Una goccia, due gocce, tre gocce.
Piano piano sta cominciando a piovere, mia nonna mi diceva sempre che quando piove significa che le nuvole stanno piangendo, sono state ferite, devono sfogarsi e in questo momento sembra la descrizione perfetta di come sono io ora.
Sono seduta su una panchina in uno dei tanti parchi di bergamo dopo essere appena andata via dal bar dove ero insieme al mio ormai ex gruppo di amiche di scuola, non voglio sinceramente ripensare al perché.
Non so cosa fare ora, il prossimo treno parte tra mezz ora ma non riesco a arrivare in tempo e quello dopo passa tra un ora e mezza, andare ora verso la stazione non mi va, c è troppa gente e non voglio trovare qualcuno che mi conosce.
Qua al parco non c è nessuno, e uno dei meno frequentati, anche se a parer mio è uno dei più belli, penso di stare qua ancora mezz'ora poi vado a prendere il treno, anche se penso che arriverò completamente bagnata.
Sento dei passi avvicinarsi a me, potrebbe essere chiunque da un cane a un maniaco, anche se un cane dalla pesantezza dei passi non si direbbe.
Chiudo gli occhi per godermi ancora un attimo il rumore della pioggia prima di essere disturbata del tutto.
"Ei, tutto ok?"
Apro gli occhi e mi ritrovo un ragazzo davanti a me, lo guardo male, meglio non fidarsi degli sconosciuti.
"Tieni, che se no ti bagni tutta"
Mi sta passando il suo ombrello, si ok ma dopo si bagna lui quindi non ha molto senso come cosa.
Vede che non lo prendo e sbuffa.
"Come ti chiami?"
Non so se rispondergli, cioè magari vuole stuprarmi, cosa ne posso sapere io.
"Chiara" Le parole mi escono da sole senza pensare dopo qualche secondo.
"Ok Chiara io sono Jack piacere. Ora mi dici cosa fai a quest'ora da sola sotto la pioggia?" No non penso glielo dirò.
"Di dove sei Chiara?" Si sta sedendo in oarte a me sulla panchina. Ma che problemi ha.
"Ti hanno mai insegnato a farti i cazzi tuoi?" Lo sconosciuto di nome Jack mi guarda male, ok si ho fatto una cazzata, sono cogliona, devo rimendiare.
"Scusa non volevo, sono nervosa, lo so che questa non è una scusa ma ti giuro che mi dispiace" Spero che abbia capito che mi dispiace davvero se no penso di ammazzarmi.
"Tranquilla, capita a tutti" Ok mi sta sorridendo, forse non è un maniaco.
Rimaniamo in silenzio sulla panchina per ancora una decina di minuti a ascoltare il rumore della pioggia che cade sul pavimento. Amo queste vibes, potrei rimanere qua per ore senza neanche accorgermene.
Cazzo quanto tempo è passato? Se non vado ora perdo il treno.
"Scusa devo andare in stazione ora se no perdo il treno" Spero che non pensi che sia una scusa.
"Se vuoi ti accompagno"
"No no tranquillo, la stazione è abbastanza lontana e il treno parte tra poco quindi penso pure che correrò"
"Sicura?"
"Si si, ciao e scusa ancora per prima"
Detto questo comincio a camminare verso la stazione, no più che camminare sto correndo.Appena in tempo ce l'ho fatta, non penso di aver mai corso così veloce nella mia vita.
Il treno parte e io tiro fuori le cuffiette, abito in un paesino che non si caga nessuno poco fuori Bergamo, sono tipo 15 minuti di treno quindi ho un po' di tempo per ascoltare la musica.SPAZIO AUTRICE
giorno
questa è la mia prima storia e si non sono molto brava.
se vedete errori correggetemi pure.
spero che sta storia piaccia a qualcuno.
devo anche cercare una copertina decente 💀