Primo mese

8 1 2
                                    

Sachertorte
Nel 1832 in uno degli hotel più centrali di Vienna, Franz Sacher, apprendista pasticcere di soli 16 anni e amante del cioccolato, stava sostituendo uno chef ammalato. Egli stava preparando un dolce per la cena del principe Von Mitternich Winnesburg, e decise di combinare tra loro due elementi semplici e tradizionali: il cioccolato e la marmellata. Il dolce riscosse un grande successo, tale da venire riconosciuto con il nome dell'inventore stesso. Da allora la Sachertorte é diventata famosa in tutto il mondo, e viene preparata anche dai più prestigiosi pasticcieri, ma la ricetta originale è custodita gelosamente a Vienna, nello stesso hotel in cui é stata creata, e non viene rivelata a nessuno.



<< Allora di che parliamo?>> William interrompe il silenzio imbarazzante che si era creato, riempito solo dal tamburellare delle mie unghie sul tavolino del bar.

<< Ti anticipo che non ci rimetteremo insieme>> temporeggio, mentre trovo il coraggio di dire quello che devo.

<< Si me lo avevi già chiarito...>> il suo sguardo é basso, e la sua espressione triste. Mi mordo il labbro dal nervoso, e inizio anche a muovere la gamba sotto il tavolo.

<< Senti per favore, stai ferma. Non prolunghiamo ulteriormente quella che per me é una tortura. Cosa c'é?>> inarca le sopracciglia e mi prende le mani tra le sue, aspettando la mia risposta.

Apro la bocca per parlare, poi la richiudo e la apro di nuovo, ma quello che le mie corde vocali decidono di far uscire, é diverso dalle istruzioni che aveva lasciato il cervello.

<< Tortura?>> stringo gli occhi, maledicendomi mentalmente.

<< Credi che mi faccia piacere vederti, sapendo che ora mi odi?>> inizia a disegnare dei cerchi immaginari sul dorso della mia mano con i pollici, al che le ritiro forse troppo bruscamente, iniziando a girare il caffè che ho davanti con il cucchiaino.

<< Immagino di no>> ora sono io che ho lo sguardo basso, come se poi la colpa fosse mia.

<< Ecco, allora ti prego sbrighiamoci. Devo anche andare a lavoro>> cerca il contatto visivo, che evito come la peste bubbonica. William ha uno sguardo talmente dolce che ti fa sciogliere e ti mette subito a tuo agio, forse per questo é un bravo fotografo.

<< Lo studio é tuo, lo puoi aprire quando ti pare>> temporeggio ancora, sperando che il momento della verità non arrivi mai.

<< Andiamo Gingy...>> lo fulmino con lo sguardo appena usa quel soprannome, e lui si corregge subito.

<< Ginevra. Scusa...l'abitudine>> sbuffo. Se c'é una cosa che odio, é essere chiamata per soprannome da persone estranee o con cui ho litigato, lo stesso vale per i nomignoli.

<< Senti William, io...>> cerco di strappare il cerotto, ma ad interrompermi é il mio telefono che squilla.

<< Non posso farcela...>> borbotto tra me e me, annoiata dall'interruzione. Prendo il telefono per poter attaccare la chiamata, ma premo il tasto sbagliato.

Ora si che mi pento di non aver ascoltato Michele quando mi ha detto "Cambia quel telefono di merda perché altrimenti finirà male"

L'iPhone prende vita, e decide di mettere il viva voce senza autorizzazione, poi Virgilio che sembra aver risposto con un megafono attaccato alla boccaccia che si ritrova, urla <<Tesoro sappi che ti sto già organizzando il baby shower, prima però devi dire a Giuda che un suo spermatozoo é rimasto incastrato nel tuo utero>>

L'azione che sussegue, é il volo del mio telefono contro il palo della luce che si trova dietro William. Non ho il tempo di dire niente, che lui scatta in piedi.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 26, 2023 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Quel cupcake alla marjiuanaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora