Casa Balestra

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Dimissioni

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Dimissioni.

Esiste una parola più bella?

Simone, in quel momento, non crede proprio. Aspetta di sentire quella parola da quando si è svegliato. La aspetta come il Natale in un qualsiasi lunedì.

Non vede l'ora di tornare tra mura familiari, non asettiche, e soprattutto di mangiare decentemente, perché non ne può più di cibo insipido.

Sono passati dieci minuti da quando il dottore è passato a dargli la lettera di dimissioni. L'ha letta tutta per capire cosa sia successo in quelle due settimane, non perché non si fidi di ciò che gli è stato raccontato o detto dai medici, ma per il semplice fatto che leggerlo lo rende più reale.

È vivo.

È grato alla vita per non aver ceduto al corteggiamento della morte. È come se la morte lo avesse accarezzato e se ne fosse andata perché, la vita, gli ha fatto capire che non era il suo momento.

Viene distolto dai suoi pensieri dall'infermiera dai capelli neri, Silvia gli pare si chiami, entra in stanza con in mano dei post-it fucsia.

«Poi avete anche il coraggio di dire che sono un gendarme».

Simone sorride a quell'affermazione, perché sa che si riferisce ad ogni volta in cui Manuel veniva cacciato quando finiva l'orario di visita. La donna sorride di rimando e gli porge quei biglietti che ha tenuto in mano fino a qualche istante prima. «Quando eri in coma trovavo sempre la sponda del letto ricoperta di post-it, per igiene non potevo lasciarli lì, però qualcuno l'ho tenuto» riprende a parlare.

«Grazie» sussurra Simone. Non pensava che il gendarme avesse un cuore a tal punto da conservare dei post-it.

Sono tre, per l'esattezza.

Nel primo c'è scritto: "nel caso non ci fossi quando ti svegli... Ciao".

Il secondo è più breve: "mi sei mancato".

Il terzo, invece, è quello che si sta avverando in quel momento: "ti aspetto a casa...".

Sorride ancora di più, se possibile, e sente quasi gli zigomi tirare.

«Non fartelo scappare uno così» la vede uscire dalla camera dopo quella frase e pensa che no, non se lo farà scappare. Lo terrà stretto.

Il peggio è passato e lui, per la prima volta, è tranquillo.

Continua a sistemare lo zaino con le sue cose, saltella sul piede sinistro fino ad arrivare all'armadietto e controllare se ha recuperato tutto. Sta aspettando che i suoi genitori tornino nella stanza con le stampelle, ma non sa stare fermo.

Vuole finire di prepararsi il prima possibile perché prima è pronto, prima torna a casa. Torna verso il letto allo stesso modo e si accorge che Dante e Floriana sono sulla soglia che lo guardano.

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