"Grazie" disse Tommaso poggiandosi sul letto di Roberto facendo un piccolo rumore sulle toghe. "Figurati" gli sorrise poggiando le borse che aveva accanto alla scrivania. "Tua madre è stata davvero gentile" continuò "Come si chiama?". Roberto si scompigliò i capelli "Ivana" Tommaso rise e lo guardò. "È una bella donna". Roberto scoppiò a ridere "Mio dio, sei la 20 esima persona che me lo dice" disse sedendosi anche lui sul letto accanto a Tommaso. "Perché è vero!” esclamò.
La mamma di Roberto era davvero simile a lui, una donna adulta, con dei lunghi capelli ricci e rosso scuro, con alcuni rasta tra i boccoli, gli occhi verdi e le sua pelle quasi sempre abbronzata aveva lentiggini e qualche ruga sul viso. Indossava capi sempre colorati, gonne lunghe, e piena di gioelli. Aveva una passione smisurata per i gatti, e tutte quelle cose che si fanno con incensi, meditazioni e cristalli. Una donna sola e tutto fare, passava dal cucinare piatti squisiti a riparare il tubo del lavandino, lavorava davvero tanto ma era sempre inspiegabilmente disponibile a qualsisi cosa gli chiedessi, indipendentemente da chi tu fossi. Era solare e piene di idee, guardava sempre il lato positivo e insegnava ai suoi a figli fare lo stesso. Mentre i due parlavamo un bambino di 7-8 anni sguizzò in camera di Roberto aprendo la porta socchiusa e saltandogli adosso. "Robby, sei tornatoo! Mamma mi ha comprato gli spinaci” disse saltellandoli attorno. Tommaso alzò un sopracciglio, era il primo bambino che sembrava così entusiasta degli spinaci "Hai visto? Farà sicuramente quel tortino squisito che ti piace tanto" gli disse mentre raccoglieva i capelli rosso fuoco del fratello vicino al suo orecchio. "Chi sei?" chiese improvvisamente il piccolo guardando Tommaso. "Ciao, sono Tommaso un amico di Roberto, tu?" chiese gentilmente il moro abbasandosi. "Mi chiamo Francesco e sono il fratello di Robby!" disse mostrando un sorriso sdentato con tanto di fossette e rughette intorno agli occhi marroni. "Piacere di conoscerti" gli rispose, Francesco poi inclinò la testolina. "Hai i capelli ricci…come Roberto” disse toccandoli i capelli. *Francesco! Non si toccano le persone che non conosci bene!” lo riprese "Scusa!" disse saltando leggermente e sorridendo imbarazzato. Tommaso lo guardò "Non ti preoccupare!" esclamó. Poi Roberto disse al fratello "Dai vai ad aiutare la mamma". Il piccolo annuì "Va bene…ciao tommy!" disse salutando con la mano il moro che di rimando lo salutò a sua volta.
"Tuo fratello è adorabile!" concluse Tommaso "È una peste" disse ridendo "Si vede che gli vuoi bene…avete un bel…rapporto a differenza mia…". Si incupì un po e l’altro se ne accorse "Tommaso….sei sicuro che vuoi parlarne? Non importa" ma Tommaso scosse la testa "Non è giusto" mormorò "Ti ho risposto male e non te lo meriti non sei tu il problema!" continuò più deciso "Va be" disse Roberto. "Prima…posso…vuoi qualcosa?". Chiese improvvisamente ricordandosi che era pur sempre un ospite. "No…grazie davvero" sorrise. Allora Roberto si ricompose "Va bene" allora Tommaso prese un po’ di fiato, e pensó a cosa dirgli prima, poi optó per la scelta migliore. "Qualche anno fa ebbi…questo ragazzo…." il suo umore cambiò totalmente "E…insomma andavamo d’accordo…stavamo bene". Roberto annuì "poi…bhe…non ci siamo più visti, sono successi un sacco di casini, e io ho detto tutto a mia sorella, era l’unica persona con cui potevo sfogarmi, e lei mi aveva capito. Per questo quando è stata lei ad aprire di nuovo tutto questo…". Poi cambiò il discorso "Per me è davvero difficile parlare di questo, perché dovrei ammettere che a me piacciono…" sospiró lasciando cadere la parole. "I ragazzi?" chiese Roberto. "Si ma…non solo…non mi piaccioni SOLO i ragazzi" sottolineò e Roberto annuì. "Perciò la gente non capisce, inizia a parlare a parlare e non smette mai capisci?". Roberto capiva, lo capiva tanto. "Perciò quando la cosa si sepellì stavo bene, pensavo alla mia vita allo sport a