Capitolo 18

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"Si è imbarcato stamattina, sta arrivando."

La voce di Niall che pronunciava quelle parole era tutto ciò a cui Harry riusciva a pensare.

Lo stavano facendo davvero. Nick era sulla via e, con ogni probabilità, quella stessa sera li avrebbe raggiunti nel luogo prestabilito. Tutto stava accadendo troppo in fretta e l'unica cosa che rimbombava nella testa di Harry era il fatto che loro non fossero pronti.

Dio, lui non era pronto. In meno di ventiquattro ore avrebbe potuto ritrovarsi con un fidanzato in galera e un'orda di criminali contro o direttamente morto o, peggio ancora, vivo senza Louis.

Era una consapevolezza che non riusciva ad affrontare. Aveva creduto che, nel momento in cui avrebbe realizzato la cosa, avrebbe iniziato ad urlare; pensava si sarebbe opposto con ogni cellula del suo corpo, che avrebbe pregato, supplicato, pianto fino a sentirsi male.

E invece aveva assorbito il tutto come un inevitabile dato di fatto. Non era esploso in nessuna scenata isterica, al contrario, il suo corpo era caduto sotto l'effetto di un bianco, totalizzante terrore. Sentiva rimbombare nelle sue orecchie il lento battito del suo cuore e gli stimoli del mondo esterno giungevano ovattati, in secondo piano rispetto alla paralizzante paura che aveva messo in pausa tutto il resto.

Sentì bussare lentamente alla porta. Non rispose, non si alzò. Rimase semplicemente seduto lì a fissare il pavimento fino a quando non percepì il materasso abbassarsi accanto a sé.

Louis gli avvolse un braccio attorno alle spalle, tirandolo contro il suo petto.

Passarono minuti interi, forse ore, completamente in silenzio, mentre Harry tentava disperatamente di imprimere nella sua memoria ogni minimo dettaglio: il suo profumo, la curva del suo collo, il battito del suo cuore.

"Che ore sono?" Sussurrò, la voce roca marcata dalla stanchezza.

Louis gli accarezzò i capelli, "Quasi le undici, manca una mezz'oretta."

Quell'informazione non fu altro se non un ulteriore peso che gravò sulle spalle di Harry. Un'ultima mezz'ora era ciò che rimaneva del suo tempo con Louis. Trenta miseri minuti. No, quelli non erano abbastanza. Non quando lui si era illuso di poter avere un per sempre.

"Harry," Lo richiamò Louis con voce tremante, "voglio solo che tu sappia-"

"Non farlo." Lo interruppe debolmente.

"Come?"

"Non dire nulla, ti prego." Supplicò, "Non posso sopportare un altro addio."

E così non parlarono più. Louis si limitò a stringerlo contro di sé più forte che poteva mentre Harry piangeva in silenzio e pregava, forse per la prima volta nella sua vita, chiedendo ad un Dio in cui non credeva semplicemente un po' più di tempo. Soltanto un altro minuto, pensava, Concedimi un altro bacio, un altro sorriso, anche solo un battito di ciglia. Ti prego, lascia che stia con me solo per un altro po'.

Le sue preghiere non servirono a molto. Poco dopo furono costretti a seguire Zayn e Julia e ultimare il necessario per poter dare inizio al piano. In mezzo a tutto questo, la mente di Harry non era altro se non un laconico, disperato ripetersi di 'è ancora troppo presto'.

*

Julia li aveva condotti in un punto isolato del quartiere industriale della città. Intorno a loro vi erano solo fabbriche, la maggior parte chiuse da parecchio tempo. L'incontro sarebbe avvenuto davanti ad un garage appartenente a conoscenti di suo fratello, in uno spiazzo nascosto ma pur sempre all'aperto, per facilitare a possibili testimoni la vista della scena.

If the world was ending║Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora