Che paura quando guidi te - parte 4

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"E ora?" - chiese Mattia con la voce ed il cuore in bilico.

"Ora ti bacio di nuovo." - disse Christian prima di fiondarsi nuovamente sulle sue labbra. Era un bacio a stampo come il precedente, dolce, carico di emozioni e paure. Mattia lo subiva immobile, troppo scombussolato per prendere iniziativa.

Dopo qualche secondo Christian si staccò con uno schiocco flebile. Lo guardò negli occhi con uno sguardo indecifrabile e respirò profondamente. Poi si avvicinò di nuovo lentamente e poggiò per la terza volta le labbra su quelle di Mattia, con una delicatezza tale da far fare i salti mortali al cuore del più piccolo.
Le mani del moro erano incastrate tra il viso e il collo di Mattia, con i pollici poggiati ai lati delle labbra e le altre dita alla base del collo per tenerlo fermo, saldo sotto il suo tocco.

Quasi come se avesse paura potesse scappare.

Ma Mattia non scappava, non aveva nessuna intenzione di scappare.

Quando Christian - per l'ennesima volta - si allontanò, rimase a fissare l'altro in quelle pozze blu per qualche istante. Poi, con estrema tenerezza, sfiorò il suo naso con il proprio e parlò a bassa voce:
"Non dici nulla?"
"Non so cosa dire." - rispose sussurrando il biondo.

Christian aveva paura, stava tremando dalla paura. Perché Mattia non si era allontanato, ma non aveva neanche partecipato attivamente al bacio e, nonostante le parole che aveva pronunciato poco prima, aveva lasciato che Christian facesse tutto da solo.

"Parlami Matti, dì qualsiasi cosa ma parlami, ti prego." - lo supplicò non allontanandosi da lui neanche un centimetro.
"Il mio cuore sta facendo le capriole Chri."- pronunciò timido.

Il moro perse un battito nel sentire quelle parole.

"Quindi, cioè, quindi t-ti è piaciuto?" - chiese balbettando il maggiore.

Mattia, in risposta, rise.
Rise e lo baciò, con un bacio veloce e rumoroso, uno schiocco forte che accompagnò il cuore del moro nell'iperuranio.
Forse era proprio quella la casa del loro amore, un universo a sé stante.

Christian appoggiò la fronte su quella dell'amico e sospirò forte.

"Adesso ho un problema." - disse quasi affranto.
"Che problema?" - chiese preoccupato il biondo.
"Continuerei a baciarti per ore, anzi, continuerei soprattutto a farmi baciare da te per ore. Sentire le tue labbra che si avvicinano alle mie per posarcisi sopra mi fa scoppiare il cuore. E mi sto sentendo un po' stupido a dire 'ste cose, ma te lo giuro non ci sto capendo proprio niente. Mi sento lo stomaco sottosopra." - ammise sincero, e confuso, il bergamasco.

A Mattia scappò una delle sue risatine dolci e infantili.

"Mhhhh, non fare così Matti. Non ridere a due centimetri dal mio viso in questo modo così tenero perché ti prendo a morsi."

Christian si stava lasciando andare, non aveva più nessun filtro e per Mattia, quella, era la dimostrazione più grande di quel sentimento innominabile che provava nei suoi confronti.

Perché Christian non era un tipo che si lasciava andare facilmente, ma lo stava facendo...per lui.

"Cosa mi morderesti Chri?" - chiese il minore.
"Le guance." - rispose subito l'altro.
"E poi?"
"Le labbra."
"E poi?"
"Il collo."
"Mh, poi?"
"La spalla."
"Andresti anche più giù?" - chiese Mattia a quel punto.
"Forse, non so se ne avrei il coraggio" - rispose sincero Christian.
"Allora rido finché non lo scopriamo insieme." - disse malizioso il più piccolo.

OS ZENZONELLI - right person wrong timeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora