Progressi

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Culinari e non solo

Quando finirono di pulire e sistemare tutto, Simone ringraziò che Manuel gli avvicinava i bidoni della spazzatura in silenzio. Senza sfottere, senza innervosirlo.
Poteva essere imbarazzante, è vero, ma per lui risultò come se un angelo si fosse posato sulla spalla dell'altro mandando via il diavoletto appolaiato sull'altra e avesse deciso di prendersi una mini vacanza.
Usarono due scope al posto di una per spazzare il pavimento dalla farina, riuscirono a risparmiare del tempo.
Spente le luci, controllato che non ci fosse farina nemmeno sulle loro mani, prese le chiavi per chiudere, uscirono entrambi fuori dal locale.
Purtroppo la pace di Simone durò poco perché impegnati com'erano stati a pulire, non avevano fatto attenzione alla tempesta di pioggia fitta che scendeva.
Manuel aprì il suo ombrello, ma Simone restò lì, fermò sulla soglia porta.

« Che, sei già nostalgico, vuoi dormirci dentro? »

Rideva solo lui. Simone guardava gli spilli di pioggia potenti battere sul marciapiede. Manuel si fece serio, Simone allora spiegò.

« Casa mia sta a un'oretta e mezza da qua...sai se c'è una fermata dei taxi qua vicino? »

Manuel corrugò la fronte, avvicinando le sopracciglia già con la loro forma, divennero ancora più spioventi. Sembrava una di quelle maschere della tragedia greca. Se non fosse stato per quella bocca che sembrava più perplessa che angosciata, sarebbe stato uguale.

« Come sei venuto scusa? » chiese in quello che sembrava un tono "normale".

Simone toccò la base dell'ombrello, senza lasciarlo toccare a terra.

« In vespa » si morse le labbra.

E infatti quella maschera si trasformò poco dopo, annuendo e mettendo su quello sguardo di goliardica strafottenza.

« Ah, ho beccato l'unico perfettone dall'animo "vintage" »

Ecco, mi sembrava.

« Posso pure tornarmene in taxi, con questa pioggia, non ho bisogno della tua opera pia e della tua elemosina, se ti senti costretto » rispose scocciato.

Si frugò nella tasca del giubbotto cacciandoci dentro la mano per prendere il cellulare, pronto per cercare l'app di google maps per avere quell'informazione. O comunque cercare su internet il primo numero di un servizio disponibile in quelle zone.

Manuel, con una mano nella tasca dei jeans scuri e l'espressione seria che ritornava.

« Ascolta, pioverà sicuro pe' tutta la notte. Saranno le tre, casa mia sta qua vicino, ho la macchina pure parcheggiata in un vicoletto qua dietro. Per la vespa sicuro puoi tornà domani. »

Simone storse la bocca.

« Sempre se la trovo... Giulio mi ha detto che è abbastanza sicura la zona. »

Sinceramente non sapeva se fidarsi o meno. Non lo conosceva, non sapeva nulla di lui - a parte che avesse un tatuaggio, la mania di asfissiare la gente, una predilezione per lamentarsi e fare battute inopportune - anche se lavoravano insieme da solo due settimane.

Manuel annuì rapido.

« È così fino a tre annetti fa anch'io venivo co' la moto, mai avuto problemi. Comunque la fermata dei taxi sarà ad almeno 'na buona mezz'ora da qua, diventerai fracico co' l'ombrello in meno de dieci minuti prima de arrivarci » continuò Manuel.

Simone inclinò la testa, gli occhi sinceri.

Si chiese se lo stesse facendo perché avevano consumato solo un'oretta fa.

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