- Capitolo 2 -

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Era mezzanotte, ormai ognuno era a casa propria, compreso Romeo
<<Sono tornato>> annunciò mentre entrava.
Nessuna risposta.
<<Fiore?>>
Perlustrò la casa, allarmandosi sempre di più a ogni stanza vuota che apriva.
<<A quest'ora doveva già essere a casa.>>
Rimase con una mano appoggiata sulla fronte per qualche secondo, dopodiché corse al telefono per avviare una videochiamata di gruppo.
<<Che è successo?>> chiese Heidi con la voce impastata dal sonno.
<<Ho perso mia figlia>>
<<COME?>>
<<In che senso?>> chiesero allarmati Tom e Jerry.
<<Venite, così vi spiego meglio.>>
Gli amici lo raggiunsero in pochi minuti.
<<Come hai fatto a perdere tua figlia?>> chiese Evan esasperato.
<<Di solito torna verso le sette>>
<<Ma allora non l'hai persa>> disse Katy.
<<Ti ha detto dove andava?>> chiese Evan.
<<Dalle sue amiche>>
<<Magari starà dormendo da loro>> intuì Ava.
<<Minchia vero!>> esclamò Romeo.
Uscirono dalla casa per raggiungere quella delle amiche della figlia.

Fiore sentì delle voci familiari provenire da fuori. Sgranò gli occhi e afferrò velocemente la giacca.
Il panico aveva avuto il sopravvento, facendole tremare le mani.
<<Merda, non mi ero accorta dell'orario>> mormorò. <<Meglio che vada.>>
Matilde e Giusy la salutarono, questa uscì correndo.
Suo padre e il suo gruppetto erano lì.
<<Ciao papà>>
<<Oh, menomale, sei qui>>
<<Dove pensavi che io fossi?>> chiese con un sorriso forzato. Fortunatamente non si erano accorti di niente, tranne che per il ragazzo con l'aria intelligente, che la fissava sospettoso.
Romeo abbracciò la figlia piagnucolando. Da quando aveva divorziato da sua moglie, lei aveva solo cinque anni e il loro rapporto era migliorato.
<<Ci hai fatto svegliare e fatti arrivare fin qui per nulla?>> si lamentò Tom.
<<Avevo paura di uscire al buio da solo>> borbottò timidamente lui.
<<Ma allora potevi chiamare solo uno di noi, non farci venire tutti>> lo informò Evan.
Erano tutti in pigiama, eccetto per Romeo, che indossava una maglietta nera a maniche corte.
<<Possiamo tornare a casa adesso?>> chiese sbadigliando Jerry.
<<Ma io non ho sonno>> mormorò Heidi.
<<Facciamo una partita ad Alien Isolation?>>
<<A casa tua?>>
<<Aggiudicato.>>
Il resto del gruppo tornò ognuno alla propria dimora, mentre la partita di Heidi e Romeo sostituì il sonno, rubandolo così anche a Evan, vittima di due amici che giocavano a giochi horror nonostante sapessero di essere troppo fifoni.
Ma non era la prima volta che succedeva, ormai ci aveva fatto l'abitudine.

