Capitolo 23: Toc-Toc - ✓

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Kenneth Jung amava rientrare a casa da lavoro per rivedere la sua famiglia. La mattina andava via presto, di corsa per occuparsi dei suoi affari e della sua azienda, e non aveva mai il tempo di salutare i suoi figli, il piccolo Anthony e il grande Charles, o di poter baciare sua moglie Cloe con una passione più amorevole rispetto al piccolo bacino lesto sulla soglia della porta di casa.

Aspettava le sei del pomeriggio come se fossero una benedizione dal cielo; salutava i suoi dipendenti, saliva nella sua poco discreta Maserati grigia metallizzata e di corsa alla sua piccola villa per cenare con la famiglia, giocherellare con suo figlio e coccolare la sua dolce metà. Non poté che ritenersi più che soddisfatto per come si erano evolute le cose; il giorno prima era stato uno studente di Economia, quello dopo aveva studiato per ottenere una licenza da armaiolo e poi aveva reso orgoglioso suo padre, diventando uno degli imprenditori di armi più noto dello Stato, fino ad aprire una fabbrica che non lo aveva mai portato in bancarotta negli ultimi venticinque anni; avere un nonno nordcoreano aveva i suoi svantaggi, soprattutto quando ogni volta, ad un colloquio, il dover spiegare che i suoi nonni erano migrati in America durante La Guerra di Corea negli anni Cinquanta serviva a colmare quelle domande indiscrete e fuori luogo.

Negli Stati Uniti il porto d'armi era un diritto costituzionale: chiunque poteva e doveva tenere un'arma, che fosse a casa o in giro per le strade. E dove dovevano recarsi per comprare un'ottima arma che non li avrebbe mai delusi? Nella sua catena personale di negozi, naturalmente. Il materiale con cui esse erano costruite non potevano essere equiparate alla feccia turca o alla apparente perfezione russa; l'America era rimasta stupefatta dal suo operato da integrarlo nella top 3 delle aziende di armi più famose del continente. 

Meglio di così non poteva andargli. L'acciaio inossidabile utilizzato nelle sue armi proveniva dall'India; sebbene anche negli Stati Uniti vi fossero fabbriche che producessero un'ingente quantità di acciaio, in India il materiale si presentava più forte, più resistente al surriscaldamento delle armi.
E poi c'era anche da dire che risultava più economico da esportare e importare.
Questo perché c'erano degli affari che Jung aveva stipulato con il popolo che lo arricchiva in materiale.

A casa, tuttavia, staccava la spina e si dedicava a del sano riposo; prima di andare a letto avrebbe pensato meglio alle scartoffie da compilare e ai negozi da rifornire, ma per il momento voleva solo rimanere seduto sul divano, con Cloe tra le sue braccia, a guardarsi un po' di televisione.

«Anthony e Charles?» chiese, mentre accarezzava con il dorso della mano la guancia della donna dai lunghi capelli castani accoccolata sul suo petto.

Sebbene avesse cinquantasette anni, Kenneth li portava davvero bene in un fisico non troppo robusto, ma dalla pancia leggermente gonfia per la continua assunzione di alcol.

«Al piano di sopra; Anthony gioca con le costruzioni, mentre Charles sta studiando. Gli esami sono tra due settimane.»

«Sta andando bene in Economia, non lo avrei mai detto.» ammise. «Non avrei mai pensato che avesse potuto seguire le mie orme: ha un carattere molto ribelle, eppure il primo anno lo ha superato egregiamente e con voti veramente alti.»

«Tra tre giorni ritornerà a Chicago, dopodiché lo rivedremo solo a Natale. Il sol pensiero mi induce già a sentire la sua mancanza. Sta crescendo così in fretta.»

Jung cambiò canale, sospirando una risata. «Sembrava ieri quando ha iniziato il liceo, invece adesso è maggiorenne e diplomato.»

«Gli stiamo dando la vita che ha sempre sognato. Tutto questo grazie a te.» Cloe gli diede un bacio.

«E a te, amore mio. – Kenneth ricambiò, stringendola forte a sé. – Il tuo contributo all'azienda non ha portato altro che prosperità.»

«Ma che dici? L'azienda è tua.»

MIND OF GLASS: OPERATION Y [REVISIONATO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora