All'inizio è tutto buio.
Come quando apri all'improvviso gli occhi nella notte e non riesci a mettere a fuoco quello che ti circonda.
Ho gli occhi aperti, ma non vedo nulla. C'è anche un silenzio assordante.
Non riesco a percepire nulla. Né il mio corpo. Né il battito del mio cuore.
Non so nemmeno dove mi trovo.
Forse sto sognando?
Poi, piccola come una lucciola, vedo una luce. È lontana, ma è rassicurante in tutto questo buio e silenzio.
La luce si fa via via più grande.
Comincio a sentire consapevolezza di me stessa.
So di avere due mani. Le vedo tese di fronte a me. Rimango ad osservare per qualche secondo le mie unghie bianche, pulite, senza l'ombra di smalto. Poi i miei occhi si accorgono che vicino alle mani ci sono i polsi. Poi due braccia. Poi un torace.
Porto entrambe le mani al petto.
Non sento battere il mio cuore. C'è solo silenzio.
Merda.
Forse sono morta.
Merda.
E adesso cosa faccio?
Ma se sono morta, dove mi trovo?
Perché è tutto buio?
Non dovrei essere nella luce?
All'improvviso, come in risposta alla mia domanda silenziosa, appare un flash di luce bianca.
Chiudo gli occhi, accecata per un momento.
Quando li riapro, lentamente, facendo attenzione a sbattere piano le ciglia, sono in un posto diverso. Mi sembra una spiaggia, ma non ne sono sicura. La sabbia è troppo bianca, così come il mare.
Mi rendo conto di essere seduta con le ginocchia rannicchiate e strette nelle braccia. Cerco di aprirle piano piano, per capire se ancora il mio cervello riesca a comandare il mio corpo. Fino adesso non mi ero accorta di essere completamente nuda.
Come se qualcuno avesse sentito i miei pensieri, accanto a me compare un vestito bianco. Mi affretto ad indossarlo, ma non perché sono nuda, ma perché sento di non essere più da sola in questa spiaggia.
Non vedo però ancora nessuno. Lo percepisco e basta.
Mi avvicino al mare, per guardare il mio riflesso. Lo vedo come se mi stessi guardando ad uno specchio.
Il mare è trasparente. Forse non è nemmeno mare.
Mi concentro sulla figura che vedo riflessa. Riconosco il mio viso: i miei occhi scuri, in questo momento preoccupati e confusi; il mio naso piccolo e la mia bocca a bocciolo di rosa, come la chiamavano sempre in famiglia. Poi abbasso lo sguardo sul mio corpo: forse è solo dovuto al riflesso ma mi sembro ancora più minuta, più piccola di quello che già sono. Potrei avere sedici anni, così come dieci. Non vedrei differenza.
Il vestito mi copre fino alle ginocchia, è di semplice raso bianco con le spalline. I miei capelli sono sciolti sulle spalle e mi sembrano ancora più lunghi del solito...
Da quanto tempo sono qui?
Quanto tempo è passato?
Vedo comparire sul mio viso un riflesso di paura. Mi guardo intorno, ma ancora una volta non vedo niente. Solo chilometri e chilometri di sabbia bianca e mare bianco.
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I mostri che ci portiamo dentro - Parte II
Fanfiction"Carmine mi fissa per qualche istante. E in questo istante ripercorro tutti i momenti passati insieme: dalla prima volta che i nostri occhi si sono incrociati nel corridoio dell'Ipm, al nostro scontro ravvicinato nella dispensa di Tonino; e poi anco...