Peter Evans quella sera aveva organizzato un gran gala per beneficenza, anche se il suo scopo non era proprio quello di raccogliere soldi per bambini poveri.
Da qualche mese a questa parte vedeva la sua unica figlia sempre più spenta emotivamente e sempre rinchiusa nella sua camera.
Era ben consapevole che ormai la sua piccola Julie era cresciuta e che non poteva più tenerla sotto il suo controllo, ma voleva che almeno lei provasse ad instaurare un rapporto con il padre, forse solo per far apparire, agli occhi degli altri la sua disastrosa famiglia più felice.
Peters non sapeva come fare l'aveva persino accompagnata a fare shopping, attività che lui aveva sempre odiato. Quello che aveva sempre ignorato era la grande passione di Julie per i libri, proprio come sua madre.
Il ricordo della sua ex moglie non gli provocò nessun dolore, infondo lui non l'aveva mai amata, era stato un matrimonio combinato, in cui però un cuore si era spezzato per davvero.
Elizabeth, al contrario, amava il marito e sapeva anche delle innumerevoli volte in cui l'aveva tradita, ma lei pensava che fossero stati solo momenti di crisi coniugale che lo portassero a fare tutto ciò.
La povera donna lo sposò e non essendo al corrente dei suoi piani si fidò ciecamente di lui.
Qualche anno dopo la nascita di Julie scoprì di avere problemi cardiaci e due settimane più tardi capì che il marito aveva un'altra donna. Facendo due più due Elizabeth capì che Peter amava solo i suoi soldi e né lei né la sua bambina. Proprio per Julie decise di tener duro, non voleva lasciarla sola con quell'uomo mangia soldi, questa infatti era una delle ragioni per cui avesse intestato la sua enorme eredità alla figlia, mentre era quasi in punto di morte. Ma in questo non ci riuscì. Elizabeth Hamilton morì il 14 giugno del 2000 e con lei anche una parte di sua figlia.
Poco dopo Peter scoprì che tutti i soldi che spettavano a lui erano stati intestati a sua figlia che era ancora minorenne e quindi se avesse assunto un buon avvocato avrebbe ottenuto di certo tutto il denaro. E così fu. Peter e la sua amata, si fa per dire, figlioletta vivevano una vita d'accessi dove l'unico difetto era la mancanza d'amore. E proprio in una delle ville acquistate da Peter si stava per svolgere il fatidico ballo in cui avrebbe trovato uno sposo per sua figlia.
Si allacciò il papillon al collo e si osservò allo specchio. I capelli erano stati tinti di nero da qualche giorno e ora non si notava più l'effetto brizzolato, le rughe intorno agli occhi si erano accentuate così come quelle sulla fronte, aveva delle sbavature bluastre sotto gli occhi che avrebbe coperto con un po' di trucco di sua figlia. Era invecchiato, ma aveva ancora un certo fascino sulle donne. Decise di scendere al piano di sotto per dare un'occhiata ai preparativi così s'incamminò verso la porta uscì e la richiuse dietro di sé sbattendola provocando un forte rumore.
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Julie si guardò per la miliardesima volta dallo specchio alla ricerca di qualche difetto che le permettesse di trattenersi ancora un po' in camera. Ormai gli ospiti erano arrivati da circa mezz'ora, si potevano sentire benissimo le voci provenienti dal piano di sotto. La collana luccicava sul suo collo e per la terza volta quel giorno pensò Liam. Liam che aveva il suo numero e non la chiamava. Liam con cui aveva parlato per circa un'ora.
Liam che le abbottonava la collana.
La sua mano che si intrecciava con la sua e che poi la lasciava andare.
Non faceva altro che pensare a lui, avrebbe voluto invitarlo al ballo ma era sicura che suo padre non l'avesse assolutamente lasciato entrare. Quindi restò nella sua camera a deprimersi per circa mezz'ora fin quando non bussarono alla porta. Andò ad aprire e trovò Sebastian che le sorrideva
"Posso entrare?" le chiese sempre con quel sorriso gentile.
"No." rispose chiudendo la porta velocemente. Era già abbastanza nervosa di per sé poi ci si metteva anche lui che le procurava un senso di rabbia mai visto per una persona.
