XIV

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(Einar)

Chloe ruotò gli occhi, ripensando al leprotto e quanto fatica avesse fatto per acchiappare lui e i suoi fratellini. I boschi del sud-ovest erano gremiti di rampicanti, i grandi predatori erano svantaggiati e talpe, volpi e altri animali avevano tane nascoste ovunque.

«Ho dovuto!» boccheggiò. «Giusto. Anche lui è un Licantropo. È un alpha!»

Bjørn saltò, girandosi su se stesso. In riflesso afferrò l'arma legata alla cintola e si guardò intorno. «Glielo hai detto. Sai che ti faranno se scoprono che hai portato qui un estraneo del mondo fermo o che faranno a lui?»

«C'è stato un incidente nel bosco.» Bjørn dedicò uno sguardo minaccioso a Joe e lui ricambiò. Notò un cristallo uguale a quello di lei. «Pensavo di essere stata io all'inizio ad attivare il potere del cristallo, ma è stato qualcun altro. Joseph era con me quella sera, ci siamo ritrovati nel territorio dei lycan e siamo stati attaccati. Siamo scappati dalla scogliera e ci stavamo dirigendo alla Lega. Ci hai preceduto di qualche ora.»

Joseph ripercorse quell'assurda storia che ad orecchi inesperti sarebbe parsa uno scherzo di pessimo gusto. Erano saltati da una scogliera per fuggire da un branco di mostri assetati di sangue, Chloe si era trasformata in un lupo e dovevano viaggiare in un'isola magica, ricolma di pericoli. A sentirla in quel modo pareva un'avventura di Dungeons & Dragons scritta da Clarisse.

Bjørn rifletté. «Che ci facevi nel bosco da sola con lui?»

Chloe raccontò a Joseph le gesta di Bjørn, di quanto fosse un ragazzo forte e un alpha saggio. Proveniva da una famiglia di Licantropi ed era diventato uno dei membri della Lega prima degli altri, aveva affrontato nemici da ogni dove ed era uscito vincitore.

«Hai vinto un torneo con i tuoi poteri? Lo considerate imbrogliare?» bisbigliò Joseph, sapendo che l'udito fine dei lupi lo avrebbe fatto sentire anche da Bjørn, parecchi metri più avanti. «Che senso ha fare partecipare le persone comuni allora?»

«Ci sono regole» spiegò Chloe. «Il torneo della Lega serve a decretare i migliori guerrieri di Arcadia, da millenni non si sono create divisioni. Il censimento li obbliga a dichiararsi in anticipo.»

«Ah, quindi è un "combatti contro qualcosa che può ucciderti e se perdi cazzi tuoi". È molto onesto» soffiò. «Come può una persona vincere?»

«Chloe ha vinto. Anche Dylan» commentò Bjørn scontento. «Se usi scuse simili per giustificare i tuoi fallimenti non andrai da nessuna parte. Rivaluta le tue vedute, umano.»

Joseph andò su tutte le furie, voleva fargli notare che fosse il migliore portiere sotto i vent'anni in Inghilterra, grazie a lui la Royal Oxford Academy aveva vantato vittorie, sponsor e notorietà. Di certo non aveva bisogno di essere un Licantropo per fare la differenza, tanto meno si sarebbe vantato.

«Sii gentile» lo rimbeccò Chloe.

«Tu come ti senti? Va tutto bene?»

Bjørn la studiava in modo evidente. Da quando aveva lasciato Arcadia con Ru aveva perso le tracce dell'amica, aveva mandato i suoi beta per rintracciarla senza successo. Ru era un maestro in cose simili, alcuni braccatori giuravano di aver intravisto un enorme lupo nero aggirarsi presso lo stretto di Voli En. Andava e veniva silenzioso, illudendo chiunque lo volesse cacciare.

La Grande montagna sbucò oltre la foresta e dei fuochi illuminarono la strada per accedervi sul sentiero principale. Due Licantropi grigi saltarono guardinghi nel vedere il loro alpha tornare e Bjørn dovette specificare che Joseph fosse un ospite affinché smettessero di ringhiargli addosso.

«Il passaggio di Med Blàden è controllato dalle guardie reali, se una di loro dovesse vederti finiremmo nei guai» disse Bjørn sbrigativo, indicando il percorso sullo stretto. «Avvertirò io Alba quanto prima e vedremo come mandarvi via. Se Gwyn ti vedesse...»

Imperial wolver IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora