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Il pomeriggio seguente Chloe andò nel bosco, laddove sapeva si trovasse il branco. Il tempo aveva dato una minuscola tregua in quelle ore, la pioggia aveva smesso di abbattersi su Wolverhampton, lasciando i campi e le strade allagate. La nebbia si era alzata e aveva invaso i quartieri, si sentivano macchine senza vederle.

Rowan la aspettava per primo, il ragazzino aveva i capelli bruni, sporchi di terriccio e se li grattava spesso. Sul viso c'erano delle vecchie cicatrici dell'acne che la trasformazione gli aveva tolto.

«Pensavo non ti presentassi» ringhiò innervosito, appoggiato al tronco di un albero. «Ru mi aveva incaricato di venirti a prendere con la forza se fossi avessi tentato di scappare. L'idea mi piaceva parecchio.»

Chloe scivolò su una pozza di fango e si sporcò le scarpe. Sua nonna l'avrebbe sgridata, una volta era tornata di notte e aveva lasciato delle orme dappertutto, ma preferiva pulire anziché saperla senza scarpe da qualche parte.

«Ci stavo pensando» gli assicurò. «Ma Ru mi ha detto che non posso ucciderti e sono stata costretta a desistere... È divertente quando vi fa urlare!»

Chleo era saltata fuori e si tappò la bocca con una mano, masticandosi la lingua. Rowan si staccò dal tronco e fece due passi, pensando di attaccare. Rammentò gli avvertimenti di Gideon e Andrew, avevano visto di persona quanto potesse diventare feroce in uno scontro e l'istinto di sopravvivenza lo fece desistere.

«Ti tratta con troppo riguardo. Se fossi l'alpha...»

«Non lo sei» lo liquidò. «Se vuoi esserlo puoi sfidare Ru o crearti un branco tuo, sebbene dubito che qualcuno ti seguirà di sua spontanea volontà. Portami da lui, sono stufa di parlare con te.»

Rowan schioccò la lingua. Gettò un'occhiata storta al cappotto arancione e ai guantini, i Licantropi non soffrivano il freddo e, specie quelli nati nel nord, avevano una concezione diversa del gelo. Alcuni dicevano le avevano le vene congelate. Aveva visto Rachel senza vestiti quasi ogni giorno e il fatto di vedere la preferita dell'alpha coperta da cima a fondo, confondendosi con gli altri umani, gli fece montare addosso una nota di rabbia.

«Patetico» sussurrò lei tra le labbra, abbastanza forte da farlo sentire.

Le emozioni che sprigionavano le creature senzienti erano un chiaro indice sulle loro future intenzioni, pur senza usare il suo dono avrebbe capito le mosse di Rowan senza difficoltà e le avrebbe anticipate.

Ru e gli altri membri del branco li aspettavano pazienti, l'alpha stava già parlando e dallo sguardo Chloe seppe che fosse qualcosa di grave e poco piacevole. Di rado con Ru era il contrario. Rachel era pallida e i ragazzi più piccoli avevano gli occhi lucidi.

«Finalmente, pensavo di doverti rincorrere» la prese in giro e Chloe evitò di rispondere. «Tendi le orecchie» le ordinò.

Sapeva cosa intendesse con quelle parole e si zittì per concentrarsi.

«Abbiamo un problema. Quando siamo arrivati qui ho avuto una strana sensazione, come se questa città fosse maledetta e mi chiamasse. I recenti sviluppi ci hanno costretti a fermarci più a lungo del previsto e non era perché mi piacesse la pioggia. Chloe ha fatto del suo meglio per tenermi occupato e mi ha permesso di notare delle cose: c'è una spia» sentenziò amaro.

Un leggero mormorio si levò nel gruppo.

«Mesi fa avevo mandato Chloe e un altro beta a prendere una cosa e hanno avuto dei problemi. Definirli in questo modo è riduttivo, Noah è morto e lei è fuggita, ha preferito allearsi con l'OverTwo, con dei nostri nemici umani, anziché tornare da me... Venendo in questo posto sperduto pensavo a come l'avrei uccisa e lo avrei fatto se non fosse per una cosa: è l'unica persona che mi serve. Ecco perché siete qui. Benvenuti al vostro esame.»

Imperial wolver IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora