La sera stessa tornammo a Genova, in autostrada c'era traffico e ci mettemmo un'ora in più del dovuto. Una volta arrivata davanti a casa non potevo credere ai miei occhi. Lorenzo se ne stava seduto lì, di nuovo, ma guardava fisso verso di me.
Appena mi avvicinai a lui notai che i suoi occhi erano più rossi della volta precedente e che non riusciva a stare in piedi. Lo trascinai dietro a un angolo prima che mio padre, che non l'aveva mai visto di buon occhio, potesse dire qualcosa.
-Che cos'hai?- gli chiesi preoccupata. Lui mi guardò con espressione strana e tutto di colpo si rifugiò tra le mie braccia.
-Io non volevo, ti giuro che non volevo- biascicò iniziando a piangere, ubriaco marcio. La sua bocca sapeva di birra mista a sigarette.
-Cosa non volevi?- gli chiesi cercando di sorreggerlo dato che si era aggrappato totalmente al mio corpo.
-Non volevo Bea, non l'ho fatto apposta-. Mi irrigidii all' improvviso pensando il peggio. Sapevo benissimo che Lorenzo era in grado di fare qualsiasi cosa e che deludermi gli riusciva davvero bene.
-Sei stata a letto con un'altra?-. Lui abbassò gli occhi a terra e io indietreggiai di un passo, mentre tutta l'amarezza mi saliva in gola e non vedevo l'ora di tirarla fuori. -Che cazzo hai fatto? Chi ti sei portato a letto questa volta eh? Chi?!- urlai in preda al dolore più totale.
-Nessuna!- gridò lui di rimando- Non mi sono fatto nessuna!-. Annaspai, in cerca di risposte e lo fulminai con lo sguardo.
-E allora cosa hai fatto?-. Lorenzo esitò, sembrava sul punto di dire qualcosa, poi ritirò la testa e si strinse nella felpa, lanciando un'occhiata alla sua destra.
-Devo andare- disse. Io rimasi lì immobile a guardarlo mentre camminava a zig zag in direzione di un paio di uomini molto più grandi e massicci di lui, per poi scomparire.
<.<.<.<.<.<.<.<
-Quale ti piace di più? Schiuma verde o rossa?- mi stava chiedendo Eleonora il giorno dopo a scuola, ma io non c'ero con la testa.
-Verde- risposi a caso appoggiando la guancia sul banco. Quella mattina Lorenzo non era venuto a scuola e non aveva risposto a nessuna delle mie disperate chiamate. Non sapevo cosa pensare di quanto era successo, era tutto così confuso...
-La Fuselli compra la birra- continuò Eleonora cercando di attirare la mia attenzione.
-Compriamola anche noi- alzai le spalle disinteressata. La mia amica sorrise furba e scosse la testa.
-Da noi ci sarà anche la Vodka cretina, siamo di livello superiore- rise. Voleva forse finire nei casini? Già sentivo nell'aria odore di disgrazie e quanto pare Eleonora non faceva altro che alimentarle.
<.<.<.<.<.<.<.<.<.
L'attesissimo 10 Giugno arrivò in un lampo, la scuola era finita e io mi sarei ritrovata sicuramente a fare i conti con ben due debiti a settembre. Quella sera ero arrivata a casa come una furia dopo l'allenamento di danza e mi ero precipitata in camera mia e poi sotto la doccia. La festa sarebbe iniziata 10 minuti dopo dall'altra parte della città e io ero ancora sudaticcia, struccata e con l'umore a terra.
Quando i miei capelli si degnarono di asciugarsi, frugai nell'armadio in cerca di qualcosa da mettere, e ne cavai fuori un paio di jeans e una maglietta che Eleonora non avrebbe apprezzato.
Salutai mio padre e mio fratello con un bacio sulla guancia e mi fiondai sul primo autobus disponibile. Mi saltò alla mente Massimiliano, il ragazzo che avevo incontrato qualche giorno prima in montagna e lo stomaco mi si chiuse completamente. Era forse mancanza? Neanche lo conoscevo, sapevo a malapena il suo nome, non potevo avere nostalgia di lui. E poi non lo avrei mai più rivisto, quindi non dovevo pensarci.
Però era strano. Ero sicura di averlo giá visto in passato, ne ero certa.
STAI LEGGENDO
Te lo prometto
Teen FictionBeatrice vive per Lorenzo, ci si aggrappa con tutta se stessa. Ma quando lui la tradisce, il suo mondo crolla. Non è più la stessa. Eppure qualcuno deve pur essere in grado di aiutarla.