Parte 3: Allontanamento e Perdita

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Ed il tempo trascorse senza lasciare spazio alla possibilità di sistemare le cose.

Miriadi di messaggi senza risposta sullo schermo del cellulare, ora abbandonato in fondo allo zaino, mentre gli occhi seguivano attenti una figura esile e gracile che si nascondeva tra la folla di ragazzi più grandi.

Taehyun non si era più fatto sentire dopo quella notte.

Ed ora Beomgyu lo osservava da lontano, mentre rideva forzatamente con gli amici del proprio ragazzo, gli occhi stanchi, le labbra screpolate e un viso talmente scarno da rassomigliare un malato.
C'era caldo, in quella mattinata di inizio settembre, ma le sue braccia rimanevano coperte da una lunga maglia bianca che ne risaltava le macchie violacee sotto gli occhi.

Continuava a tremare, ma era un gesto che si notava appena.
Beomgyu lo leggeva nella sua postura, nel modo che aveva di porsi, del tutto inusuale.
Un animale in gabbia, ma che non aveva il coraggio di scappare.

"Dovresti smetterla, sai?" la voce di Kai era pacata, ma anche trasudante di apprensione.

Aveva seguito il suo sguardo, stagliandosi contro il gruppo di amici della squadra di basket della scuola.
Ridevano ad alta voce, boriosi.
Beomgyu si domandava come facessero ad essere così spensierati, quando al loro fianco quella docile e pura anima si stava lentamente dissolvendo nell'aria.

"Di fare cosa?" la sua voce era assente, piccola e disperata.
La sua preoccupazione era palpabile tra le pieghe di quella fittizia nonchalance.

"Far finta che vada tutto bene" il più piccolo sospirò togliendosi gli occhiali dal naso e squadrandolo come a volerlo ispezionare, "Lo vedo, come le cose stanno peggiorando"

E forse era proprio quello che lo spaventava.
La consapevolezza che tutto stesse crollando davanti ai suoi occhi e lui, congelato dal terrore, non potesse far altro che stare immobile ed osservare.

"E' una sua scelta, Kai, io ho provato a parlarci ma ignora tutte le mie telefonate"

Chiamate su chiamate, lasciate senza risposta.
Era diventata tediosa quella sua flebile determinazione che lentamente si consumava.

Kai al suo fianco si appoggiò con la schiena contro il muro, sollevando una gamba contro la parete ed incrociando le braccia al petto.
Lo guardava come se gli fossero cresciute due teste, come se quello che stesse dicendo non avesse senso nella lingua umana.

"Dovresti parlargli di persona, obbligarlo ad ascoltarti per una volta" lo incitò parlando chiaramente, scandendo ogni singola parola.

C'era impazienza nel suo tono, mentre faceva guizzare lo sguardo alternando la sua figura con quella dell'altro ragazzo che ora sembrava essere sull'orlo di sprofondare.

"E dirgli cosa? Che secondo me c'è un problema ma che se non me ne parla non posso sapere di cosa si tratti?"

Era inutile, però, pensava.
Sapeva di non essere nella posizione giusta per potergli fare la predica in un momento come quello, tanto meno riguardante una relazione che andava avanti quasi da un anno oramai.
Se Taehyun pensava fosse la cosa più giusta continuare con quella storia, allora lui non aveva nessun diritto per opporsi o obiettare.

"Potresti dirgli che sei preoccupato" per il più piccolo era tutto, invece, molto più semplice.

Era limpido, cristallino, come bastassero poche parole e tutto si sarebbe potuto sistemare.
Li aveva osservati, parlarsi, distanziarsi e poi lentamente lasciarsi andare.
Aveva visto il dolore nei loro occhi, il lutto per quel rapporto che si stava lentamente sgretolando e che nessuno dei due aveva il coraggio di rattoppare.

Dandelions - Promises Under The Sky | TaegyuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora