Cap.3

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Finalmente è sabato, il mio giorno preferito della settimana, e soprattutto del week end; la consapevolezza che il giorno dopo ci sia un'altra giornata libera mi rincuora.

Non perché il lavoro non mi piaccia, ma semplicemente perché Parker quando ci si mette è davvero insopportabile. Incontri dell'ultimo minuto alternati a pile e pile di documenti da registrare. Planimetrie da caricare, appuntamenti da organizzare,... mi sorprende il fatto di aver già resistito un mese.

Non posso nemmeno dire sia uno di quei capi oppressivi: lo vedo poco, solo ad incontri importanti come quello a Lattingtown, si limita a lasciarmi post-it con gli ordini di quello che si aspetta io concluda entro la giornata, il che lo rende ai miei occhi ancora più irritante.

'Planimetrie da richiedere' o ancora 'appuntamento da fissare', 'sopraluogo cantiere da concordare', 'chiamare appaltatori', e chi più ne ha più ne metta.

Il massimo dell'interazione è quando decide di unirsi al gruppetto composto da me, Lucas, Christopher, Vance e Louis per la colazione. Prende sempre le stesse cose: caffè e brioche, ogni tanto una bottiglietta di acqua... quando proprio vuole strafare.

Ride e scherza con tutti tranne che con me, inizio a pensare che questi si vedano anche fuori dall'ufficio in base a certi loro discorsi... soprattutto lui e Lucas. Mi lancia occhiate furtive come se potesse leggermi internamente con un battito di ciglia. Cosa spera di scoprire solo lui lo sa, o magari mi trova solo noiosa. Lucas sostiene sia solo stupito della mia resistenza; a quanto pare nessuna è mai stata in grado di resistere così tanto.

Si, ammetto che l'ho studiato in queste settimane; si chiude nel suo ufficio fino a mezzogiorno, ora in cui arriva il fattorino con il suo pranzo, come lo so? Bhe perché sono io che devo scendere a ritirarlo in reception e a portarglielo in ufficio.

Di solito è impegnato in qualche chiamata, ma, anche quando non è così, mi osserva e con un cenno di mano prima di farmi segno di appoggiarlo da qualche parte. Io eseguo ed esco da li per raggiungere i Fantastici 4, così li ho soprannominati e sembra che a loro non dispiaccia affatto, per pranzo; di solito scendiamo, ma sono capitati anche un paio di pranzi in ristorantini niente male, ovviamente tutto spesato dalla Parker Real Estate.

Ah già, quasi dimenticavo, mi ha anche criticato un paio di pantaloni una mattina definendoli 'non adatti'. Ho alzato le spalle prima di cacciare fuori un incontrollato "non sono i pantaloni a definire il mio lavoro". Pensavo la prendesse male e invece si è solo girato continuando a fare quello che stava facendo: al solito.

Tornando a lui; non mette fuori il naso da li dentro nemmeno per pranzo. A meno che non abbia appuntamenti in programma, è tutto un dare ordini.

Ci divide letteralmente solo una porta eppure comunichiamo via mail:

Andrew Parker <andrew.parker>
a <alyssa.zox>

I file degli Smith sono stati caricati? Perché non li vedo? Ho chiesto che questo lavoro venisse completato un'ora fa.

A.P.

Alyssa Zox <alyssa.zox>
a <andrew.parker>

I file si trovano, come da procedure, nella cartella in 'attesa di approvazione' dal momento che manca la firma della moglie, co-proprietaria dell'immobile. Ho già provveduto a inviarle una mail con la richiesta. Non appena avremo i documenti provvederò al loro inserimento.

A.Z.

Adoro avere ragione su di lui, zittirlo. Dopo la prima settimana ho imparato a capire che il suo silenzio equivaleva ad un tacito 'ok'.

La sera sono sempre l'ultima ad uscire; mi occupo di chiudere tutto il piano, fatta eccezione per un paio di volte in cui è apparso dall'ascensore con due bionde diverse tutte curve sotto braccio. Inutile specificare il mio stupore, non tanto perché uno bello come lui si porti la "cena" in ufficio quanto perché, in entrambe le occasioni, non l'ho visto andarsela a prendere. Ci sta, sono sempre fin troppo presa dalle cose che mi lascia da fare.

Alt, ho appena detto che è bello? Sto divagando.

"Chiudo io sta sera, vai a casa" mi ha detto. Quella è stata la volta in cui mi ha doppiamente stupita. 'VAI'. Tu vai. Mi aveva appena dato del tu.

