29 Giugno 1861
Non ho mai compreso gran parte delle cose che accadevano attorno a me e questa recente rivoluzione era una di queste. Un normale giorno di Maggio la vita della mia famiglia è cambiata radicalmente. Dopo un mese dall'arrivo di Garibaldi, il nostro paese è quasi tornato al suo antico splendore. Molti nella mia famiglia sono morti nella battaglia che ha colto tutti di sorpresa, nessuno di noi era pronto. Non ho salutato nonna, che è stata brutalmente uccisa da un soldato Garibaldino. Il suo corpo è sepolto proprio qui, al mio fianco, sotto strati di terra che ci distanziano come chilometri. Mia mamma ha deciso di seppellirla qui, nel fondo della coltivazione di lavanda che ha sempre amato. Anche io, sin da bambina, mi sono sempre rifugiata in questo fossato che mi permetteva di osservare il cielo indisturbata. Mio padre era a conoscenza di questo piccolo luogo ma non ha mai fatto in modo che venisse ricoperto di terra per portarlo a livello, sapeva quanto ne fossi affezionata. Non ne aveva mai fatto parola con nessuno al di fuori della nostra famiglia, non che qui si nascondano tesori di inestimabile valore, ma è il mio piccolo angolo segreto; e così deve rimane...
«Che fate stesa qui per terra? Siete inciampata nelle balze del vostro abito?» una voce mascolina alle mie spalle, richiama la mia attenzione.
Giro lo sguardo per incontrare degli occhi marroni intenti a fissare l'improbabile posizione nella quale mi trovo: le gambe completamente divaricate, la schiena inarcata verso l' interno e le piccole mani abbronzate intente a scrivere una nuova poesia.
Il ragazzo dalla chioma bionda sembra non voler più parlare, ero consapevole della mia particolare bellezza: occhi color nocciola, capelli lunghi e rossi, nasino all'insù, insomma, ideale di bellezza introvabile qui da noi.Per dirottare la sua attenzione dalle mie labbra ai miei occhi, decido di intervenire con un semplice «Signore?» che sembra funzionare abbastanza da dirottare il suo sguardo ai miei occhi. «Devi essere una delle poverelle del paese, sbaglio?» chiede volutamente con tono più rozzo e lasciando da parte il "voi" per dimostrare la sua superiorità. Che facesse parte di quel gruppo di Garibaldini?
«Da che pulpito voi pensate di arrivare qui e parlare a me in questo modo?! Non ne avete il diritto brutto mat-» «Chiudi la bocca!» mi intima urlando leggermente. Ma prima di avere la possibilità di rispondergli per le rime, lo vedo girare i tacchi e andarsene da dove era venuto. Mi alzo in piedi per vederlo scavalcare il recinto del campo ed avvicinarsi ad un gruppo di uomini in divisa rossa.
Lo sapevo!
Non poteva che essere uno di loro!
Sopraffatta dalla curiosità, cautamente mi ci avvicino: ad ogni passo il cuore aumenta di velocità; fino a battere come un pazzo. Arrivata alla recinzione in legno, mi accuccio per spiare la loro conversazione; il vestito, già tutto macchiato di terra, finisce con l'inzupparsi in una piccola pozzanghera di fango ancora fresco ma io sono troppo concentrata nel cercare di capire qualcosa di ciò che il misterioso ragazzo sta dicendo. Sono ancora troppo distante da loro per capire qualcosa, pertanto decido di avvicinarmi scavalcando la staccionata.
Forza Catena, ce la puoi fare. Mi ripeto mentalmente; non che il recinto fosse particolarmente alto ma la paura di essere scoperta era alle stelle. Alzo il piede destro poggiandolo sulla traversa inferiore per poi fare leva e sollevare pure la gamba sinistra, con una piccola spinta mi trovo seduta con la gamba destra e quella sinistra separate dal legno della staccionata. Chino il busto in avanti con l'intenzione di far scavalcare anche la gamba destra ma qualcosa va storto: il piede si impiglia alla traversa superiore facendomi cadere rovinosamente a terra. Udito il forte tonfo provocato dal contatto delle mie terga contro il duro terreno, tutti i ragazzi si girano a fissarmi per poi ridere a crepapelle. Sento uno di loro urlare tra le risate « Era lei, Domenico, la "bellissima ragazza" di cui ci stavi parlando?»
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L'amica dei Fiori
Historical Fiction29 Giugno 1861, Marsala. Non ho ancora capito il motivo per la quale, da un giorno all'altro, questo "Garibaldi" è venuto a farci visita in modo poco amichevole. Mio padre dice che sono troppo piccola per comprendere queste cose ma sono fermamente c...