Maledetta Primavera

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Era una sensazione strana.

Hawks avrebbe osato dire che fosse quasi disturbante.

Era ormai una settima che si svegliava nel cuore della notte madido di sudore, con la t-shirt appicciata addosso come una seconda pelle. Lo detestava. Non solo le sue poche ore di sonno quotidiano non erano più riposanti, ma c'era anche un nervosismo in sottofondo che gli impediva di essere il solito Hero Number Two vivace, sempre sorridente e un po' sbruffone.

Non era una questione di aggressività, riusciva a essere cortese con le altre persone, ma non c'era proprio verso che riuscisse a stare fermo. Consumava i suoi pasti in piedi o addirittura in volo. Era certo che se fosse stato costretto a stare seduto per più di dieci minuti, magari durante una riunione della Commissione, ne sarebbe uscito pazzo.

E poi c'era il caldo, tanto caldo.

Era come se il suo corpo stesse andando a fuoco in un modo che non aveva nulla a che fare con un innalzamento anomalo della temperatura - i ciliegi erano in fiore, sì, ma era a stento primavera.

Per sua natura, Hawks tendeva a essere sempre più caldo delle altre persone, ma si ammalava come tutti. Non era quello il caso. Sintomi d'influenza non ne aveva e nemmeno la debolezza che essa portava. Al contrario, era tanto carico di energia da non sapere che farsene.

Aveva un fuoco dentro, una forza di propulsione che quasi lo faceva sospettare gli stessero dando degli stupefacenti di nascosto, magari quando Mera gli offriva un caffè con la scusa di dover parlare di lavoro.

Poi calava la sera. Hawks provava a combattere quella calura di cui soffriva solo lui sedendosi in balcone e chiamava Touya. A quel punto, il delirio raggiungeva tutto un altro livello.

La voce del giovane Todoroki bastava a togliergli il respiro, ad accelerare i battiti del suo cuore al punto che a Hawks veniva il dubbio gli stesse per venire un infarto - a ventiquattro anni, senza cardiopatie. E mentre stava lì, agonizzante, ma con i pantaloni che divenivano sempre più stretti all'altezza del cavallo, Touya faceva discorsi decisamente poco erotici del tipo: "cinquant'anni e non sa fare nemmeno la lavatrice, il Number One!"

E, in lontananza, Endeavor rispondeva: "ne ho quarantasette di anni!"

Davvero... Nulla di quello che accadeva dall'altro capo della linea poteva giustificare quell'imprevista tempesta ormonale da parte di Hawks. Lui e Touya avevano una relazione stabile e dei rapporti intimi frequenti. No, non si vedevano da alcuni giorni - l'Hero doveva tornare spesso a Fukuoka per lavoro e l'ex Villain non disponeva ancora di molta libertà di movimento - ma non si era mai sentito di qualcuno diventato pazzo per un'astinenza dal sesso di una settimana.

"Touya, ti devo richiamare," era la conclusione di ogni telefonata.

E allora Hawks correva sotto la doccia, spostava il miscelatore in direzione dell'acqua fredda e tentava di rimediare al disagio come nemmeno a quindici anni era mai stato costretto a fare. Non funzionava. Mai. E allora era costretto a cercare di accontentarsi per conto suo - condendo il momento con qualche foto di Touya senza alcun vestito addosso o quasi - solo per ritrovarsi più scontento di prima.

Un'intuizione su quanto gli stava accadendo gli venne una mattina, mentre andava in onda il primo notiziario del giorno. Uno dei servizi di chiusura era dedicato alla primavera in anticipo che aveva colpito il Giappone quell'anno. Temperature più alte della media, ciliegi in fiore troppo presto e movimenti migratori un poco sballati.

"Movimenti migratori... Primavera in anticipo..."

Ripeté, con la tazza del caffè sospesa a mezz'aria.

Improvvisamente, tutto ebbe un senso.

No, in ventiquattro anni di vita non gli era mai capitato di avere un incendio dentro con l'arrivo della stagione calda - e poteva tristemente considerarsi un esperto dell'andare a fuoco - ma ora aveva una vita diversa, un circolo - molto ristretto ma molto importante - di affetti e un posto in cui aveva voglia di tornare da chiamare casa. Una sorta di nido, tanto per rimanere in tema.

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