Ho sbarrato gli occhi, non credo che se ne sia nemmeno accorto sinceramente ed io non ho infierito, ho semplicemente fatto finta di nulla. Ha solo proseguito dritto augurandomi una buonanotte prima di chiudersi la porta alle spalle, non prima di aver fatto entrare la conquista della serata.

Come passa veloce il tempo.

Sono sdraiata sul letto con le lenzuola appiccicate a causa del caldo aspettando le cinque del pomeriggio per uscire a fare shopping con Camille quando lo schermo del mio cellulare si illumina. Rotolo allungando il braccio fino al comodino.

📱Andrew Parker

- Lunedì sera ci sarà la cena aziendale estiva. Obbligatorio un dress code da sera elegante, puoi cambiarti in ufficio.

Cambiar-TI?-
Da quando siamo passati al tu?-

Digito senza nemmeno ragionarci su il primo pensiero che mi passa per la mente. La risposta non tarda ad arrivare.

- Dall'altra sera, inutile specificare altro. E poi sei durata più di un mese... a meno che non voglia rimanere con il lei direi che ormai possiamo superare questo tipo di formalità.

Giuro che odio dargli del lei vista la nostra differenza di età di appena due anni quindi ne approfitto.

Non sono stata io ad imporre questa regola.-

-A lunedì allora.
...Alyssa.

"Ora ci diamo del tu" grido rivolta a Camille che sta in camera sua, letteralmente la camera confinante alla mia.

Nessuna risposta.

La porta si spalanca dopo qualche minuto.

Camille, coperta da una maglietta oversize mai restituita a qualche avventura da una notte, con ancora la maniglia tra le dita si prende un interminabile minuto prima di allargare la bocca in un sorriso a trentadue denti. "Lo sapevooooo" grida perforandomi un timpano "non montarti la testa" la rimbecco "non lo sopporto comunque".

Per non lasciare spazio a nessun possibile fraintendimento afferra il cellulare e inizia a leggere e rileggere in modo quasi compulviso la chat.
"Sai che non cambierà quello che c'è scritto se continui a leggerlo?"
"Ho un ottimo presentimento dal giorno che ha messo piede nel nostro appartamento" mi raggiunge buttandosi sdraiata affianco a me sul letto con ancora il cellulare in mano.
"Ma con chi parlo io la sera?" domando facendo riferimento alle lamentele che tocca sorbirsi ogni volta che mi fa girare i nervi.
"Amore e odio amica mia, amore e odio"
"Se lo dici tu"
"Cosa hai intenzione di metterti?"
"Non ne ho idea"
Scatta in piedi di fronte all'armadio con ante a specchio posto proprio difronte al mio letto.
"Bhe, credo che abbiamo appena cambiato i piani per questo pomeriggio"

Afferro il cuscino per scomparirci dentro con la faccia, come se bastasse quello a scomparire. Camille intanto inizia a trafficare arraffando vestiti a destra e a manca. "Proviamo anche questo" "perchè no" ... intanto una pila di abiti, che non centrano nulla l'uno con l'altro, inizia ad ammassarsi ai piedi del letto.

"Bhe che fai li impalata? Alzati e inizia a provare"

Faccio come dice, anche perché so che in queste occasioni è meglio non farla arrabbiare. Passo da un vestito aderente da sera color corallo fino ad uno in tulle. Tutti fuori luogo finché non ricordo di avere una tuta elegante nera.

Nella sua semplicità è perfetta per un'occasione come questa. Un pezzo unico che fascia perfettamente il mio fisico fino alle caviglie. Senza maniche e con uno scollo quadrato per risaltare il seno. In vita una fusciacchina annodata per segnare ulteriormente il fisico. Un paio di decolletè in pelle nera ai piedi e sono perfettamente pronta.

"Perfetta, se non ti salta addosso è gay"
"Piantala, piuttosto che finire con lui faccio estinguere il genere umano" la rimprovero ridendo lanciandole un maglioncino addosso.


Spazio Autrice

Spero di stare iniziando a farvi venire un po' di curiosità... ovviamente questi primi capitoli bisognerà avere un po' di pazienza ma arriveremo piano piano anche a parti decisamente più 'movimentate'. Plot twist ... si la tuta in questione esiste davvero (rip).

Al prossimo capitolo!

P.s.: leggo tutti i commenti quindi non siate timidi!

Alla prossima settimana.

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