Capitolo 1 - la partenza

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Consegnai il biglietto al controllore che mi guidò alla mia cuccetta la numero 205, la suite. Per questo viaggio non avevo badato a spese. La mia cuccetta era spaziosa con un ampio letto matrimoniale da cui si poteva ammirare l'ampia finestra ed osservare il panorama scorrere veloce sotto i miei occhi. Anche per il bagno non avevano badato a spese, piano in marmo bianco e lavandini color oro laccato (?) e una grande doccia, insomma tutto il necessario. Decisi di sistemare i miei vestiti nell'armadio a disposizione e tutto il resto. Dopo pochi minuti senti il treno cominciare la sua lenta ma lunga corsa e rimasi qualche secondo ad ammirare il paesaggio in movimento man mano che il treno prendeva velocità.

All'ora di pranzo andai al vagone ristorante. Un cameriere molto gentile mi porse il menu e cominciai a sfogliarlo. Diversi piatti mi attirarono, alcuni dall'alto prezzo altri perché non erano piatti da tutti i giorni, come il caviale. Alla fine optai per un antipasto di caviale per poi proseguire con un risotto al pesce. Era tutto squisito e decisi che avrei fatto uno strappo alla regola mangiando anche il dolce. Chiesi il menu che dopo poco mi fu portato ed ordinai una cheescake, la mia torta preferita.

Quando il cameriere ebbe spreparato il mio tavolo mi feci portare un caffè e il giornale del giorno per essere aggiornata sulle ultime notizie. In quel momento i avvicino al mio tavolo un cameriere, diverso da quello che mi aveva servito seguito da una signora sulla trentina d'anni chiaramente in dolce attesa.

"Mi scusi signora Rossi, dal momento che i tavoli sono tutti occupati le dispiace se la signora qui presente si siede un attimo con lei? Alla prossima fermata dovrà scendere quindi per il resto del viaggio il tavolo sara tutto suo." Disse il cameriere.

"Certamente nessun problema." Risposi.

Il cameriere fece allora segno alla signora che aiutò a sedere. Mentre leggevo il giornale potevo percepire un velo di disagio emanato dalla persona di fronte a me. Continuai a leggere l'articolo che mi stava catturando l'attenzione da ormai un paio di minuti. Continuava a lanciarmi sguardi e non appena incontrava il mio ritornava ad osservare il paesaggio. Decisi allora di chiudere il giornale, ormai rassegnata al fatto che ormai la mia attenzione si era spostata su questa signora tanto misteriosa. Lo appoggia sul tavolo e con la tazza alla mano domandai

"Come vi chiamate?" Dissi per poi portarmi alle labbra la tazza e sorseggiare il mio caffè.

Dopo alcuni secondi di esitazione la ragazze rispose e disse

"Mi chiamo Silvana" disse.

Feci un largo sorriso e porsi la mia mano

"Piacere Adriana".

Mi strinse la mano e accennò un sorriso. La sua stretta non era sicura anzi si percepiva il suo stato di ansia e angoscia. Sapete da una stretta di mano si può capire molto di una persona, se è una persona sicura, timida, una persona che vuole "spacciarsi" per sicura. È un metodo utile per cominciare a conoscere la persona che hai di fronte.

"Sai io ho cominciato questo viaggio perché era un mio sogno poter attraversare tanti paesi sull'Orient Express, fin da piccola aspetto questo viaggio fantastico. Lei come mai è qui?" Cercai così di abbozzare un discorso per cercare di tranquillizzarla e per far passare il tempo.

"Mi sta chiedendo quindi di raccontarle la mia storia?"

Feci segni di si con il capo.

"Bene allora questa è la mia storia..." disse cominciato a raccontare.

La ragazza del trenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora