Prologo

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"Signor fioraio" il bambino si appoggiò con i gomiti sul bancone sporgendosi in avanti con la parte superiore del petto.

Aveva un sopracciglio inarcato e sul volto un'insolita espressione curiosa che si mescolava ad una certa insicurezza.
Tamburellava le piccole dita sulla superfice marmorea del banco da lavoro, mentre il fioraio asseriva assente attendendo la sua domanda.

"Cosa significa 'Dent de lion'?" chiese in quella sua voce sottile, scandendo incerto le lettere, riferendosi ad uno dei tanti bigliettini da visita che erano sparsi di fianco alla cassa.

Il fioraio si fermò interdetto, interrompendo all'improvviso il proprio lavoro, un sorriso mesto sulle labbra.

"E' il nome di un fiore, il dente di leone, ne hai mai sentito parlare?" il volto stanco e le rughe dell'anzianità che iniziavano ad affiorare sulla pelle.

Non era un uomo giovane, ma i segni sul suo viso lasciavano comunque trapelare una sorta di delicata sfioritura, una serenità che aveva accompagnato la sua lunga e indaffarata vita.

"Certo, ce ne sono tanti in giro, Appa dice che sono dei fiori molto comuni" rimettendosi a sedere composto, prese uno dei bigliettini tra le mani, rigirandoselo tra le dita e guardandolo sbieco.

Il fioraio scuotendo la testa distolse la sua attenzione, tornando a lavorare sulla composizione di fiori che aveva tra le mani, senza mai lasciare che il sorriso svanisse dalle sue labbra.

"Il tuo Appa ha ragione, i denti di leone sono fiori estremamente comuni, ma questo non significa che non possano essere in qualche modo speciali" arrotolando il filo di seta intorno alla carta decorativa, lanciò una rapida occhiata al bambino che sembrava interessarsi ogni secondo di più a quelle parole, "Sai, un tempo c'erano due ragazzi che erano soliti scambiarsi promesse regalandosi dei denti di leone"

"Davvero?" il bambino si sporse in avanti, gli occhi, allargati ed attenti, intrisi di una curiosità quasi palpabile, "E cos'è successo?"

"E' una lunga storia e anche molto triste, non sono certo tu la voglia ascoltare" un risolino sommesso, mentre le lunghe e raggrinzite dita modellavano i malleabili steli dei fiori.

Il ragazzino storse la testa, confuso, mentre una scintilla di entusiasmo gli irradiava lucente lo sguardo.

"Per favore, signor fioraio" la richiesta implicita in quella sua sottile e minuta supplica. Il fioraio scosse di nuovo il capo, questa volta con fare spontaneo, ridacchiando tra sé e sé all'impazienza del giovane.

Sorridendo indulgente, decise quindi di riprendere a raccontare.

"Tutto ebbe inizio alla fine di un'estate che ora sembra davvero molto lontana..."

Dandelions - Promises Under The Sky | TaegyuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora