L'unica cosa positiva tra tutte quelle che Eleonora mi stava elencando, era l'imminente fine della scuola. Delle feste sulla spiaggia, dei ragazzi e di quell'oca della Caterina Marivo, che era riuscita per l'ennesima volta a spezzare il cuore di Daniel Luni, potevo farne benissimo a meno. Anche perché di cose a cui pensare ne avevo già abbastanza senza dover aggiungere tutte quelle cretinate.
Innanzitutto dovevo trovare un modo di non farmi rimandare; in tal caso avrei passato un'estate da inferno.
Poi, dato che la mia insegnante di danza non ammetteva nessuna assenza alle sue lezioni, avrei dovuto studiare la sera ad orari imbarazzanti, cosa che non mi andava a genio.
Togliendo questo, la mia era una vita apparentemente tranquilla.
Non ero mai stata una persona stravagante o anticonformista, ma bisognava riconoscermi l'enorme e a detta mia terribile tendenza all'isolamento e al menefreghismo.
Di amici ne avevo, anche fin troppi, ma ero già tanto se mi ricordavo i loro nomi. In più non adottavo un atteggiamento esattamente aperto nel loro confronti, escludendo Eleonora e pochissimi altri.
Una nota disastrosa erano i ragazzi; la mia unica storia seria era stata con il mio migliore amico, Lorenzo Gori, era durata sei mesi e una volta finita c'ero rimasta talmente male da non riuscire a uscire dal letto per giorni.
D'altronde a scuola noi eravamo "la coppia della settimana" tutte le settimane, lui era il ragazzo più adulato dalle quattordicenni e insieme eravamo una favola. Sì, una favola che era finita con Lorenzo appiccicato alle tette di Caterina Marivo che, come al solito, non deludeva le mie basse aspettative.
A quel punto mica me ne sono stata zitta, gli avevo insultati entrambi e me ne ero andata via con Lorenzo attaccato al braccio, ridicolo da far spavento. Si poteva scordare la coppia perfetta e persino la mia faccia, lo stronzo.
Quindi da quel giorno ci parlavamo a malapena, l'intera scuola era venuta a sapere ciò era successo e per settimane era stato il pettegolezzo più gettonato.
Lorenzo, da "bravo" era passato a "cattivo" ragazzo, cosa che aveva contribuito ad accrescere la sua popolarità; io, invece, ero stata presa per una scema incapace di tenere a bada il suo ragazzo.
Quanto volevo che la scuola finisse il prima possibile.
***
-Bea ma non mi stai ascoltando!- esclamò Eleonora quando si accorse che avevo la testa da tutt'altra parte. Stavamo sedute in un angolo appartato del cortile del nostro liceo classico, entrambe con le gambe accavallate, lei con una sigaretta in mano.
-Certo che ti ascolto- dissi annoiata lanciando un'occhiata dall'altra parte del giardino, dove un gruppone si era radunato davanti all'entrata della scuola.
Eleonora mi scrutò a lungo pensierosa e poi strinse le mie mani tra le sue e disse: -Oh ma non è che ti sei innamorata?-
Io strabuzzai gli occhi sorpresa e iniziai a ridere.
-Tu sei pazza!- esclamai.
-No, è che in questo periodo sembri sempre assente, non mi ascolti mai- alzò le spalle la mia amica. Non è un periodo, avrei voluto dirle, io non ascolto mai.
Notai dietro alla sua schiena che due ragazzi camminavano mano nella mano scambiandosi effusioni esagerate e trovai lo spunto per cambiare argomento.
-Pensa te, la Marivo di nuovo con quel povero Daniel, neanche un giorno e fanno la pace- esclamai indicandoli.
-Saranno innamorati-
-Ce l'hai con sta storia! Semplicemente lei è una zoccola e lui è talmente brutto che non se lo prende nessuno- dissi acidamente.
STAI LEGGENDO
Te lo prometto
Teen FictionBeatrice vive per Lorenzo, ci si aggrappa con tutta se stessa. Ma quando lui la tradisce, il suo mondo crolla. Non è più la stessa. Eppure qualcuno deve pur essere in grado di aiutarla.