Carpe Diem

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La lezione di Lombardi quel giorno pare fastidiosamente più noiosa del solito.
Sta spiegando Orazio, autore che normalmente gli alunni ritengono abbastanza interessante e attuale, ma non è questa l'opinione di Simone a riguardo.
In quel momento perfino una lezione di matematica a Simone non sarebbe interessata perché la sua testa è altrove; la sua testa è con Dante, che di lì a poche ore avrebbe ricevuto i risultati della tac eseguita una settimana prima.

Ciò che lo aveva indotto a prenotare la tac erano i sintomi di affaticamento, fiato corto e ritmi del cuore alterati, insoliti per un uomo della sua età ma a lui familiari per via della patologia di cui era stato vittima il padre, ovvero il nonno di Simone.
Per questo motivo al primo accenno di sintomi aveva deciso di prenotare l'esame medico, cosciente del fatto che ci fosse un'alta probabilità di riscontrare la stessa patologia, e ne aveva parlato con suo figlio per evitare di prenderlo alla sprovvista nell'eventuale caso di riscontro positivo.

Simone è fisicamente dentro la classe, ma fissa il vuoto inerme e chiunque lo noti pensa di trovarsi in presenza di un fantasma, come se il vuoto fosse diventato parte di lui e non fosse più il solito chiacchierone perfettone della classe, ma una semplice figura di contorno.

Tutti lo chiamavano affettuosamente in quel modo, era stato Manuel a dargli il soprannome.
Peccato che da quando nella sua vita era entrato Mimmo, Manuel si era allontanato da Simone senza spiegazione alcuna; si parlavano raramente e le poche volte che lo facevano era perché la convivenza a Villa Balestra li obbligava a farlo, o perché ad uno dei due servivano compiti di qualche materia.
Per il resto, il loro rapporto si era completamente disintegrato; all'improvviso i momenti insieme erano diventati un ricordo amaro nelle loro menti.
Non esistevano più i Manuel e Simone che avevano condiviso l'intimità di un tatuaggio, celata nel fatto che Simone avrebbe avuto per sempre la calligrafia di Manuel incisa sulla pelle;
Non esistevano più i Manuel e Simone che avevano condiviso la prima canna di Simone, i lavori su paperella, le notti nella piscina di Villa Balestra a parlare del niente che però era tutto.
Quelli che avevano condiviso la paura di perdersi per sempre, che avevano corso infiniti rischi l'uno per l'altro, che si erano tanto odiati quanto amati.
Non esistevano più, e pensarci provocava a entrambi una fitta allo stomaco non indifferente.

Ed eccolo lì, il suono che richiama l'attenzione di Simone: il tanto atteso messaggio di Dante.
Il battito cardiaco si fa più veloce e con le mani tremanti afferra il telefono, inspirando ed espirando profondamente prima di sbloccare lo schermo.

È a pochi secondi di distanza da quel gesto che un clamore improvviso fa sobbalzare l'intera classe, professore compreso.
Si tratta di Simone che si alza violentemente dal banco lasciando cadere la sedia, ed esce dall'aula; Lombardi, esterrefatto e confuso, rimane qualche secondo in silenzio a fissare gli alunni e poi la porta in cerca di una spiegazione, rassicurandoli del fatto che avrebbe certamente informato la preside di questo comportamento inaccettabile.
La gente pensa di essere in un albergo aveva detto, rigirandosi verso la lavagna dove era intento a fare l'analisi del Carpe Diem di Orazio.
Manuel nonostante il rapporto ormai avverso con Simone non sopporta di sentire Lombardi parlare in quel modo di lui, perché chiunque lo conosca sa bene che ci dev'essere qualcosa sotto che lo ha portato ad agire in quel modo; vorrebbe seguirlo, aiutarlo, deve solo prendere coraggio.

Ma poi...
«Professore» Mimmo aveva alzato la mano «Posso andare da Simone? A vedere se sta bene»

È evidente che non sta bene, coglione.

Al sentire l'avanzare di quella richiesta Lombardi esita, è evidente non gli importi di come sta Simone; però sa anche che se gli succedesse qualcosa di grave sarebbe colpa sua dato che i ragazzi sono sotto la sua responsabilità, quindi acconsente.

Simuel OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora