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Christian era stato in giro per locali quella notte. Praticamente doveva farlo per contratto. L'idea era quella di conquistare le copertine e fare in modo di far innamorare di lui quanta più gente possibile. Già perché, di fatto, era lui il collante della squadra. Quello che faceva ridere, quello che li difendeva, quello che li consolava, quello che decideva cosa dovessero fare.
Nonostante ciò, però, agli occhi del mondo la maggior parte dell'attenzione era per Mattia.
La cosa a Christian non dava molto fastidio, anzi, fosse stato per lui avrebbe preferito che la situazione restasse quella. All'inizio, forse, era stato un po' invidioso, colpa del suo inguaribile narcisismo. Ma con il tempo, aveva visto
Mattia non poter uscire di casa, doversi nascondere, dover ogni giorno leggere qualche balla inventata dai media.
Anche per loro era così. Lui, Luigi e Alex erano comunque famosissimi e venivano assaliti spesso e volentieri da ragazzine urlanti, o dalle loro madri che mandavano avanti le figlie credendo di mantenere, in questo modo, un po' di dignità. Be non lo facevano. Però le bambine erano così adorabili che Christian, nonostante la sua innata acidità, non riusciva proprio a non sciogliersi.
Maledette, subdole madri arrapate.
Mattia comunque era quello messo peggio di tutti.  Per questo era sull'orlo di un esaurimento nervoso. Per questo christian si era prestato per serfare sulle luci della ribalta. Era decisamente più adatto di Mattia. Almeno lui non si sarebbe risparmiato dal dispensare rispostacce, a meno che non si fosse trattato di bambini, in quel caso, vedi sopra.
Tra le varie cose che doveva fare c'era andare per locali, farsi fotografare, usare i social come una ragazzina adolescente. E poi c'era l'ultima richiesta. Quella che lo aveva decisamente turbato di più. Quella che, secondo il suo parere da essere superiore, era decisamente inutile ed insensata.
Non avrebbe mai dimenticato la faccia compiaciuta di Todaro mentre glielo comunicava nel mezzo della riunione di qualche mese prima.
L'idea era nell'aria da tempo e dopo l'ultima crisi di pianto di Mattia che era stato rincorso uscendo da una gelateria, era chiaro che i tempi dovessero essere affrettati.
Per questo si erano visti tutti e quattro nello studio di Todaro ed avevano messo a punto il piano "sharing fandom is caring". La sua proposta di chiamarlo "togliamo le pazze di torno a Mattia" era stata inspiegabilmente bocciata. Alex aveva detto che il nome fosse troppo lungo  incontrando il favore di Todaro. Christian quella notte gli aveva riempito le ciabatte a forma di hamburger (le sue preferite) di dentifricio.  Quando un Alex  infuriato, dopo aver sbraitato mezz'ora, gli disse che almeno avrebbe potuto chiedere scusa, Christian scrollò le spalle e rispose "E' troppo lungo Rina".
Ma torniamo alla riunione. Todaro aveva spiegato tutto nel dettaglio e, alla fine, lo aveva guardato  e lo aveva detto mentre con noncuranza si accarezzava il mento.
-Devi fare un po' come fa Mattia sul palco. Muoviti, scuoti i fianchi, ammicca al pubblico, sii sensuale- Christian si accigliò senza riuscire a capire cosa realmente intendesse.
-Sì, insomma, fai la sgualdrina!-
Le reazioni furono le seguenti.
Christian: espressione vuota e scioccata.
Mattia: "Ehi io non faccio la sgualdrina"
Christian: espressione vuota e scioccata.
Alex: impassibile per paura di ritorsioni.
Christian: espressione vuota e scioccata.
luigi: sotto la scrivania di Simon a ridere.
Christian: espressione vuota e scioccata.
Perché andiamo, Christian era il maschio alfa del gruppo, oltre che il maschio della coppia. Lui non faceva il sensualone, non sculettava, non saltellava con le ali di VS e, sicuramente, non faceva la sgualdrina. Mattia faceva la sgualdrina. Ed era anche incredibilmente bravo in quello. Nessuno meglio di lui sapeva come fosse bravo Mattia a fare la sgualdrina quando voleva, soprattutto se si metteva in ginocchio, soprattutto se parlava con quella bocca sporca indossando biancheria di pizzo, e soprattutto se...
Ma questi pensieri non erano decisamente da fare in quel momento.
Ripresosi dallo shock, guardò verso il suo fidanzato imbronciato. Sbuffò pesantemente.
-Suvvia Christian, comincerai piano piano, vedrai che alla fine ti abituerai!-
E così alla fine cedette.
In realtà, fino a quella sera, non è che avesse fatto poi molto. Ogni volta si riprometteva di fare qualcosa ma poi all'ultimo gli sembrava troppo imbarazzante. Poi l'illuminazione.
Era sul palco e stava ballando il suo assolo quando decise di tentare con qualcosa di appena accennato e che ai suoi occhi sembrava abbastanza innocente.
Prese la felpa che indossava slacciata e molto lentamente, quasi casualmente, mentre continuava a ballare ed accennava appena un movimento di fianchi, accennò un sorriso malizioso al pubblico, la fece scivolare lungo le braccia toniche per poi sfilarla e lasciarla cadere a terra.

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