Epilogo

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La tensione era palpabile nell'aria. Era arrivato il gran giorno.
Ermal camminava per il lungo corridoio mentre pensava che quello sarebbe stato uno dei primi giorni più importanti della sua carriera musicale, uno dei primi perché era fiducioso nel suo talento ma era altretranto terrorizzato da quello snervante step che stava per affrontare: il giorno della sua Laurea.

«Amore mio sei fenomenale, andrà benissimo» Fabrizio era ormai ufficialmente il ragazzo di Ermal, la sua anima gemella, tutti all'università lo sapevano e qualcuno li invidiava pure.
Ermal rivolse un'occhiataccia nervosa al ragazzo poco più grande di lui scuotendo la testa piena di ricci da un lato all'altro.
«Facile parlare per te adesso, sei mastro di composizione da mesi ormai, la tua tesi era da 110 e lode» disse non nascondendo il compiacimento nella sua disperazione.
«Capisco che cantare davanti a tutte quelle persone possa metterti ansia per le sorti della tua esposizione, ma lo hai scelto tu» ricordò Fabrizio non essendo molto d'aiuto «potevi scegliere di parlare soltanto dell'argomento della tesi e suonare il piano come la maggior parte qui» continuò indicando le persone intorno a loro sparse per il lungo corridoio che anticipava all'aula magna dove un altro gruppo di laureandi stava passando i suoi ultimi minuti accademici da studente.
«La tesi parla di canto come terapia dell'anima, la mia carta vincente sta nelle mie corde vocali» rispose Ermal.
«In ogni caso tutte le persone presenti sono lì unicamente per ascoltare il loro interessato, non vederli come ascoltatori critici»   sospirò Fabrizio consapevole che niente lo avrebbe fatto rilassare fino al momento in cui arrivato il suo turno inizia a parlare, lo sapeva bene dato che pure lui ci era già passato. E forse per come aveva imparato a conoscere Ermal proprio il non essere ascoltato in un ambiente dove le orecchie erano l'unica cosa che contava lo rattristava parecchio.
Così senza rischiare di peggiorare la situazione non gli rimase che avvicinarsi alla sua dolce metà per stringerlo in un abbraccio carico di fiducia, coraggio e tanto amore.
In quel caloroso abbraccio Ermal sentiva di aver un po' mentito, non era la musica ad avergli fatto vibrare le corde dell'anima, la musica era il mezzo ma suonava di musica degli angeli quando era suonato dall'amore. Era l'amore la sua terapia, e mai aveva dubitato in esso. Se non fosse che avesse già sul polso il tatuaggio del suo legame con Fabrizio lo avrebbe già inciso sulla sua pelle di sua spontanea volontà, era innamorato e voleva urlarlo al mondo intero.
«Grazie» disse «per tutto» gli disse con il cuore il mano.
Fabrizio non ebbe il tempo di elaborare una risposta che un boato di mani che applaudivano li avevano raggiunti facendo drizzare le orecchie tutti i ragazzi e ragazze del turno successivo, compreso Ermal.
«Devo correre a prendere posto in prima fila, voglio esserti vicino» disse allora Fabrizio.
Il flusso di gente iniziava ad uscire ciò significa che aveva i secondi contati per sostituirsi a qualche parente di un neo laureato.
«Vai corri» incitò Ermal «io intanto cerco di capire come devo muovermi qui» disse attendendo istruzioni dai vari professori e correlatori.
«Ti amo» rispose Fabrizio lasciandogli un bacio di fretta sulle labbra «Spacca tutto» disse allontanandosi a passo spedito.
«Ti amo anche io!» gli urlò dietro Ermal, ignorando gli sguardi dei parenti degli altri. Quando si vide solo un po' li invidiò ma non si sentiva più solo.

«Fabrizio... Qui!» urlò una voce familare lungo le infinite poltrone dell'aula magna. Era Marco, con a fianco Paolo e altri due posti vuoti accanto a loro occupati dalle loro giacche.
Marco ed Ermal avevano chiarito sui loro rancori e sentimenti, mancava il coraggio ad accompagnarli prima a questo epilogo, in particolare Marco che per mesi provava invano a riprendersi la fiducia di Ermal indietro dando le spalle all'unica persona che aspettava di accogliere tra la sue braccia ogni suo dolore per tramutarlo in amore e quella persona era Paolo, la sua anima gemella. Fu Fabrizio a far in modo che ciò si realizzasse, stanco dopo svariati mesi di dover scorgere ancora del rammarico negli occhi di Ermal nascosto all'ombra della luce infatuata per lui. Gli raccontò della sua storia, di quante volte provò ad innamorarsi delle belle esperienze che trovava lungo il suo cammino, di come aveva ricoperto il suo corpo di tatuaggi per evadere da quell'obbligo dell'anima gemella, di come infine guardandola negli occhi ha capito che quello nascosto tra svariati fili di inchiostro non era un obbligo, né finzione, era un mano di aiuto dal cielo verso qualcosa che se mai l'avesse persa o non riconosciuta sarebbe diventato il rimpiato più grande della sua esistenza, una pace mai trovata. Questo era Ermal ogni volta che il suo sguardo posava su di lui, il suo respiro gli sfiorava la pelle e la sua voce accarazzava i timpani, Pace.
Nessuno dovrebbe vivere senza la sua pace.
Gli consigliò caldamente di lasciare da parte l'orgoglio e la malinconia e provare ad afferrare qualcosa che impossibile sapere come lo avesse fatto sentire, perché impossibile averlo provato prima e si, era proprio questo a far paura.
Infondo Fabrizio e Marco non erano così diversi nel loro approccio alla vita, un po' grigio nei momenti più bui, forse è per questo che si erano innamorati entrambi di Ermal, che la vita la rendeva piena di colore così come lui stesso la vedeva.

Metamoro || SoulmateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora