Capitolo 1

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"Niall, giuro su Dio che se non la smetti di insistere ti tiro un pugno in faccia" Sbottò ormai esasperato.

Il ragazzo davanti a lui sbuffò, crollando sulla sedia di fronte alla scrivania. "Sto cercando di darti una mano, Haz. Sembri stanco ultimamente ed è da tanto che non ci vediamo fuori dall'ufficio. Voglio solo farti svagare un po'. Ci manchi..."

Una punta di senso di colpa si insinuò dentro Harry. Niall e Liam erano i suoi migliori amici. C'erano sempre stati per lui, supportandolo in tutto ciò che faceva, ed in cambio lui non riusciva nemmeno a trovare la forza di volontà per concedergli un'uscita nel weekend.

"Hai ragione, mi dispiace." disse spostando lo sguardo dal monitor del suo computer al voto dell'amico, "Potremmo vederci questa settimana" gli concesse, "ma non faccio promesse."

"Grande!" Niall gli rivolse un sorriso sincero prima che la sua espressione mutasse in una smorfia incerta "Possiamo anche andare fuori città se preferisci. Sì, insomma, se non te la senti di tornare proprio lì."

Harry si irrigidì di colpo. "Perché non dovrei?" chiese, impassibile.

 L'altro gli rivolse uno sguardo intenerito, "Harry..."

"Possiamo andare dove volete, non ho nessun tipo di problema." Ribadì con tono glaciale. "Ora, se vuoi scusarmi, ho bisogno del bagno" disse, alzandosi in fretta dalla sedia.

Camminò a passo svelto verso l'uscita, ignorando i richiami di Niall.

L'aria fresca di marzo lo investì di colpo. Prese un respiro profondo, appoggiandosi con le spalle al muro dell'edificio e chiudendo per un attimo gli occhi.

Non li sopportava quando facevano così. Odiava essere trattato come un cristallo, odiava che misurassero tutte le loro parole prima di rivolgersi a lui, odiava che lasciassero le frasi a metà, che evitassero di rivangare vecchi ricordi per paura di ferirlo ancora di più.

Odiava se stesso, perché non importa quanto tempo passasse, quanto si sforzasse di superare tutto ed andare avanti, faceva ancora terribilmente male.

Si permise di pensarlo, ancora una volta, solo per un attimo. Chissà cosa stava facendo in quel momento, chissà se anche lui fuggiva dai ricordi, chissà se ogni tanto anche lui lo pensava. Harry lo faceva sempre. Anche quando si prometteva di non farlo più, anche quando giurava fosse l'ultima volta. Non lo era mai, lui era sempre annidato da qualche parte nella sua mente, scolpito in qualche angolo del suo cuore.

Fu pervaso da un improvviso senso di frustrazione. Era solo uno stupido illuso. Era ovvio che non gli importasse più nulla di lui; del resto aveva buttato all'aria cinque anni di relazione come se niente fosse. Gliel'aveva detto, no? Che lui non era stato altro che un passatempo, che non c'era mai stato nulla che non fosse semplice abitudine. Lo aveva accusato di averlo manipolato, rovinato, di avergli rubato tutto quel tempo. Aveva chiuso la porta di casa senza ripensamenti e da lì era completamente sparito. Due mesi senza sapere se fosse vivo o morto, due mesi in cui non si era neanche sprecato a mandargli un messaggio. Persino il trasloco era stato gestito esclusivamente dall'agenzia, lui non si era disturbato a farsi vedere.

'Non te lo saresti nemmeno meritato il mio amore. Tu non meriti l'amore di nessuno.'

Quella frase rimbombava ininterrottamente nella sua testa. Non sapeva come smettere di pensarci. Era come un bisogno, il suo, di continuare a riaprire la ferita: aveva bisogno di vederla sanguinare, di sentirla bruciare, perché era l'unica garanzia che aveva di essere ancora lì, in quello stesso presente. Non importava quanto lo distruggesse, continuava ad aggrapparsi disperatamente al ricordo di ciò che aveva, per avere la certezza che non si fosse trattato di una sua fantasia, che ciò che avevano costruito fosse stato davvero reale.

If the world was ending║Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora