suonò la sveglia alle 4.55, provai un mix di emozioni che passavano dalla felicità alla tristezza, preparai la valigia con tutte le cose che avevo in camera, mi truccai con un po' di eye-liner, mascara e la matita nera sfumata sotto la parte inferiore delle palpebre, alle labbra misi solamente un labello al gusto mora e misi una maglia rossa e bianca con 2 se non 3 taglie più di me, stessa cosa con i jeans, misi poi delle semplici scarpe bianche tutte sporche, ma le amavo così.
Micheal -T/N SCENDIII- mi urlò mio padre dal piano di sotto.
controllai il telefono e vidi che erano quasi le 5.30, per le 6.10 dovevamo arrivare in aeroporto.
presi le marlboro, una cicca, powerbank e le cuffie, misi tutto dentro la borsa e partimmo, in macchina ascoltai per tutto il tempo i tokio hotel, adoro la voce di bill, esteticamente mi piaceva tantissimo suo fratello gemello, Tom Kaulitz, con i suoi dread castani con le punte bionde e quel piercing al labbro, impazzivo quando lo vedevo.
mio fratello mi tolse le cuffie e mi sventolò in mano due biglietti per il concerto dei tokio hotel, che ci sarebbe stato qualche giorno dopo il trasferimento. guardai poco dopo che i posti erano proprio sotto il palco.
t/n -JHON IO TI AMO- dissi a mio fratello con un sorriso a 32 denti abbracciandolo.
-mi accompagni tu?- aggiunsi.
lui fece cenno di sì con la testa e lo abbracciai nuovamente, ma sta volta con una lacrima di felicità che mi rigava la guancia.
arrivati in aeroporto si erano fatte le 6.04, avevamo i posti in prima classe e mi addormentai praticamente appena mi appoggiai al sedile.
mi risvegliai sentendo qualcuno che mi toccò la spalla, da lì capii che eravamo arrivati.
io amo la Germania.
appena arrivati all'enorme casa intravidi un ragazzo con dei capelli neri e sparati in aria come se avesse preso la scossa, non ci diedi molto caso ed entrai in casa. era cento volte più grande di quella in cui abitavo prima, corsi al piano di sopra e notai che tutte le stanze da letto avevano un bagno personale ed io mi "prenotai" la stanza con il bagno più grande ed una finestra su cui ti ci potevi appoggiare osservando la casa di fronte.
proprio guardando la casa di fronte vidi di nuovo quel ragazzo ma stavolta in faccia, inizialmente non lo riconobbi ma poi sgranai gli occhi e capii che era bill kaulitz. pensai di essere fatta o che avessi le allucinazioni, così scesi al piano di sotto per farmi un giro del posto,
-papà io esco- dissi.
incrociando l'angolo quel ragazzo sbattò a me per sbaglio.
-ODDIO SCUSAMI TANTISSIMOOO, TI HO FATTO MALE?- disse bill con tono veramente agitato
-sta tranquillo non è successo niente, comunque piacere t/n- gli risposi con calma, ero agitata ma non glielo feci capire, feci anche finta di non riconoscerlo per non metterlo a disagio.
-sei nuova qui? non ti ho mai vista prima- disse mentre iniziammo a camminare per la zona.
-sì, mi sono appena trasferita, sei dell'abitazione davanti alla mia suppongo- gli risposi con un mezzo sorriso.
-oh sisi, per scusarmi ti vorrei invitare a pranzo da me, però ci sta anche mio fratello, è un problema?- mi domandò.
stavo per rispondere quando aggiunse -guardandoti meglio gli assomigli per come ti vesti-
io arrossii, e gli dissi che per me non ci stavano problemi per l'invito e che sarei venuta volentieri.
dato che avevo ancora una cicca in bocca non fumai.
tornai dopo un oretta o due e dissi a mio padre della nuova amicizia e dell'invito, era felice per me e disse subito che sarei potuta andare a casa sua, dato che era di fronte sarei potuta tornare a casa per qualsiasi cosa.
misi a caricare il telefono e nel mentre iniziai a dare un senso alla mia camera: appoggiai innanzitutto la mia amatissima chitarra elettrica rossa con sfumature nere, poi attaccai ai lati del mio letto matrimoniale ENORME due comodini che decorai con lampade, libri e vari accessori. controllai il telefono ed erano le 12.32, l'appuntamento era alle 13.00, quindi mi ritoccai il trucco togliendo l'eye-liner e mettendone uno verde scuro che abbinai poi con una maglia verde scuro con il numero 69 (ovviamente per quel senso), presi le chiavi e la borsa, misi uno spruzzo di profumo e mi incamminai per casa di bill.
suonai, ma ad aprirmi c'era un altro ragazzo, ed era proprio tom.
ero incantata a fissare il suo sorriso, poi mi risvegliai e dissi -ehi, c'è Bill in casa?-
dal viso di Tom scomparì il suo magnifico sorriso e mi indicò col dito bill ad apparecchiare la tavola.
bill si accorse della mia presenza e si dirise verso me a braccia aperte. io risi e stessa cosa bill, invece tom si stese sul divano.
-fra poco è pronto, ti presento Tom, Tom ti presento t/n- disse poco dopo bill.
-piacere di conoscerti- dissi.
lui sorrise, in quel momento un brivido mi percorse la schiena
appena pronto ci dirigemmo a tavola, avevo Tom davanti e Bill vicino, la loro casa era giusto un po' più piccola della mia, ma avevano la piscina.
dopo mangiato tom andò in camera a stendersi e io iniziai a raccontare la mia vita a Bill per parlare di qualcosa, gli raccontai della morte di mia mamma di mio padre, e lui mi riempì di abbracci e baci soprattutto quando le lacrime scendevano, fino a quando arrivai a parlare di amore.
lì stetti zitta per un minuto e poi dissi -non ho mai avuto una relazione seria, non amo il fatto di essere fidanzata, ma spero di riuscire a cambiare idea, non l'ho mai fatto, sto aspettando la persona giusta di cui mi innamorerò.-
lui mi sorrise, -spero la troverai, sei una persona d'oro- disse continuando a sorridere.
poi parlammo di musica e dissi che sarei andata con mio fratello al concerto dei tokio hotel, lui ovviamente sorrise ed anche io, capimmo con un solo sguardo che sapevo da subito chi fosse, lui apprezzò il fatto di non aver detto niente a riguardo e mi abbracciò.
si era fatta sera e mentre stavo per uscire da casa loro una mano mi fermò prendendomi dal polso, mi girai e vidi che era bill con dietro suo fratello.
-mi dai il tuo numero? ti considero già come la mia migliore amica- disse bill con un sorriso a 32 denti.
glielo dettai e vidi tom appuntare su un foglietto il numero, mi guardò e sorrise.
tornai a casa, corsi in camera dato che nessuno stava nel salotto e mi buttai sul letto con il sorriso stampato in faccia.spazio autore
prima storia, tutto frutto della mia immaginazione, cercherò di pubblicare tutti i giorni anche se con la scuola sembra difficile ma ci proverò, fatemi sapere che ne pensate💓
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mi hai migliorata
Romancet/n è una bellissima ragazza con un naso alla francese che somigliava a quello della madre, occhi verdi, capelli neri ed un fisico considerato da tutti perfetto. aveva 16 anni e poco dopo il suo compleanno sua madre morì d'infarto, facendo cadere su...