Capitolo 1

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Questo mondo ormai stava diventando troppo, le bugie, gli sguardi di disgusto, ma a lei non interessava, o meglio, haveva smesso di interessarle.
Sorrideva al mondo, con la speranza che tutti possano cambiare....ma....dopo quel evento, quel sorriso si trasformò in una bugia per colmare il vuoto che le si era creato e riuscire a sopportare finché non sarebbe finito... Se sarebbe finito.....

2 l /2045 ora 7.30 del mattino (una settimana dopo l'evento X)

Di solito la mattina non amo alzarmi, alzi, non ostante la sveglia reimpostata almeno 10 volte non mi smuovo, ma che ci posso fare, il cuscino è così caldo e morbido e le lenzuola pulite odorano di primavera, nessuno riuscirebbe a smuovermi in questo momento.

<<Sariiik, sveglia>>

Tranne quel rompi palle di mio fratello.
Mi tira via le coperte facendomi restare al freddo per poi prendere il cuscino con forza e sbattermello in testa, odiavo quando faceva così, e cercavo sempre di farglielo capire.

<<Frannn, RIDAMMI IMMEDIATAMENTE IL MIO CUSCINO E LE MIE COPERTE >>
<<Sorellina cara, smettila di rompermi i timpani e sbrigati, io sto per uscire di casa, e tu stai ancora in pigiama, la scuola inizia fra qualche minuto>> <<Cos->>

Accidenti! Di solito facevo ritardo ma stavolta ho esagerato

<<PERCHÉ NON MI HAI AVVISATA PRIMA>> <<vedi che è la quinta volta che vengo a svegliarti così ho usato le maniere forti>> <<ACCIDENTI E TARDI!!>>

Penso che stavolta non servirà una nota di scuse da parte di mia madre per non farmi andare in punizione.
Mi alzo in tutta fretta, mi lavo vesto e prendo le ciabatte portafortuna di papà, si, vado a scuola con le ciabatte ma sappiate che è molto più comodo.

Mio fratello ormai è uscito e molto probabilmente è già davanti a scuola, come sempre il teletrasporto li riesce alla perfezione.

Non ci penso ulteriormente e prendo la prima cosa che la mia bocca riesce ad afferare come colazione cercando di ricordarmi che materie abbiamo per poter fare lo zaino, devo ricordarmi di farlo la sera prima la prossima volta, molto probabilmente lo dimenticherò.

<<ma buongiorno anche a te, dormito bene tesoro?>> <<giorno pa, scusa ma sono di fretta>> <<vedo, non dimenticarti che più tardi devi andare a prendere tuo fratello dall'asilo>> <<COSA! cavolo>> <<te ne eri scordata vero? Vabbè tranquilla andrò io, dirò a tuo zio di posticipare l'impegno>> <<Aaaa, grazie PA, sei il migliore>> *bacino sulla testa* <<hehehe, sono solo preventivo>>

Già, mio papà è uno scheletro, letteralmente. Dice di essere preventivo, ma prima di conoscere la mamma non lo era, alzi, era molto pigro, più pigro di me si potrebbe dire, ma poi ha conosciuta la donna della sua vita ed è diventato abbastanza responsabile, anche se un po di pigrizia è rimasta.

Prendo il necessario e finalmente mi teletrasporto a scuola per fare prima ma appena arrivata non mi aspettava una bella sorpresa.

Cerco di entrare senza farmi vedere dalla prof, la quale è girata di spalle a scrivere qualcosa alla lavagna, inutile, la sua voce da vecchia rangrinzita mi arriva in faccia come un vagone.

<<signorina Sarik, immagino abbia la giustifica>> accidenti, ecco cosa havevo dimenticato, faccio per girarmi lentamente ma me la ritrovo davanti con una faccia da vipera incavolata nera, neanche il tempo di risponderle, sapendo già la risposta, e mi manda fuori urlando come una pazza e chiamandomi irresponsabile facendo ridere l'intera classe, tranne alcuni.

Mentre sto nel corridoio con un secchio d'acqua nelle mani come punizione, passa per caso un ragazzo, non sono riuscita a vederlo bene ma era molto alto, l'unica cosa che sono riuscita a vedere, o meglio sentire, è stato una forte fragranza di...tabacco e menta, da lì ho capito immediatamente che non fosse il classico ragazzo per bene, e penso lo abbiano notato anche gli altri perché appena varcata la soglia è presentato alla classe, si sono sentiti degli urletti da parte delle ragazze e dei wow dei ragazzi mentre dalla finestra dell'aula notai molti che lo guardavano in caniesco, molto probabilmente per gelosia, si era appena presentato ma non sono riuscita a sentire neanche il nome.

Even a rose can be painfulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora