𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡é 𝐦𝐢 𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚𝐯𝐢?

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Mentre osservavo l'orizzonte con i piedi dinanzi il viso il ricordo di una piccola me mi tornò in mente.

«𝘗𝘦𝘳𝘤𝘩é 𝘮𝘢𝘮𝘮𝘢 𝘦 𝘱𝘢𝘱à 𝘶𝘳𝘭𝘢𝘯𝘰?» 𝘤𝘩𝘪𝘦𝘴𝘪 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘨𝘰𝘷𝘦𝘳𝘯𝘢𝘯𝘵𝘦
 «𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩é 𝘴𝘰𝘯𝘰 𝘤𝘰𝘴ì 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘯𝘵𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘳𝘪𝘦𝘴𝘤𝘰𝘯𝘰 𝘢 𝘵𝘳𝘢𝘵𝘵𝘦𝘯𝘦𝘳𝘦 𝘭'𝘦𝘶𝘧𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘋𝘪𝘢𝘯𝘢» 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘰𝘴𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘶𝘯 𝘤𝘢𝘭𝘮𝘰 𝘵𝘰𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘷𝘰𝘤𝘦
 «𝘤𝘢𝘱𝘪𝘵𝘰, 𝘰𝘳𝘢 𝘨𝘪𝘰𝘤𝘩𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘤𝘰𝘯 𝘪 𝘴𝘶𝘱𝘦𝘳𝘦𝘳𝘰𝘪?» 𝘤𝘩𝘪𝘦𝘴𝘪 𝘦𝘶𝘧𝘰𝘳𝘪𝘤𝘢 𝘦 𝘧𝘦𝘭𝘪𝘤𝘦, 𝘦𝘳𝘰 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘶𝘯𝘢 𝘣𝘢𝘮𝘣𝘪𝘯𝘢 𝘦 𝘮𝘰𝘭𝘵𝘦 𝘤𝘰𝘴𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘭𝘦 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘷𝘰. 𝘕𝘰𝘯 𝘤𝘢𝘱𝘪𝘷𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘤𝘰𝘴𝘢 𝘶𝘳𝘭𝘢𝘴𝘴𝘦𝘳𝘰 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩é 𝘴𝘪𝘯𝘰 𝘢 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘩𝘦 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘰 𝘧𝘢 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘢𝘱𝘦𝘷𝘰 𝘥𝘦𝘪 𝘥𝘦𝘣𝘪𝘵𝘪 𝘪𝘳𝘳𝘪𝘴𝘰𝘭𝘵𝘪 𝘥𝘪 𝘮𝘪𝘰 𝘱𝘢𝘥𝘳𝘦. 𝘏𝘢𝘯𝘯𝘢 𝘢𝘯𝘯𝘶ì 𝘦 𝘴𝘰𝘳𝘳𝘪𝘥𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘰𝘳𝘴𝘪 𝘷𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘪𝘭 𝘤𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘥𝘰𝘷𝘦 𝘷𝘪 𝘦𝘳𝘢𝘯𝘰 𝘵𝘶𝘵𝘵𝘪 𝘪 𝘮𝘪𝘦𝘪 𝘨𝘪𝘰𝘤𝘩𝘪 𝘦 𝘢𝘧𝘧𝘦𝘳𝘳𝘢𝘪 𝘉𝘢𝘵𝘔𝘢𝘯 𝘦 𝘊𝘢𝘱𝘪𝘵𝘢𝘯 𝘈𝘮𝘦𝘳𝘪𝘤𝘢 𝘦 𝘥𝘰𝘱𝘰 𝘤𝘰𝘳𝘴𝘪 𝘥𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘨𝘰𝘷𝘦𝘳𝘯𝘢𝘯𝘵𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘧𝘢𝘳𝘭𝘦 𝘱𝘳𝘦𝘯𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘊𝘢𝘱𝘪𝘵𝘢𝘯 𝘈𝘮𝘦𝘳𝘪𝘤𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘮𝘪 𝘱𝘪𝘢𝘤𝘦𝘷𝘢 𝘤𝘩𝘪𝘴𝘴à 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘵𝘰 𝘦 𝘪𝘰 𝘱𝘳𝘦𝘯𝘥𝘦𝘷𝘰 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘉𝘢𝘵𝘔𝘢𝘯 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩é 𝘦𝘳𝘢 𝘪𝘭 𝘱𝘪ù 𝘣𝘳𝘢𝘷𝘰 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘦 𝘰𝘳𝘢 𝘱𝘳𝘦𝘧𝘦𝘳𝘪𝘴𝘤𝘰 𝘥𝘪 𝘨𝘳𝘢𝘯 𝘭𝘶𝘯𝘨𝘢 𝘑𝘰𝘬𝘦𝘳; 𝘪𝘯𝘪𝘻𝘪𝘢𝘮𝘮𝘰 𝘢 𝘨𝘪𝘰𝘤𝘢𝘳𝘦 𝘦 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘷𝘪𝘯𝘴𝘪 𝘪𝘰. 𝘋𝘰𝘱𝘰 𝘭𝘢 𝘮𝘪𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘉𝘢𝘵𝘔𝘢𝘯 𝘭𝘦 𝘶𝘳𝘭𝘢 𝘤𝘦𝘴𝘴𝘢𝘳𝘰𝘯𝘰 𝘦 𝘳𝘪𝘷𝘰𝘭𝘴𝘪 𝘭𝘰 𝘴𝘨𝘶𝘢𝘳𝘥𝘰 𝘢𝘥 𝘏𝘢𝘯𝘯𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘮𝘪 𝘨𝘶𝘢𝘳𝘥ò 𝘤𝘰𝘯 𝘶𝘯 𝘱𝘪𝘻𝘻𝘪𝘤𝘰 𝘥𝘪 𝘱𝘳𝘦𝘰𝘤𝘤𝘶𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘯𝘦𝘨𝘭𝘪 𝘰𝘤𝘤𝘩𝘪 𝘦 𝘥𝘪𝘴𝘴𝘦 «𝘢𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘢𝘮𝘪 𝘲𝘶𝘪 𝘋𝘪𝘢𝘯𝘢,𝘷𝘢𝘥𝘰 𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘰𝘭𝘭𝘢𝘳𝘦 𝘴𝘦 𝘮𝘢𝘮𝘮𝘢 𝘦 𝘱𝘢𝘱à 𝘩𝘢𝘯𝘯𝘰 𝘣𝘪𝘴𝘰𝘨𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘲𝘶𝘢𝘭𝘤𝘰𝘴𝘢» 𝘦 𝘪𝘰 𝘢𝘯𝘯𝘶𝘪𝘪 𝘦 𝘭'𝘢𝘴𝘱𝘦𝘵𝘵𝘢𝘪 𝘪𝘯 𝘤𝘢𝘮𝘦𝘳𝘢 𝘮𝘢 𝘭𝘢 𝘨𝘰𝘷𝘦𝘳𝘯𝘢𝘯𝘵𝘦, 𝘯𝘰𝘯 𝘧𝘦𝘤𝘦 𝘳𝘪𝘵𝘰𝘳𝘯𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘥𝘦𝘪 𝘭𝘶𝘯𝘨𝘩𝘪𝘴𝘴𝘪𝘮𝘪 𝘮𝘪𝘯𝘶𝘵𝘪 𝘦 𝘱𝘰𝘪 𝘯𝘰𝘯 𝘵𝘰𝘳𝘯ò 𝘱𝘦𝘳 𝘨𝘪𝘰𝘳𝘯𝘪 𝘱𝘰𝘪 𝘱𝘦𝘳 𝘮𝘦𝘴𝘪 𝘦𝘥 𝘢𝘯𝘯𝘪. 

Non seppi mai dove andò la signora Hanna tanto meno mia madre quando quel giorno lasciò me e mio padre soli in casa,da quel giorno mio padre capì che avrebbe dovuto liquidare tutti i debiti e così fece, qualche giorno fa venne al mio fianco e mi spiegò che aveva dei debiti della quale, da quel giorno, non avremmo più dovuto ripagarli. Sono ormai passati anni da quando come famiglia ho solo mio padre e Lorenzo che ormai è come un fratello per me e come un figlio per mio padre.

"a che pensi diana?" sussurrò piano Lorenzo per poi guardarmi, mi girai verso lui e sorrisi lievemente, avrei voluto dirgli ciò a cui stavo pensando ma non lo feci e mi limitai ad un semplice "grazie" che sorprese Lorenzo che mi guardò con un occhi addolciti e aprii le braccia e sorrisi per poi farmi cullare da lui come una bimba che necessitava di calma e tranquillità. 
Non sapevo se Leonardo mi avesse più parlato, non sapevo cosa avrebbe adesso fatto Enea, non sapevo come si sarebbe comportata Amber con Leo. No bugia, quello lo sapevo per certo, inizierà a strisciare verso lui come una vipera con la propria vittima perché questo era Amber, una vipera pronta ad avvelenare tutti pur di avere una cosa per sé. 
"risolveremo Diana, te lo prometto" sentii la cauta voce di Lorenzo e affondai di più il viso nel suo petto e in quel momento solo una cosa occupava la mia mente: Leonardo si sarebbe fatto avvelenare da Amber? 


Fu sera quando io e Lorenzo decidemmo di tornare a casa e lui sarebbe rimasto con me e mio padre a dormire. Scesi dalla macchina di Lorenzo e lui mi seguì a ruota facendo lo stesso e udii uno strano suono ma non ci feci tanto caso essendo che nella villa vi era un vasto giardino con alberi e siepi, così ripresi a camminare verso il portico e aprii la porta per poi entrare seguita da Lorenzo che chiuse la porta alle sue spalle.

"papà!" urlai piano e lo vidi scendere, con in dosso una bianca camicia, dei pantaloni neri eleganti e venne verso noi sfoggiando il suo miglior sorriso
"principessa, boccoli d'oro, scusate l'abbigliamento ma sono appena rientrato da lavoro" disse con un caldo tono di voce e sorrisi per poi andargli vicino e avvolgerlo nelle mie braccia e mi strinse a sé
"come stai Paul?" chiese Lorenzo
"bene bene, un pò incasinato con affari lavorativi ma bene, voi due?" chiese passando lo sguardo da Lorenzo a me per poi dirigersi in cucina con noi dietro come mamma papera con i cuccioli
"esauriti" diciamo in contemporanea per poi ridacchiare
"toccate il naso" esclamò mio padre e ridemmo toccandoci il naso con il polpastrello dell'indice. 
Aiutammo mio padre a preparare tutto e nel mentre gli raccontammo tutta la situazione di Enea, Leonardo e Amber. Perché l'ho fatto? perché io e mio padre avevamo un rapporto di amicizia e ci davamo a vicenda consigli. 
"Diana dovresti parlare seriamente con Enea" disse mio padre
"vedi?!" esclamò Lorenzo sputando briciole di pane 
"non lo so, perché mi piace la sua compagnia alla fin-" 
"che le hai dato per farla stare così fatta come una pigna e non farle capire nulla?" chiese mio padre a Lorenzo che rise
"non sono fatta come una pigna papà" 
"come un'alce" rise piano e Lorenzo buttò indietro la testa e a quanto pare perse l'equilibrio dato che poco qualche decimo di secondo ce lo ritrovammo a terra
"caduto?" chiese con un filo di sarcasmo mio padre
"no voleva abbracciare il pavimento" dissi con sarcasmo
"scommetto ch'è triste dato che è calpestato sempre.." disse con aria dispiaciuta mio padre e Lorenzo scoppiò ancora a ridere e buttai al cielo gli occhi ridacchiando. 
Magari non erano il massimo ma a me andavano bene così, scemi come aironi cenerini.
Dopo molto andammo a dormire e accettai il consiglio di mio padre, domani sarei andata a parlare con Enea, dopo essermi organizzata mentalmente un discorso ben piazzato caddi in un sonno che però, non durò molto.
Sentii lievi rumori e mi alzai piano dall'letto per poi andare alla finestra e vidi un movimento, mi girai verso Lorenzo che russava come un cinghiale e feci spallucce non volendo disturbare i suoi magici sogni, così mi feci coraggio e scesi giù piano e in maniera silenziosa per non svegliare nessuno; una volta al piano terra aprii piano la porta e la socchiusi con le mani tremolanti per il freddo e per l'adrenalina che ormai viaggiava velocemente nelle mie vene. Iniziai a camminare in maniera furtiva verso il piccolo labirinto e rividi ancora una volta la figura camminare ad un passo leggermente veloce e per raggiungerlo alzai il passo, la figura fece lo stesso e iniziò a camminare a passi lunghi e con una camminata veloce, alzai i piedi da terra correndo di poco e la figura svoltò l'angolo e non appena lo feci anch'io non lo vidi più; dopo, però, sentii una mano sulla mia bocca e un braccio che mi avvolgeva braccia e addome, iniziai a dimenarmi mentre il mio respiro si affannò dal panico, misi istintivamente un mio piede tra le gambe dello sconosciuto e alzai con tutta la forza che possedevo il piede per poi farlo sbattere contro i gonadi e sentii improvvisamente le braccia lasciarmi andare e un fremito e iniziai a correre più veloce che potevo, non sentivo passi dietro e mi fermai poco dopo per riacquistare fiato ma dei passi veloci iniziarono a sentirsi e ripresi subito a correre come una dannata, mentre correvo sentivo i polmoni perdere aria, il cuore battere all'impazzata, battere con forza nella gabbia toracica, la fronte diventarmi umida, le labbra seccarsi per il respiro grosso,i capelli volare per il vento che si alzò e mi portò in maniera brusca i capelli sul viso e girai il volto e vidi la figura correre sempre più veloce. Strinsi i pugni e tornai a guardare indietro, uscii dall'labirinto e saltai la staccionata che circondava il giardino e guardai il cancello dinanzi me, misi un piede sulla base massiccia, mi aggrappai con le mani alle sbarre e mi diedi uno slancio che mi riuscì a far scavalcare anch'esso e lo stesso fece la figura ma con molta più facilità, caddi non appena scavalcai ma subito mi rialzai e ripresi a correre ancora più velocemente e vidi il boschetto dinanzi a me e corsi in quella direzione. Entrai nel bosco e non appena vi entrai afferrai con una mano un ramo abbastanza appuntito e pochi metri dopo mi fermai dietro un albero con il fiatone, non riuscivo più a respirare,posai una mano sul petto che si alzava e abbassava freneticamente e sentii i passi rallentare e vidi la figura di spalle.
"se non agisco io agirà lui" pensai subito e mi voltai velocemente e colpii la figura con il legno in testa e si girò bloccandomi il polso e mi guardò in faccia e lì, in quel momento, mi parve di aver ripreso tutto il fiato perso, il cuore batteva più velocemente e non per l'affanno ma perché mi trovai 𝘭𝘶𝘪 dinanzi i miei occhi, i miei occhi neri si incastrarono con i 𝘴𝘶𝘰𝘪 nocciola, il ragazzo che mi ritrovai avanti fu 𝘓𝘦𝘰𝘯𝘢𝘳𝘥𝘰.

"finito di correre?" disse con la sua voce rauca e lievemente affannata che mi fece rabbrividire la pelle e annuii piano 
"ho corso perché un'ombra mi stava seguendo" dissi giustificandomi
"scappava da me per caso signorina Williams?"
"dovrei scappare da lei signor. Smith"
"forse dovreste"
sorrisi a quell'affermazione e lasciai cadere il ramo tra le foglie e tra l'erba e posò gli occhi nei miei e giuro di aver sentito un battito perdersi nella gola.
"perché dovrei?" chiesi
"perché non vado bene per te Diana"
"sono baggianate"
"chi te lo dice?" 
"io" sussurrai e posò l'altra mano sulla mia vita e la mano che aveva sul polso, scorse lungo il braccio sino ad arrivare alla vita accarezzandomi le curve e rabbrividii a ciò e gli angoli delle carnose labbra s'incurvarono all'insù e sorrisi di conseguenza mentre le gote pizzicavano di rossore. Inclinò il volto verso il mio viso e i suoi ricci castani scuri mi accarezzarono la fronte umidiccia per la corsa lunga e posò una mano sul mio viso accaldato e io salii con le mani sul suo petto e lo guardai diritto negli occhi, avvicinò sempre più il viso al mio e iniziai a sentire il suo caldo respiro sulle mie labbra che si socchiusero in automatico e Leo passò lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra carnose e lo stesso feci io; si avvicinò sempre più e ormai non riuscivo più a star ferma a subire questa tortura delle sue labbra a meno di un centimetro dalle mie, così  mi sollevai sulle punte dei piedi posando una mano sul suo collo e posai le labbra sulle sue. 
Non appena feci ciò un leggero sospiro fuoriuscì dalle sue narici e sorrisi piano sulle sue labbra e per un istante mi dimenticai tutto, sembrava che ci fossimo solo noi in quel bosco, tra quegli alberi massicci, tra l'erba, tra le foglie verdi per terra, sotto la luce della luna crescente, c'eravamo solo noi due, la luna, la natura e i cuori che battevano uno sopra l'altro; mossi piano le labbra, era il mio primo bacio ed ero abbastanza impacciata e lui accorgendosene assunse il controllo e strinse il mio corpo al suo posando una mano sulla schiena e l'accarezzò lentamente e sotto il suo tocco ebbi i brividi, carezzai piano la sua mandibola ben definita e iniziò a muovere le labbra sulle mie stringendomi sempre più a sé e le mossi con lui e poco a poco rilassai totalmente i muscoli sotto le sue mani e sentii la sua lingua battere piano sulle labbra e le socchiusi e quasi subito dopo penetrò le labbra con la sua calda lingua e iniziò a muoverla contro la mia e io assecondai i movimenti. Dopo qualche minuto mi allontanai per riprendere fiato e sorrisi osservando le sue labbra gonfie e rossicce 
"sei nella stessa situazione non ridere" disse ridacchiando
"oh cazzo" dissi 
"se vedessero le labbra?" 
"entro domani sarà sparito"
"ma perché mi cercavi?" chiesi
"sei scappata via e volevo sapere come stessi"
"ora bene, tu?"
"lo stesso,beh ti riporto a casa andiamo"
avvolse il braccio intorno il mio collo e c'incamminammo verso casa e una volta giunti dinanzi la porta mi posò un bacio sulle labbra e sussurrò "buonanotte mia principessa" 
"buonanotte principe" sussurrai e aspettò che io entrassi in casa per poi andare via. Salii in camera e tornai a dormire sorridente.

C𝘰𝘮𝘦 𝘭𝘢 𝘯𝘰𝘵𝘵𝘦 𝘤'è 𝘱𝘦𝘳 𝘭𝘦 𝘴𝘵𝘦𝘭𝘭𝘦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora