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"Mi hanno derubato"

Questa è l'unica cosa che ho sentito nel lungo discorso di Robert Arrow, mio padre.

Sapete quelle persone che dicono -i soldi non fanno la felicità- ecco dicono cazzate, in questo caso non potrei dire che non sono una spendacciona fissata con il denaro, perché è proprio quello che sono.

Nella mia famiglia non sono mai mancati i soldi, mai, ho sempre avuto tutto quello di cui avevo bisogno o che semplicemente desideravo.

Vivo a Beverly Hills e qua nessuno, e dico nessuno è a al verde, nessuno tranne gli Arrow.

Non so come comportarmi in questa situazione, sono sicura che mio padre stia dicendo altro e che probabilmente stia spiegando come è andata ma sono ferma a quella piccola frase, così piccola ma così grande.

La mia sveglia del ritardo a scuola suona, e non succede quasi mai, dovevo essere fuori di casa circa dieci minuti fa.

«E adesso come si fa?» domanda mio fratello seduto vicino a me fregando le mani sulla faccia.

«La risolverò io come sempre, volevo solo informarvi, troverò qualche modo, ora andate a scuola» mi alzo senza dire una parola, prendo lo zaino ed esco, sono ancora scioccata.

Forse avrei dovuto ascoltare come hanno fatto a derubarlo.

Sono Helena Arrow ho diciassette anni e faccio parte di una delle famiglie più ricche di Beverly Hills, o forse dovrei dire facevo.

Ad ogni modo, frequento una delle scuole più prestigiose di BH, mi piace molto come città, ed è adatta per me, qui non vieni accusato di essere un figlio di papà perché sono esattamente tutti così, siamo divisi in due classi sociali, i ricchi e i ricchissimi, i ricchi penso siano i benestanti di qualsiasi altro paese del mondo, non ci sono i poveri, probabilmente la mia famiglia potrebbe essere la prima, ma apparte gli scherzi è davvero così.

Sistemo la gonna blu della mia divisa prima di salire in auto, Toni, il nostro autista mi fa un cenno di sorriso per salutarmi e ricambio.

Mio fratello si siede alla mia destra e prende il cellulare, digita i tasti delle lettere ma non riesco a vedere cosa scrive a causa della sua nuova pellicola che non fa vedere assolutamente nulla, il che mi da fastidio, sono una persona estremamente curiosa, non è che io voglia farmi i fatti degli altri, ma se sento arrivare un messaggio probabilmente andrei a vedere chi l'ha mandato, cosa ha scritto e forse pure l'orario, anche se non è il mio cellulare.

Mi sporgo nella sua direzione per vedere, ma lui si scansa, missione fallita.

Hunter Arrow è mio fratello gemello, la mia versione al maschile solo con più lentiggini, è una persona molto vanitosa, è molto geloso ma non possessivo e l'unica cosa che sa fare nella sua vita è giocare a baseball, nel resto?

È inutile.

Mi arriva un messaggio.

«Dove sei finita?» la mia migliore amica mi cerca, di solito non faccio ritardo, ma questo è un caso a parte.

« Ti muovi? Cosa è successo » ne manda un'altro seguito da ben tre emoji arrabbiate.

« Sto arrivando » scrivo velocemente perché siamo davvero arrivati e non vorrei perdere ancora tempo a spiegarle cosa è successo.

Toni ci apre la porta così scendiamo salutandolo e ci mettiamo in cammino.
Da lontano vedo la ragazza fuoriosa che fa un cenno con le braccia come per dire -aleluia- che mi fa sorridere.

« C'è l'avete fatta? » sbatte le mani sulle braccia.

« Abbassa i toni bella bionda » risponde ironico mio fratello scompigliandole i capelli, lei si ritira dal suo tocco ridendo.

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