Quando tornò a casa, Angelina si rese conto che dormivano tutti. Erano le tre o forse le quattro del mattino, la serata non era stata niente di che, ma a mezzanotte aveva stappato una bottiglia -due minuti prima, per giunta, visto che il tappo aveva deciso di esplodere- perché aveva compiuto, finalmente, diciotto anni.
Cosa era cambiato? Nulla. In cuor suo aveva sperato che avvenisse qualche magia, come nei film. Le sarebbe piaciuto magari diventare una principessa di un regno sconosciuto, oppure una strega. Perché no, anche una sirena. Ovviamente non era avvenuta nessuna magia.
Cercò di non fare troppo rumore, con scarsi risultati. Si tolse gli anfibi, adagiandoli poco delicatamente sul pavimento e si diresse, quasi correndo, nella sua stanza. Rimase sorpresa nel trovare due palloncini dorati, un uno ed un otto appoggiati sul letto. Era una sorpresa da parte di sua sorella.
La sorella di Angelina era tre anni piu piccola. Le due ragazze erano molto simili, ma Viola sembrava decisamente la maggiore. Era meno minuta, leggermente più alta e, a differenza della sorella, aveva i capelli ricci e le labbra più grandi. Non andavano molto d'accordo, ma non si odiavano, avevano un rapporto di alti e bassi, come tutti i fratelli e le sorelle che si rispettino.
Inevitabilmente si ritrovò a sorridere. Quel gesto l'aveva sorpresa più di quando non volesse ammettere.
Tolse i palloncini dal letto e prese, quasi svogliatamente, quello che era il suo pigiama. Lo indossò e andò in bagno a struccarsi. In realtà lei usciva praticamente sempre acqua e sapone, ma quel giorno aveva fatto un'eccezione: in fondo era il suo compleanno.
Dopo essersi lavata i denti, si precipitò a letto. Era stanchissima, o forse era solo l'alcol, quindi si addormentò subito.La festa vera e propria si svolse il giorno dopo.
Durante i preparativi, si era mostrata sempre disinteressata. Non si era impegnata a scegliere il vestito e le scarpe, aveva delegato quasi tutto l'allestimento a sua madre e non era nemmeno voluta andare dal parrucchiere. In realtà, avrebbe voluto organizzare tutto lei, nei minimi dettagli, ma la verità è che aveva paura. Era terrorizzata dal fatto che potesse essere un disastro, un compleanno noioso o, peggio ancora, che non venisse nessuno.
Aveva preferito non illudersi e non crearsi aspettative, piuttosto che, successivamente, rimarci male. Si era creata una specie di corazza.
Invece, con suo immenso stupore, vennero tutti.
C'erano sua sorella e sua madre, i suoi famigliari, il suo gruppo di amiche, i suoi compagni di classe più cari ed anche i suoi compagni di danza. Ormai la ragazza non ballava più da oltre un anno. Non era mai stata nemmeno troppo brava, ma si era legata profondamente a quelle persone, erano state un po' la sua seconda famiglia per tanto tempo. Non poteva non invitarle. C'era anche, ovviamente, la sua migliore amica. Con lei, erano amiche dall'asilo e, inspiegabilmente, si erano ritrovate ogni anno nella stessa classe per quindici anni di fila.
Insomma, c'erano tutte le persone più importanti della sua vita.
La serata trascorse tranquilla. Angelina si sentiva al centro dell'attenzione. Non amava particolarmente questa cosa, più che altro la faceva sentire a disagio, ma decise di non pensarci troppo. Infondo era il suo giorno. Continuò a divertirsi con i suoi amici, a ballare e scattare fotografie -alcune un po' troppo mosse-, come per immortalare quel giorno per sempre.
La festa terminò sul tardi, quando erano tutti stanchi morti.
Una volta tornata a casa, istintivamente si guardò al grande specchio a muro che si trovava in salotto. Osservò attentamente l'abito come se lo vedesse per la prima volta. Era un abito viola, ampio e corto senza spalline, con un grande fiocco sul petto.
Arrivata nella sua camera, se lo sfilò delicatamente e tiro fuori dal cassetto una grande t-shirt gialla. La indossò e quella sera, senza neanche passare dal bagno, si addormentò, finalmente, felice.
Era all'incirca l'ora di pranzo, quando Angelina si svegliò. Il sole che entrava dalla grande finestra le solleticava il viso. È proprio una bellissima giornata, pensò, ma ciò nonostante, non aveva proprio voglia di alzarsi. Aveva la testa che le doleva, e gli occhi gonfi, per via del mascara della sera precedente; provò a strofinarseli, peggiorando logicamente la situazione. Imprecò, in una maniera decisamente poco femminile e si alzò pigramente dal letto. Si diresse in bagno e guardò il suo riflesso: aveva un aspetto orribile, i capelli tutti arruffati e gli occhi cerchiati di nero. Lentamente si ripulì e si lavò i denti. Fece poi una lunga doccia calda, come se potesse magicamente alleviarle il mal di testa.
Sotto l'acqua, passò in rassegna tutti i momenti degli ultimi giorni: giorni senza pensieri, giorni spensierati e felici.
Tra un anno, in questo momento, starò preparando una valigia, pensò, e questi momenti saranno solo ricordi. In quell'istante, il solo pensiero di lasciare tutto ciò a cui teneva di più, le faceva stringere il cuore e venne pervasa da un'improvvisa malinconia.
È così che ci si sente quando si è in procinto di realizzare un sogno?
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Come Anime Perdute
General FictionC'è chi sostiene che sia tutto già scritto, da prima che nasciamo. Destino? Fato? Programma divino? Una vecchia canzone diceva "il destino te lo crei, non te lo scrivono." Qualunque sia la verità, nessuno può programmare niente. La vita fa il suo...