Prologo

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Non ci sono regole in questo gioco. Lui guida tutto, io resto sospesa in quella che dovrebbe essere la mia vita. Già... la mia vita! E cosa ne resta? Una figlia che non conoscerà la verità, un marito ignaro e un senso di colpa che mi porterà a marcire dentro. Non c'è nulla che abbia un senso, niente che rappresenti la realtà com'è davvero. Tutta la mia maledetta esistenza è una falsità. Quello che di me la gente conosce è ciò che ho inventato per gli amici, per la mia famiglia... per mia figlia. A volte la menzogna fa meno male della verità.

Guardo quei dolcissimi occhi vispi che mi seguono a ogni movimento. Le iridi verdi sembrano rincorrermi mentre riassesto la stanzetta. Appena mi volto a guardarla, il suo musetto si allunga in un divertente sorriso. Lo accompagna uno stridio di gioia che echeggia in questa casa che profuma di bimba. La culla dondola appena adagio le mani sulla barra di legno dipinta di bianco. Sporgo la testa per osservare meglio questa creatura divina. I miei boccoli le arrivano quasi sul viso, con le manine afferra le mie ciocche già decolorate, non dal tempo ma dalla sofferenza.

"Chi ti ha creata ha il mio cuore in pugno,

dormi, amor mio,

la dalia fiorisce con me nel mese di giugno..."

Canticchio quelle frasi più volte al giorno e, come incantata, lei mi osserva felice. Continuo la filastrocca fino a quando si addormenta.

IL GIOCO DELL'AMANTE - Diario di un amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora