L'autostrada che costeggiava i fitti boschi di Abomaso era una delle meno trafficate dello stato, di solito ci si passava quasi per sbaglio e i pochi che la imboccavano con uno scopo, lo facevano per lasciarsi alle spalle i palazzi di ferro e cemento che chiamiamo civiltà.
Il turno serale di Charlie Mactavish era sempre stato tranquillo, iniziava alle dieci di sera e staccava alle nove del mattino, aveva preso però l'abitudine da stacanovista di presentarsi a lavoro un paio di ore prima per chiacchierare con i suoi colleghi e aiutarli se avevano bisogno di una mano con lo scarico merci o a rifornire gli scaffali di schifezze e bibite energetiche.
Non lo faceva certo per senso del dovere o perché si divertisse, aveva bisogno di soldi e le difficoltà di un genitore single con una figlia a carico erano abbastanza da fargli cercare una promozione anche in un distributore di benzina in mezzo ai boschi.
«Allora io vado Mactavish, niente furbate eh? In città Samhain potrà essere un periodo per bighellonare ma non qui.»
«Si signor Brown, è stato perfettamente chiaro la prima volta che me lo ha detto.»
piccolo ometto triste e bastardo.
Non era la prima volta che doveva mordersi la lingua con il suo superiore, Charlie aveva avuto una dose generosa di rospi da ingoiare nei suoi trentanove anni, ma niente lo aveva preparato al signor Brown, il suo essere sempre scontroso e quel suo parlarti con aria di sufficienza, come se anche le nozioni più basilari faticassero ad entrarti in testa e lui avesse ogni risposta al mondo, lo rendevano insopportabile.
Non erano quelli i motivi per cui Charlie lo disprezzava però, ricordava il suo primo giorno perfettamente, Rob un vecchio amico, gli aveva proposto un lavoro, pagavano bene e i prezzi delle case erano abbordabili, in più il posto era parecchio lontano da Chicago e Rosie.
Accogliendo la notizia come la seconda venuta di Cristo, si era precipitato ad Abomaso in un pomeriggio assolato, Ruth gli teneva ancora il broncio e piangeva a ritmo costante nonostante capisse il motivo della loro fuga, Charlie aveva provato a farla ragionare ma era evidente si sentisse in colpa, alla fine ci aveva rinunciato, non sapeva come affrontare un simile argomento, aveva sempre creduto che fare il padre si limitasse a mostrare affetto di tanto in tanto e ad ascoltare quello che tua figlia aveva da dirti, quell'esperienza gli aveva dimostrato quanto si sbagliasse.
Erano in viaggio da giorni e arrivarono in un tardo pomeriggio, il Signor Brown era stato categorico, ancor prima di vedere la casa, Charlie doveva presentarsi a lavoro per un colloquio, affamato e stanco quindi l'uomo si era fermato alla stazione di benzina, aveva lasciato la figlia in auto e si era sistemato meglio la cravatta.
Ad aspettarlo c'era un ometto basso e tarchiato, con ormai più rughe che capelli, Il colloquio di lavoro si limitò ad una stretta di mano, poi il signor Brown con il suo sorriso viscido tutto gengive gli aveva detto una frase che avrebbe cambiato tutto.
«Il posto è tuo, volevo solo controllare di persona che non fossi un negro o un muso giallo.»
Charlie che aveva la rara dote di una calma ferrea, era riuscito a non far trasparire le sue emozioni, avrebbe voluto andarsene a gambe levate e sospettava che il vecchio che gli stava davanti non aspettasse altro, ma non poteva farlo, non arrivati a quel punto, se doveva scegliere tra il far dormire per il sesto giorno di fila la sua bambina in auto e rimanere fedele ai suoi ideali, o darle una prospettiva per il futuro per quanto piccola vendendosi l'anima, non aveva alcun dubbio su cosa fare.
Sorrise e annuì come se avesse appena sentito la battuta più divertente del secolo.
«Vedi di controllare la ghiacciaia, ho trovato di nuovo le scorte in disordine.»
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Una notte nello stomaco
HorrorDopo un rocambolesco divorzio, Charlie Mactavish accetta un lavoro propostogli da un amico, vicino un inquietante cittadina di cui non ha mai sentito parlare, portandosi dietro la figlia. I mesi passano normali finchè non accade qualcosa di particol...