Dialogo tra la Morte e un uomo

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- Sono morto? - Domandò l'uomo alla morte
- Si piccolo uomo - Rispose la morte
- Perché?
- Era arrivato il tuo tempo, e quindi ti ho chiamato a me.
- Non sono pronto Morte.
- Lo so, nessuno è mai pronto.
- Che ne sarà di me? Ho per caso perso il mio angelo?
- Non definitivamente, hai ancora un paio di ore, la legge dice che, se l'angelo di un uomo non lo viene a riprendere, quest'ultimo dovrà rimanere all'inferno, per sempre.
- Ti prego morte, non voglio.
- Lo so, lo so molto bene piccolo uomo. Vedo la tua disperazione, vedo il tuo dolore, vedo la tua depressione.
I tuoi occhi piangono sangue, le tue urla potrebbero spaventare tutti i demoni che ci circondano e vedo anche il tuo cuore.
- Il mio cuore è rotto, il mio cuore non batte più.
- Il tuo cuore è morto.
Solo un angelo può rianimarlo, ma non potrai stare in questo limbo per molto tempo, tutto ha una scadenza, e se il tuo angelo non verrà, dovrai abbandonare tutto.
- E se dovesse venire?
- Se verrà, come dice la legge, io sarò obbligato a lasciarti andare, e non potrò richiamarti.
Finché il tuo angelo ti starà accanto, sarai in salvo, quando non ci sarà più, potrò richiamarti negli inferi.
- Ho paura Morte.
- Lo so.
- Non credo tu lo sappia, potrai leggermi nella mente, ma in fondo non sai veramente come sto. Tu pensi di sapere tutto, ma fidati, la morte, non è nulla. Non mi importa quanto dolore potrai infliggermi.
Tu non sai cosa è il vero dolore, tu non sai come si sta senza il proprio angelo.
- Allora spiegami, umano.
- La sensazione è terribile, ti manca la terra, sei in costante caduta verso un posto peggiore di questo. L'oblio è infinito, non puoi toccare terra, non puoi respirare, non puoi guardare.
Il cuore si spezza in così tanti pezzi che nemmeno tutte le stelle del cielo sono così tante.
Le lacrime sono le uniche compagne, il dolore l'unico amico, il vuoto l'unica certezza.
Fidati morte, che morire metterebbe a termine tutto questo dolore.
- Capisco piccolo uomo.
Tutto ciò io non posso vederlo.
- Voglio il mio angelo Morte, ti prego, chiamalo.
- Se fosse così facile, non pensi che lo avrei potuto fare con tutti coloro che sono passati di qui?
- Certamente, però posso offrirti qualcosa.
- Cosa piccolo uomo?
- Voglio fare un patto con te.
- Vuoi fare un patto con me? Con la morte?
- Si. Ti prego richiama il mio angelo.
- Ah piccolo uomo, sei così innamorato del tuo angelo che sei disposto a fare un patto con me.
L'ho chiamato.
Spero solo che il tuo angelo possa venire.
- Che cosa gli hai detto?
- Semplice, le ho fatto sentire tutta la nostra conversazione.
- Cosa?
- Si piccolo uomo, penso che questo sia l'unico modo.
Ora ti lascio, aspetterò il tuo ritorno.
Ricorda, hai fatto un patto con me.
Se non dovesse arrivare, starai qui per la tua intera esistenza ultraterrena, nel dolore e nella sofferenza.
Se invece dovesse tornare, ti auguro ogni bene.
Arrivederci piccolo uomo.
- Addio Morte.

La morte si allontanò, e fu strano, aveva dato un'opportunità all'uomo. Ella vide che aveva davvero qualcosa di speciale. Si girò a guardarlo, stava piangendo e stava urlando il nome del suo angelo. Si rigirò, fece due passi e scomparve.
In quel luogo dimenticato, rimase solo l'uomo, con le mani al suolo. La sua voce era straziante, chiamava l'angelo, sperando in una sua apparizione.

- Ti prego angelo mio, vieni da me.

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