Capitolo 7

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Quando Simone di tuffò nella piscina, i polmoni mi stavano per scoppiare e le braccia avevano smesso di muoversi, lasciando che il mio corpo sprofondasse verso il fondo.
Le sue mani mi afferrarono saldamente la vita e con uno slancio mi portò a galla. Io boccheggiai cercando di respirare, mentre il sangue ricominciava a pulsarmi nel corpo e distinguevo la sagoma di Simone appoggiarmi delicatamente a bordo piscina.

Mi tirò uno schiaffo sulla guancia per farmi rianimare dallo shock e io tossii con forza, senza riuscire a smettere.

-Stai bene?- mi chiese Simone, ma non ottenne risposta. Una ragazza arrivò con in mano una coperta di plaid e la porse a Simone che me l'avvolse attorno al corpo.

In quel momento riuscivo a pensare solo a Lorenzo, a tutto il male che mi aveva fatto, al dolore che mi squarciava in due il petto e che non mi permetteva di respirare.

La testa che girava e le lacrime che mi bagnavano il volto. Tutta colpa sua. O mia che mi ero fidata.

******

Massimiliano:
Quella era la mia terza festa in una sola settimana. E non era male. C'era parecchia gente, persone che conoscevo sparse da tutte le parti, il posto era bello e l'alcol non finiva mai.

Era da dieci minuti che cercavo di parlare con una ragazza che tra tutte mi aveva colpito, ubriaca marcia, e che da vicino non era poi così bella.
-Ho il ragazzo- mi disse lei sbattendo le ciglia:- Ora però se n'è andato dalla mammina- rise sguainata e a me venne voglia di portarmela a letto all'istante. Mi sembrava una facile.

-Non è molto furbo a lasciarti qui da sola con me- le dissi compiaciuto.
Presi un bicchiere di limoncello e ne bevvi un lungo sorso, che mi bruciò la gola.
-No, posso stare qui quanto voglio- biascicò lei senza reggersi in piedi. Mi stava già dando sui nervi, ma i miei amici lì vicino guardavano la scena e il mio obiettivo era di divertirmi un pò, aggiungendola alla mia "lista".

Non ero un puttaniere, a differenza di quanto si potesse credere, semplicemente mi ero promesso che, finché non avessi trovato la persona giusta, avrei approfittato di questa della mia capacitá di attrarre il genere femminile.

La ragazza, che scoprii chiamarsi Eleonora, era una bomba sexy, aveva lunghi capelli biondi e la pelle chiarissima. Portava un abito ascellare che le copriva a malapena il sedere a mandolino e che le faceva risaltare il seno.

Le serate precedenti mi era andata meglio ma lei era comunque una che il mio gruppo definirebbe "altamente scopabile". Quindi dovevo darmi da fare.

Eleonora mi portò nella villa, in una camera, e si lasciò fare tutto ciò che rispecchia le fantasie di un uomo, non oppose resistenza a niente, cosa che, se da una parte mi piacque, dall'altra fece scomparire tutto il mio interesse per lei.

Alle 02:00 di notte lei si addormentò nel letto, stretta a me, mentre io sgusciai fuori dalle coperte, pronto a scappare dopo la bella serata. Anche perché qualcuno sarebbe presto arrivato a reclamare la propria stanza.

Ma il pensiero di mia madre e mia sorella, immobile su una sedia a rotelle, preoccupate per me e bisognose di attenzioni, mi convinse a restare. La musica era cessata quando mi rimisi di nuovo a letto.

****

La mattina dopo mi svegliai sentendo la ragazza con cui avevo passato la notte, imprecare. Non aprii gli occhi per qualche minuto, finché mi alzai deciso ad andarmene da lì. Ciò che mi aspettava a casa mi faceva paura, ma non volevo pensarci.

La sera prima ero ubriaco marcio e non mi ricordavo niente; ovviamente avevo trovato compagnia e mi ero divertito, ma quella ragazza non l'avrei mai richiamata, non perché fosse brutta, ma perché ero fatto così.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 29, 2017 ⏰

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