Quattro anni dopo.
NicoleIl primo giorno di scuola del mio ultimo anno comincia come qualunque altro.
Sveglia alle sei e trenta, doccia, treccia, make-up leggero, per coprire i segni dell'acne che mi sfigura sempre la fronte durante il ciclo, e divisa blu.
Il cielo mantiene l'azzurro residuo dell'estate ormai finita, ma l'aria asfissiante che non accenna a dileguarsi, mi convince a indossare la gonna a pieghe nonostante le amate mestruazioni.
Appunto il fiocco sotto il colletto della camicetta bianca e afferro l'Eastpack rosa dalla sedia.
Il primo giorno non faremo granché, ma i docenti presenteranno il programma per l'ultimo anno e provare ad avvantaggiarmi, durante gli allenamenti di Jules e Mia, mi sembra il modo migliore per non stare troppo sola.
Oggi ci sarà anche lei.
Mi sono preparata a incontrarla ma ho comunque paura, anche se cerco di non pensarci e non darlo a vedere. I miei genitori non devono preoccuparsi più del necessario. Quello che hanno passato, in questi anni, è sufficiente. E io sono grande adesso, posso farcela da sola. Devo.
Stringo i lacci delle Converse attorno alle caviglie e, dopo aver rifatto il letto e sistemato la stanza, scendo al piano inferiore per prendere un antidolorifico.
I crampi del ciclo mi pulsano fino al pube. Non posso rischiare peggiorino il mio umore. L'ansia mi sta divorando ma "sono grande adesso, posso farcela". Mi ripeto la stessa frase come un mantra, da settimane. Prima o poi ci crederò.
«Buongiorno» saluto i miei genitori, seduti già attorno al tavolo da pranzo, e punto all'armadietto dove conserviamo dell'altro ibuprofene. Quello nel mio bagno ormai è finito.
«Cosa cerchi, Nicole?» Mia madre si avvicina quando mi alzo sulle punte per raggiungere la mensola.
«Mi è venuto il ciclo» spiego alla svelta e lei si allunga verso il ripiano e mi porge il medicinale.
Che invidia! Mia madre ha delle gambe lunghissime e snelle. Perché, oltre ai capelli rosso fuoco, non ho ereditato da lei anche questo particolare? Dal basso del mio misero metro e sessanta, sembro un puffo vicino ai miei genitori, alti e atletici come due fotomodelli. Io, al massimo, potrei essere paragonata a uno gnomo da giardino. Che sfiga.
«Puoi andare a comprarle? Questa mi basterà solo fino a pranzo.» Ingoio l'ultima pasticca rimasta e cerco di controllare il malumore. Il ciclo mi rende ancora più irrequieta.
«Passo dopo, appena stacco dall'ospedale.»
«Non dovevi andare il pomeriggio, questa settimana?»
«Sto facendo un po' di straordinario» dice con un sorriso tranquillo e io annuisco anche se mi sento in colpa per questo ennesimo sacrificio. La retta della mia scuola ha prosciugato le nostre finanze negli ultimi anni. Anche per questo mi sono rifiutata di andare in un altro Istituto quando ho saputo "la notizia". Con i miei voti avrei potuto prendere il diploma ovunque, ma la Saint Paul è l'unica che può offrirmi una borsa di studio completa per l'università. Non ci rinuncerò per colpa sua.
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FINO ALLA RIVA
RomanceTimida e riservata, Nicole è conosciuta alla Saint Paul Academy solo come una studentessa modello, la "nerd" a cui rivolgersi per avere aiuto con i compiti, la "carotina" impacciata che tutti prendono un po' in giro perché segretamente innamorata de...