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"Esci da questo fottuto bagno" urlò per la decima volta sbattendo forte il palmo della mano sulla porta "porca puttana Zenzola, devo uscire tra venti minuti"
"Non ti agitare già di prima mattina" rispose l'altro di rimando da dentro il bagno "e non essere scurrile"
Christian sbuffò dall'esasperazione, gli sembrava di vivere in un incubo, erano solo al secondo giorno di convivenza e Mattia l'aveva già fatto uscire dai gangheri una ventina di volte. L'ultima volta era stata la sera prima, quando il biondo si era proposto di cucinare, sorprendendolo per tanta gentilezza. Alla fine venne fuori che la cena consisteva in una specie di mangime per uccelli, "si chiama farro, è salutare" aveva detto con quella sua voce irritante, mentre Christian aveva guardato il piatto disgustato. Dopo averlo accusato di volerlo uccidere per avvelenamento o per stenti, il moro si era fatto un piatto di pasta ed era riuscito a cenare solo alle dieci inoltrate.
"Primo, se mi agito è solo colpa tua e secondo sono maggiorenne quindi dico quel cazzo che mi pare" sbraitò riprendendo a colpire la porta.
Dopo poco sentì la chiave girare e la porta si aprì rivelando un Mattia gocciolante e con solo un asciugamano bianco mollemente appoggiato sui fianchi.
"Ecco sono uscito, contento ora, zuccherino?" ridacchiò rimanendo in piedi davanti a lui.
Lo sguardo di Christian si soffermò su una gocciolina che stava scendendo lentamente lungo il suo petto, sempre più giù, fino ad arrivare sul bacino e appoggiarsi su quell'asciugamano che stava su davvero per miracolo. Sarebbe bastato uno sfioramento e...
Riprenditi, cazzo.
Christian si fiondò all'interno del bagno sbattendo forte la porta, mentre l'altro si mise a ridere per la reazione che si era reso conto di aver provocato. Si appoggiò alla parete e prese un respiro profondo: non poteva andare avanti così.
"Sono in un fottuto ritardo" urlò entrando in cucina alla velocità della luce, lo zaino buttato alla rinfusa sulla spalla e due quaderni appoggiati al braccio. Recuperò al volo una merendina sotto lo sguardo perplesso di Mattia che stava facendo una colazione con i fiocchi a base di caffè, succo d'arancia e frutta fresca.
"Ti fa male quella roba" buttò lì in tono piatto squadrandolo mentre si riempiva una tazza di caffè.
"Non sono cazzi tuoi" replicò stizzito con la bocca piena "e mettiti addosso qualcosa per la miseria" aggiunse con aria esasperata prima di trangugiare il caffè in un sorso e correre fuori tra i risolini di Mattia.
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"Ehi Chri" esclamò Alex allegramente, dopo avergli aperto la porta.
Cosa cazzo c'è da essere allegri?
"Guarda te se devo ritrovarmi a bussare a casa mia" borbottò guardandolo in cagnesco per poi oltrepassarlo con aria incazzata.
"Mmm ti ho detto che puoi venire quando vuoi" replicò l'altro.
"Ci mancherebbe, questa è casa mia" puntualizzò di nuovo "comunque devo solo prendere dei libri che ho lasciato qua, poi me ne vado"
L'altro alzò gli occhi al cielo.
"Non posso credere che tu sia ancora arrabbiato con me per questa cosa"
"Non puoi crederci? Mi hai costretto a vivere col nemico" esclamò "pensavo fossi mio amico e invece mi hai pugnalato alle spalle"
"Non ti ho pugnalato alle spalle, io e Luigi dovevamo fare qualcosa" spiegò.
"Potevi almeno parlarmene prima" Christian abbassò lo sguardo, deluso.
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Con te ho ignorato i segnali di pericolo - Zenzonelli
Teen FictionChristian odia solo due cose: il lunedì e Mattia, il suo vicino di casa che ascolta Justin Bieber a tutto volume. - Questa storia non mi appartiene, l'ho solo riadattata e rivisitata. La storia originale è "With You I Ignored The Warning Signs [Fenj...