Ripicche

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"Ehi So, come stai? Ci pensi qualche volta a me?
Sono passati due mesi ormai, forse ti sei dimenticata di me, della nostra bottiglia, del nostro scoglio... Ma io no!
Sai, ora, studio a Firenze. Tu sei a Bologna, giusto? Pensavo che potremmo sentirci e, perché no, magari, vederci:)
Ps. Ho parlato con Sam e so perché non mi hai mai risposto. Potevi parlarmene! Comunque ora sono single!"

So si era talmente convinta di averlo dimenticato che si stupì nel sentire i battiti del suo cuore accelerare, gli occhi inumidirsi e i muscoli del viso tendersi in un tenero sorriso.

Era bastato quel messaggio per far riaffiorare in lei la speranza che quei cocci di porcellana, di cui erano formati i suoi sogni, potessero essere incollati assieme per dar vita ad un lieto fine degno della miglior fiaba della Disney.

So era così: le bastava un piccolo mattone ammaccato per costruire un castello gigantesco.

O., d'altro canto, era allibita e perfino un pochino scocciata, osservava il colore riaccendersi sul viso dell' amica e non si dava pace.

Com'è possibile che le basti un messaggino insignificante per sorridere come una cretina? Come fa a credergli con così tanta facilità, dopo che lui le ha mentito spudoratamente guardandola negli occhi? Come puoi essere così ingenua So? Come puoi anche solo pensare di non rispondergli con un bel "vaffanculo"?...

"O., che cosa devo fare? Gli rispondo ora?"

"Non se ne parla nemmeno! Spegni subito quell'Iphone! Poi, se domani ti svegli ancora convinta di volergli rispondere, lo farai!"

"Ok, capo! Buonanotte", detto questo So si addormentò beatamente: era serena, si sentiva in pace con il mondo quella notte.

O., invece, non riusciva a prendere sonno, si girava e rigirava nel letto, aspettando che Morfeo l'accogliesse tra le sue braccia, ma invano.

Era passata almeno mezz'ora da quando So si era addormentata, O., ancora sveglia, suo malgrado, aprì il cassetto del suo comodino, ne sfilò la sua Moleskine e si mise a scrivere.

La scrittura era il suo modo di esprimersi, di sfogarsi e di liberarsi la mente: riportava su carta il turbinio di pensieri che le agitava la mente, imbrattava un foglio bianco di segni e parole e, solo così, riusciva a calmarsi.

- Dal diario di O. -

23 ottobre ore 00:40

Gli uomini dolci, i romantici, quelli delle canzoni sdolcinate, quelli del cappuccino con la schiuma che disegna un cuore, quelli dei petali di rosa sul letto, quelli del sesso che non è sesso ma amore...
Ecco, questi sarebbero gli uomini giusti, quelli che le donne dovrebbero fare la fila per sposare, e, invece, noi, donne moderne, che ci siamo fatte da sole, scegliamo sempre quelli sbagliati.
Infatti, le donne di oggi non sognano di vestire i panni di Cenerentola, loro sperano, un giorno, di diventare Elizabeth Swan, che sceglie di combattere al fianco di un pirata piuttosto che sposare un commodoro; cercano il cattivo che si redima per loro, il vampiro che le faccia desiderare di non essere umane: vogliono essere sedotte, rapite, respinte e abbandonate.
Noi donne, pur consapevoli di cacciarci in un gioco pericoloso, ci lasciamo trascinare nelle tenebre, giochiamo con il fuoco, come pazzi giocolieri che lanciano in aria delle torce accese e poi le afferrano al volo, pur sapendo di avere le mani bagnate di benzina: ci lasciamo bruciare e ne proviamo un piacere perverso. Lottiamo ogni giorno per vedere quello sguardo strafottente incrociare i nostri occhi, ci crogioliamo nell' illusione che saremo proprio noi le fortunate, quelle che non verranno usate e poi gettate via al primo cestino disponibile. Ci ripetiamo speranzose: "Io, per lui, sono diversa!", e puntualmente ci lasciamo ingannare dai battiti frenetici del nostro cuore e dalle loro paroline dolci.
La realtà, però, è una sola: i pirati sono fuorilegge, incostanti, ladri ed hanno una donna diversa in ogni porto; cosa mai ci farà pensare che vogliano trasformarsi in principi azzurri tutti monogamia e buone maniere? Loro arrivano sul loro vascello, capace di sfidare le onde più alte, si fermano nelle nostre città per fare razzie, non ci tolgono ori o gioielli, ma ci rubano il cuore e l'istinto di sopravvivenza.

Giocattoli RottiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora