ma si fidava di lui.
Dopo un po' sentì qualcuno bussare alla porta. Romeo sbuffò: <<minchia>> si lamentò ad alta voce.
<<Papà, che stai facendo?>> chiese una ragazza, affacciandosi alla porta. Jack intuì avesse intorno ai quindici o sedici anni: aveva i lunghi capelli castani scuro, con riflessi color nocciola, di cui un ciuffo copriva un occhio, mentre l'altro era tenuto sù da un fermaglio a forma di fiore di lino a sua volta azzurro, come il colore dei suoi occhi.
<<Tesoro, sto lavorando>> disse senza distogliere lo sguardo dal proprio lavoro.
<<Posso andare dalle mie amiche?>>
<<Vai vai>> rispose gesticolando con la mano.
Questa sorrise e chiuse la porta.Ad una certa, Romeo staccò un capello castano chiaro dalla chioma disordinata di Jack, che imprecò.
Passò qualche minuto, finché Romeo finalmente si voltò con un'aria soddisfatta.
<<Perfetto, bevi questo>> e gli porse un vasetto contenente una sostanza rosso scuro.
Obbedì e la bevette in un sol sorso. Tossì. <<Bleh>> protestò facendo una smorfia, facendo scoppiare Romeo in una risata esplosiva.
Jack si guardò attorno per qualche secondo, dopodiché inarcò un sopracciglio.
<<Bro, mica fa effetto subito, devi aspettare un po'>>
<<Che palle, ma cosa dovrebbe succedermi?>>
<<Lo vedrai, lo vedrai.>>
Jack osservò l'orologio a lancette che aveva sul polso.
<<Si è fatto tardi, meglio che inizi a tornarmene a casa, altrimenti mia madre m'ammazza>>
<<Va bene, allora ci vediamo domani, fammi sapere tramite messaggio se hai qualche strano sintomo>>
E si salutarono.Bussò alla porta di casa e qualcuno aprì delicatamente, era Elise, che lo fissava con aria assonnata. Era un anno più piccola di Jack, perciò diciassette anni, ma sembrava più grande e matura di lui.
<<Non fare confusione, Ash, Katy, Denise e mamma dormono.>>
Jack imitò con la mano la chiusura della bocca in una cerniera.
Si sdraiò sul letto. Ancora nessun sintomo particolare. Eppure erano passate già tre ore.
Prima di tornare a casa si era fermato in un bar a sgranocchiare qualcosa e aveva perso tempo nel chiacchierare con dei tizi lì presenti. Non era tipo da alcol, infatti molti lo stuzzicavano per questo.
Guardò un film su Italia 1, dopodiché si addormentò.
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Il clone
Science FictionUno scienziato sbadato fa un imprevisto incidente, creando un clone del suo migliore amico Jack. Sua figlia, con le sue amiche, vogliono prenderselo per scopi anonimi. Lo scienziato è obbligato a uccidere il clone accidentalmente creato. Evan, uno f...