La mattina seguente, il gruppo si riunì al parco come praticamente ogni giorno.
In piedi sul prato, scherzavano fra loro. Evan continuava a fissare Jack.
<<Romeo, tu quel giorno sei sicuro di non aver commesso errori?>> domandò Evan.
<<Quando?>> chiese a sua volta lui.
Sospirò spazientito.
<<Quando hai ucciso il cosiddetto "clone">>
<<Ancora con questa storia?>> chiese Jack seccato.
Evan si girò verso di lui. Lo fissò per qualche secondo.
<<Io sono sicuro di quello che dico>>
<<Ma non sono un clone>>
<<E come lo dimostreresti?>>
<<Con le capacità di Romeo.>>
A questo punto Evan lo spintonò, facendolo arrivare a terra.
<<Evan!>> sbottò Katy, preoccupandosi per suo fratello. Questo osservava stranito l'amico di fronte a sé.
<<Se volete continuare a farvi prendere per i fondelli fate pure, io non ho intenzione di proseguire con questa pagliacciata>> e si allontanò.
<<Ma perché continua a insistere?>> chiese Tom.
Romeo alzò le spalle. Katy nel frattempo aiutò Jack ad alzarsi.
<<Stai bene?>>
<<Si, tranquilla>> rispose lui.
<<Dovremo andare a parlargli?>> chiese Ava, osservando il punto da cui Evan se n'era andato.
<<Ora come ora è accecato dalla rabbia, peggioreremo soltanto le cose andando da lui>> rispose Katy.
Seguì un silenzio imbarazzante, le scarpe erano diventate tutte d'un tratto interessanti.
L'aria era fredda e il vento soffiava sulle foglie degli alberi accanto alle panchine, d'avanti cui si trovavano loro.
<<Mangiamo a casa mia?>> propose Romeo.
<<D'accordo>> rispose Heidi.
S'incamminarono verso il luogo deciso, riprendendo a scherzare fra loro.
Arrivati a destinazione, Romeo li fece accomodare nel tavolo della cucina, dopodiché si diresse al magazzino e tornò con uno zaino.
<<Li ho preparati ieri, assaggiate e ditemi che ve ne pare>> chiese con aria scaltra.
Si presero tutti un panino ciascuno. Fecero per addentare, finché Romeo si accorse che qualcosa non andava. I panini erano colorati, non come dovevano essere normalmente.
<<Aspettate! Questi sono i miei panini-esperimento, ho sbagliato zaino!>> li avvertì.
Heidi ormai aveva ingoiato il primo morso.
<<Merda>> mormorò lei, iniziando a impanicarsi. Romeo appoggiò le mani sulle spalle di Heidi, perlustrandola.
<<Non ricordo nemmeno per cosa li avevo progettati>> disse mettendosi mani sui capelli.
<<E se muoio?>>
Romeo piagnucolò con lei, abbracciandola. I due avevano un legame talmente profondo che spesso la gente li scambiava per fidanzati. Quando in realtà Romeo aveva già una cotta per qualcun altro e Heidi era appunto aromantica.
<<Vuoi mangiare qualcosa al Mc Donald's? Magari ti tranquillizzi>> propose Katy, mettendole una mano sulla spalla.
Caratterialmente era molto simile a Jack, entrambi erano gentili e comprensivi, solo che lui in confronto pensava di più alle conseguenze. Katy era anche un po' più irascibile, di certo non superava i livelli dell'altra sorella Denise.
Heidi annuì. Romeo si staccò da lei e si fece serio.
<<Così avrò il tempo di studiare il panino-esperimento a cui hai dato un morso>>
<<Non è meglio avvertire Evan?>> intervenì Ava.
<<Vacci tu>> rispose Katy.
Ava sospirò e si diresse verso la casa dell'interpellato. Tornò in meno di mezz'ora con Evan accanto che li osservava a braccia conserte.
<<Seriamente, ma come fate a essere così stupidi?>> chiese lui.
E così andarono al Mc Donald's. Evan ebbe la sensazione che si fossero già dimenticati del problema di Heidi.

Ordinarono le stesse cose dell'ultima volta in cui erano venuti. La cameriera, così come l'altra, li fissò confusa.
<<No, non la stanno prendendo in giro>> la informò Evan.
Questa si allontanò lentamente, scosse la testa e aumentò il passo.
<<È da quando siamo partiti che non parli, va tutto bene?>> chiese Evan, rivolgendosi a Jack.
<<Si, sono solo un po' stanco>> rispose lui.
Evan lo fissò per qualche secondo, poi si voltò.
Il cibo arrivò in un'ora. Ognuno si prese il proprio vassoio e cominciarono a mangiare, Heidi finì per prima nonostante il cibo in quantità. Katy notò subito il modo in cui Heidi fosse dimagrita tutta in una volta.
<<Stai bene?>> chiese, scrutandole la pancia.
<<Si, perché?>> domandò questa, visibilmente confusa.
<<Non senti qualcosa di strano?>>
Heidi si controllò dappertutto, poi lo notò.
<<Ehi, ma perché sono calata di peso?>>
A questo punto Romeo li raggiunse, tenendosi le mani alle ginocchia con il fiato corto e la camicia bianca zeppa di sudore. Alzò un dito in segno d'attesa.
<<Ho capito>> esordì. <<Per dirla breve, più mangia più dimagrisce, potrebbe costarle la vita.>>
Ava le mise una mano sulla spalla. <<Hai trovato una soluzione?>>
<<Per fortuna tempo fa avevo già progettato la cura, sempre sotto forma di panino.>>
<<Quindi ho mangiato per nulla>> borbottò Heidi. <<Poveri Hamburger.>>
<<Seguitemi>> e li guidò nel suo laboratorio.
<<Jack l'avrebbe consolata>> pensò fra sé e sé Evan. Aveva anche notato la difficoltà con cui sollevava il panino: si stava indebolendo.
Arrivati nel luogo prefissato, Romeo porse il panino ad Heidi.
<<Non è un altro di quelli letali, vero?>> volle assicurarsi.
Lui scosse la testa. E allora Heidi lo addentò.
La guardavano tutti con ansia. Passavano i secondi, che sembravano minuti.
<<Stasera mangiamo una pizza? Così vediamo se ha fatto davvero effetto?>> propose Tom.
Accettarono tutti.

Arrivata la sera, il gruppo si strafogò di cibo e il peso di Heidi tornò normale.
Vedendo ciò, si presero anche il dolce. E man mano anche Katy si accorse del modo in cui il fratello si sforzava nel sollevare la fetta di pizza. Lui continuava ad insistere che fosse solo stanco, ma Evan notò subito ci fosse qualcosa di strano dal tono con cui lo diceva.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 01, 2023 ⏰

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