"Julie dai esci." iniziava a bussare alla porta ripetutamente.
"LASCIAMI IN PACE!" dire che fosse esasperata era un eufemismo. Ogni volta che si organizzava una festa da lei suo padre invitava sempre Sebastian per farle compagnia, in verità era per controllarla, le stava con il fiato sul collo e non le lasciava un minuto da sola.
"Ti cercano al telefono." cosa? Dov'era il suo cellulare? Provò a cercarlo sotto le coperte ma non lo trovò da nessuna parte. Aprì la porta e trovò Sebastian con un sorrisetto e il suo telefono in mano. E se avesse chiamato Liam? E se lui avesse risposto male? Cazzo.
"DAMMI IL MIO DANNATO CELLULARE E SPARISCI!" lui la sbattè contro la porta e la bloccò per o polsi. Ora il Sebastian innocente si era trasformato in uno rude e arrabbiato. La guardò con i suoi occhi scuri che sembrava stessero per bruciare.
"Non parlarmi più così, brutta ragazzina e ora muoviti a scendere che tuo padre ti sta cercando." a quelle parole Julie rimase a bocca aperta, Sebastian non le aveva mai parlato così.
Mentre Julie pensava se chiamare o meno Liam, il ragazzo stava avendo un'accesa discussione con suo padre.
Tutto era iniziato quando Jerry aveva trovato l'armadio di sua madre aperto e sul tavolo da lavoro la sua collana. Ma c'era qualcosa che non andava, cioè la collana era la stessa ma quando andò ad aprire il ciondolo non trovò la foto di sua madre e suo padre scattata pochi giorni prima che lui partisse per la guerra. Forse suo figlio, unica persona che potesse accedere a quella zona, l'aveva presa e la stava lucidando, ma era strano che non ci fosse la foto.
"Liam dove hai messo la foto che era nascosta nella collana?"
"È nella collana" rispose il figlio scendendo le scale.
"Non c'è."
"Cosa?"
"Oggi c'è stata una consegna?"
"Si."
"Qual'era il modello"
"Questo"
"Cosa? Perché? Ti ho sempre detto che non dovevi toccarlo."
"Preferivi perdere un cliente?"
"Zitto. Sto pensando. "
" A cosa?"
"Hai fatto uno scambio? O mi stai facendo uno scherzo? Hai scambiato la collana di mia madre con una copia? Chiama subito l'acquirente rivoglio la mia collana indietro."
"Ma papà..."
"Non voglio sentire niente. Riportami quella collana. Il guaio è tuo e ora lo risolvi tu."
Liam si prese la testa fra le mani e sospirò, prese il suo telefono e il bigliettino con il numero della ragazza e lo compose schiacciando i numeri sullo schermo. Cosa le avrebbe detto? Non poteva farsi riportare la collana indietro il giorno del gala, sarebbe stato scorretto. Mentre pensava a cosa dirle sentì una voce maschile che gli aveva risposto. Forse aveva sbagliato numero. Forse lei gli aveva dato un numero falso. Forse era il suo ragazzo.
"Sono Liam.... c'è Julie." chiese teso.
"No mi dispiace, è impegnata." rispose il ragazzo con voce dura.
" Ah....beh allora... grazie lo stesso."
" Di nie-" in quel momento un urlo squarciò il silenzio e la linea cadde.
MI DISPIACE TANTO per non aver aggiornato in questo mese. Cioè è passato un mese! MI DISPIACE again. In questo periodo sono molto impegnata con gli esami quindi aggiornerò quando posso, dalla fine degli esami per tutta l'estate non farò altro che continuare le storie e pubblicarne altre. Per quanto riguarda questa non penso che durerà molto. All'incirca 50 capitoli (massimo)e sicuramente non ci sarà un sequel. Il lato positivo è che ho scritto più di mille parole YAY. Visto che ho poco tempo ho deciso di mettere degli obbiettivi. prossimo capitolo a 10 voti e 4 commenti.
Domandina: ship preferita?
Votate e commentate xx
Edslaughs
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NY's Princess I.p.
FanfictionDove una ricca ereditiera di New York, trova il suo principe azzurro in un mercatino delle pulci. Tutti i diritti riservati © @Edslaughs