Luca..". Roberto alzò le sorpracciglia "Il mio migliore amico… il ragazzo.. si insomma lui…e mi sono fidanzato". Il rosso smise di ascoltare, ovviamente lo sapeva ma per un attimo ci aveva sperato. "Sei fidanzato?" chiese piano "Si …con Sarah". Tommaso sorrise "e mi fa stare bene…credo" mormorò piano, poi continuò "E ora invece è tornato tutto a galla e mi sento morire sul serio". L’altro rispose "Tommaso posso farti una domanda?". Roberto si radrizzò "Ti piaceva la vita di prima?". Tommaso rimase leggermente spiazziato "Quella in cui nessuno sapeva nulla?" chiese, Roberto annuì, Tommaso respirò e ci pensò su. "Onestamente" continuò "sono stato bene solo quando stavo con lui, il primo e dopo è stato/è un disastro". Disse sinceramente "Mi sento come se la mia vita fossero granelli di sabbia che sfuggono dalla mie mani". Roberto lo guardò vedendo il suo sguardo sul pavimento mentre faceva cadere le mani per mimare quello che stava dicendo. "Non so…penso che avrei voluto che fosse successo diversamente. Non pretendevo che fossimo insieme tutta la vita, ma lasciarci in un modo" ci pensò su "semplicemente diverso" ammise. Onestamente non sapeva il perché stesse dicendo tutte quelle cose a Roberto, ma le parole gli stavano uscendo naturali come un fiume in piena che straripa dei bordi, non ne aveva mai parlato così tranquillamente con qualcuno, aveva sempre avuto paura che l’interlocutore lo giudicasse anche con un semplice sguardo, ma in realtà Roberto non ebbe quella reazione, non disse nulla non lo giudicò e lo guardò come se stesse parlando di un qualsiasi problema semplice, lo stava solo ascoltando, qualcosa a cui Tommaso non era abituato.
Roberto era solare, era una persona a cui tu diresti i tuoi più grandi segreti perché consapevole che non lo direbbe a nessuno. Non è quel tipo di persona che fa gossip, che racconta tutto o che usa a suo piacimento i tuoi scheletri nell’armadio, non lo fa perché ha quell’aria di qualcuno che ci è passato. Non lo racconta facilmente forse non lo sa nessuno, ma la vita delle persone solari non è mai stata così semplice come loro appaiono agli altri, c’è sempre in quello sguardo quel pizzico di dolore, che solo gli ottimi osservatori notano. E Tommaso gli aveva notati quegli occhi, che sembravano sempre felici solari, senza problemi, ma come può un uomo non avere problemi? Tutti gli avevano ma alcuni si lamentano, altri fanno finta che i problemi non ci siano, altri semplicemente non li considerano problemi e infine ci sono persone che mettono davanti alla loro vita i problemi degli altri, poi loro, perché la cui filosofia di vita è sempre "C’è chi sta peggio” e Roberto era quel tipo di persona.Tommaso quindi semplicemente si confidò, gli racconto qualcos’altro della sua vita incasinata, gli parlò della sua ragazza, gli raccontò qualcos’altro della sua vecchia vita. Gli parlò anche del suo migliore amico Luca, a cui avrebbe davvero voluto ricucire i rapporti come quando erano piccoli ma chissà per quale motivo, si erano un po’ allontanati come se qualcosa gli avesse spinti a essere persone sole. Roberto ancora una volta lo ascoltava, come farebbe un bravissimo psicologo o semplicemente un amico. "Ti senti meglio adesso?" chiese il rosso, Tommaso lo guardò. "Si…si davvero" sorrise sinceramente e Roberto a sua volta sorrise. "Non so cosa dirti..sei stato così gentile con me" mormorò piano il moro "Grazie". Le guancie di Roberto si colorarono di rosa chiaro ."Non devi ringraziarmi" parlò piano "L’importante che tu stia bene" lo guardò ancora poi distolse lo sguardo. "Mi è davvero dispiaciuto vederti così, oggi". Le sua parole uscirono tranquille, quasi con una punta di vergogna. "Ma" terminò "tutti abbiamo giorni no" alzò le spalle, Tommaso sorrise a annuì. "giusto" sorrise "giusto" continuò Roberto.
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In his green eyes
Teen Fiction"Cosa ci fai d'avanti al David?" mormoró Roberto "Mi mancavi" gli rispose Tommaso.