Strange meetings.

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Una strana vibrazione mi fa sobbalzare e sbattere la testa contro il muro: bel colpo Cheyenne, letteralmente. Guardo il display del cellulare e la vibrazione era dovuta ai 10 messaggi che Sam mi aveva lasciato.

"Cheyenne svegliati, so che stai dormendo. Non faresti mai tardi a scuola."

"Cheyenne ti senti bene? Mi sto preoccupando, rispondimi appena puoi."

"Giuro che vengo a prenderti fino a casa."

Do uno sguardo all'orologio posto sulla parete difronte a me e, con fatica, realizzo che sono le 7.30 am e che ero maledettamente in ritardo. Sposto velocemente le coperte e scendo dal letto a piedi nudi, rabbrividendo per il contatto della pelle con il pavimento freddo. Entro in bagno e faccio una doccia veloce raccogliendo i capelli per non farli bagnare. Esco dal bagno con un asciugamano addosso e prendo dall'armadio la prima cosa che mi capita fra le mani: una felpa grigia e un pantalone scuro. Indosso le scarpe dello stesso colore della felpa e carico lo zaino sulle spalle scendendo di corsa in cucina dove trovo mia madre mentre fa colazione: mangia tanto, dopotutto deve mangiare per due e non la biasimo.

-Mamma vado di fretta, compro qualcosa al bar della scuola non preoccuparti!- le do un bacio veloce sulla guancia e mi sorride annuendo.

Avrei dovuto correre e non poco, gran problema. Non ci penso e corro velocemente provando a non fare tardi a scuola: sarebbe stato il mio primo ritardo e non mi andava, ci tenevo molto. La scuola distava 10 minuti dalla mia abitazione e di questo passo ci sarei arrivata subito. Il freddo mi graffiava la faccia durante la mia corsa e avevo il respiro affannato, i capelli andavano per i fatti suoi ma non mi importava. Il respiro si faceva sempre più affannato e le mie forze diminuivano ad ogni passo che compivo.

Mi fermo poggiando le mani sulle ginocchia mentre prendo un respiro profondo. Riprendo a camminare, ma dopo aver svoltato l'angolo le mie forze vengono meno.

Buio.

Sento il mio corpo essere sollevato da due braccia forti mentre non riesco a reagire per ribellarmi. Cosa vogliono farmi? All'improvviso vengo poggiata su un qualcosa di morbido mentre una portiera si chiude.

-Ragazzina, svegliati.- mi da dei leggeri colpi sulle guance mentre la sua voce mi entra in testa. -Dio santo, perché me ne dovevo occupare proprio io? Cazzo mi passa per la testa?- la sua voce continua ad imprecare mentre io riesco a riprendere conoscenza.

-Mhh..- mormoro mentre apro lentamente gli occhi mettendo a fuoco il posto in cui mi trovavo. Mi accorgo di essere seduta su un sediolino nero di una macchina, il finestrino era leggermente aperto per far entrare un pò d'aria, la macchina era spaziosa e un profumo fresco la riempiva. Mi giro dall'altra parte e ritrovo due occhi verdi a fissarmi con insistenza coperti in parte da alcuni ricci scompigliati. Sbatto più volte le palpebre per mettere meglio a fuoco il viso scocciato davanti a me e lo riconosco: Harry, il ragazzo di cui mi parlava Sam ieri.

-Che ci faccio qui?- esclamo con agitazione mentre lui continua a guardarmi. -E per di più, insieme a te.- lo squadro dalla testa ai piedi.

-Mettiamo in chiaro una cosa, io non avrei neanche voluto occuparmi di te. Mi stai solamente facendo perdere del tempo prezioso.- mi guarda con disprezzo mentre i suoi occhi si riducono a due fessure verdi.

-Allora perchè l'hai fatto e perchè sono qui..con te?- incrocio le braccia e cerco di alzarmi dal sediolino mentre un mal di testa mi colpisce.

-Perchè sei svenuta, se non te ne fossi accorta, intelligentona.- esclama con tono ovvio mentre continua a parlare.- Come mai sei svenuta? Non hai mangiato stamattina?- il suo tono ritorna calmo mentre continuo a guardarmi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 14, 2015 ⏰

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