Tiramisù

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tw: fa schifo ma doveva finire
nessun tiramisù, pizza o
Simone sono stati maltrattati 





(Quasi) più dolce del mascarpone




Non credeva fosse possibile continuare a
vedersi tra gli orari della pizzeria e le mattinate e le sere per dedicarsi allo studio.
Continuare a vedersi entro il bagno del locale e guardare furtivamente la porta ogni secondo o vedersi solo nei momenti in cui venivano affidate le chiavi per la chiusura a Manuel o a lui solo da qualche giorno.

Eppure, entrambi non riuscivano a farne proprio a meno.
Se Simone gli diceva 'no' poco dopo cedeva e Manuel era in grado di farlo vacillare davvero con poco.
Sembrava un ragazzino alle prese con la prima cotta, la prima sbandata e il primo palo invisibile ma pronto dietro l'angolo.

Sentirsi un ragazzino non spegneva però il suo piccolo timore. Simone cominciava a sentirsi, insieme a quel vento leggero e disinibito, leggermente in colpa, pensando di approfittare fin troppo della bontà di Valerio - che ancora non sapeva nulla di ciò che andava avanti ormai da settimane - così come ne era all'oscuro anche Giulio.

Simone e Manuel non facevano granché oltre che toccarsi un po', baciarsi per poi ritornare a a lavorare.
La sera, si riempivano di messaggi e l'esito finale era che uno dei due finisse per fissare lo schermo una volta che l'altro non rispondeva più.

Manuel sembrava aver capito di dover andarci piano in qualche modo.
Come per paura di esagerare o cadere di nuovo in una trappola.

Così come Simone aveva capito che per Manuel alcuni argomenti venivano fuori e poco a poco allo scoperto, che non andava forzato.
Ogni cosa doveva seguire il naturale corso delle cose.
Si interessava e storceva il naso sempre quando si trattava dei suoi studi, commentava le foto che Simone gli mandava se cucinava un dolce o un piatto salato.

Sembravano aver in qualche modo costruito una strana quotidianità conosciuta solo a loro.

L'immagine dell'uragano del primo mese si era come assopita di conseguenza: Simone lo percepiva anche da alcuni messaggi che l'altro gli lasciava e che lo lasciavano sorpreso, a volte anche dalle chiamate alle due di notte quando entrambi, per un motivo o per un altro, non riuscivano a cadere nelle grinfie del sonno; da come Manuel non alzasse poi così tanto la voce come agli inizi sul posto di lavoro, come gli preparasse a volte gli ingredienti da utilizzare o gli tenesse la porta prima di uscire.

Dietro quel Manuel Ferro travestito da stronzo, si celava molto di più.

Il che aveva cambiato totalmente le ultime parole che Simone si era ripetuto dopo la prima notte in pizzeria.
Ricordava di essersele ripetute come un mantra fino ad averne la nausea: "non lasciarti travolgere da emozioni sbagliate, contraddittorie".

Ma era evidente, ora, che era davvero tardi per tornare indietro.
Soprattutto se ad una richiesta della sua testa, ne riceveva due opposte e inverse da parte del cuore.
Soprattutto se contava tutti quei piccoli tasselli che andavano a comporre un quadro più chiaro: questa persona è entrata e ora è difficile farla andare via.

Restava però la clandestinità di quella "specie di relazione".
Anche in quel caso, non avevano definito nulla, non che ci fosse qualcosa da definire: più che altro Manuel traduceva più attraverso gesti che parole nell'ultimo periodo e a Simone andava bene.

Simone si chiedeva sempre un po' cosa l'altro pensasse quando era distante e non si vedevano o cosa avrebbe voluto dire quando invece di dirlo, Manuel si limitava ad afferrargli una guancia o lo afferrargli leggero un polso.

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