Prologo

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A Manuel di appuntarsi i compiti assegnati dai suoi professori non era mai interessato gran tanto e della scuola ancora meno.

Così, quando la madre gli aveva chiesto se avesse bisogno di un diario per l'inizio di quel nuovo anno scolastico, il ragazzo aveva negato.

Anita, però, alla fine glielo aveva acquistato ugualmente temendo che il rifiuto per l'oggetto fosse dovuto al disagio che il figlio provava per la loro condizione economica.

Qualche giorno prima dell'inizio della scuola, Ferro aveva infatti trovato sulla sua scrivania un taccuino verdognolo di bassa qualità.

La vista di quel quadernetto non aveva suscitato grande interesse nel giovane, motivo per cui, egli non si era nemmeno premurato di sfogliarlo.

D'altro canto, Manuel era sinceramente grato per il pensiero che la donna aveva avuto per lui cosicchè, quando la sera uscì dalla sua stanza per cenare, la ringraziò e in seguito le posò un bacio sulla testa.

"Allora ti piace?" gli domandò la madre con un sorriso e Ferro le annuì riconoscente.

Dopo il pasto si rintanò nella sua camera e, afferrando l'agenda, si buttò sul letto per sfogliarla.

A prima vista constatò che si trattava di un semplice diario di medie dimensioni con una banda elastica laterale a tenerlo ben chiuso.
A differenza delle solite agende, però, sulla copertina non figurava alcun accenno all'anno a cui facesse riferimento.

Diede un'ultima occhiata all'articolo che aveva tra le mani e poi, spostando delicatamente l'elastico, l'aprì.

Iniziò a voltare le pagine lentamente, quasi come se il giorno segnalato sul foglio che veniva girato, stesse volgendo al termine.

Dopo poco lo richiuse e si spostò alla scrivania per annotare sulla copertina il suo nome.

Dopodiché ammirò soddisfatto la scritta grossolana a inchiostro nero che campeggiava su quella distesa di cartoncino verde, infilò poi l'oggetto nello zaino e tornò sul letto a osservare il soffitto fingendo di riuscire a vederne il cielo stellato che vi era aldilà.

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Manuel aveva rimesso piede nella classe, sulla cui porta spiccava un "4B", da ormai un mese e quell'agendina verde lo aveva accompagnato in tutte quelle giornate.

Peccato, però, che di compiti non ve ne avevesse appuntato mezzo.

Il diario era stato utilizzato dal suo proprietario per altri scopi.

Sul 18 settembre vi erano infatti 4 reticoli con all'interno delle "x" e "o" che simboleggiavano i round di tris che Ferro aveva avuto con Simone.

Il 23 dello stesso mese, invece, difettava di una parte che era stata strappata e utilizzata come bigliettino per la verifica di matematica del medesimo giorno.

Il 27 era stato invece abbellito da figure scarabocchiate da Matteo che, quest'ultimo, aveva definito come "nasi" quando la professoressa Girolami lo aveva rimproverato perchè concentrato a pasticciare anzichè seguire la lezione.

Il 5 ottobre, Manuel, lo aveva dedicato al disegno di un occhio che assomigliava terribilmente a quelli del suo compagno di banco Balestra, mentre la pagina del 6 era stata interamente colorata con l'evidenziatore giallo.

Su quel piccolo oggetto, quindi, delle numerose versioni di latino affidate da Lombardi o di qualsiasi altro compito non vi era mai stata alcuna traccia... e di certo non ve ne sarebbe mai stata.

A decorare le pagine di quel taccuino ci sarebbe stato ben altro: le sue poesie.

Le poesie di Manuel Ferro | SimuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora