Quel vento unito alla pioggia creava un effetto che ai più sarebbe potuto sembrare terrificante e pericoloso, soprattutto se si fossero trovati per strada.
Questa non era, però, la sensazione che trasmetteva a Luca.
Gli era di conforto quel clima austero, lo rispecchiava: freddo e dannoso, per certi versi affascinante e testardo.
Gli era ancora più d'aiuto in quel momento, nella sua fiat punto ormai datata, che aveva rappresentato buona parte dei suoi spostamenti. Non l'aveva mai cambiata non per motivi ''sentimentali'', come potrebbe sembrare, ma per il fatto che il suo misero reddito mensile non gliene concedeva l'opportunità. D'altronde una vettura veloce e prestante gli sarebbe stata molto utile, specie in una situazione come quella che stava vivendo.
Qualche ora prima, infatti, gli era giunta una di quelle maledette notizie che nessuno vorrebbe mai ricevere.
Di certo non era uno dei migliori momenti della sua vita, stavano accadendo molte cose, di cui troppe negative, alle quali, come se non bastasse, ora se ne era anche aggiunta un'altra. Con le mani ferme al volante cercò di vagabondare tra i ricordi, nel tentativo di trovarne i più disperati, così da confortarsi; in fondo questo era sempre stato il suo modo di risollevarsi dai brutti imprevisti.
Nel frattempo, la pioggia insisteva con una prepotenza unica, alimentata e impreziosita, occasionalmente, da qualche chicco di grandine.
Nessun frammento del passato di Luca che tornava alla memoria sembrava essere d'ausilio. Ogni flashback era confuso e si limitava solamente a qualche esperienza fuori dagli schemi, che non aveva neanche lontanamente portato a conclusioni simili a quella attuale.
Le curve intanto continuavano, il navigatore ne segnava ancora diverse, anche se i chilometri di distanza dal punto di arrivo ormai non superavano i cinque.
Ora nevicava, cosa strana per essere marzo e per il luogo in cui ci si trovava.
La guida di Luca era sempre più nervosa e meno sicura; se ne accorse, ed a poche centinaia di metri dalla destinazione decise di fermarsi.
Scese.
Si spostò irregolarmente con circospezione, muovendo gli occhi a destra e sinistra.Era evidente che oltre a lui non c'era nessuno, ma il suo cervello era fin troppo meticoloso per lasciarsi vincere da certe facili conclusioni.
L'aria era gelida; il termometro della macchina segnava zero gradi.
Lui però non sentiva freddo, si sentiva invece di fuoco, quasi come un vulcano in fase di eruzione, un'eruzione che in questo caso, tuttavia, era composta da lacrime e non lava. Percepì un groppo alla gola. Per qualche secondo osservò il panorama che gli si parava dinanzi, proseguì a farlo fino a quando fu inibito da un pianto sofferente.
Era da molto che non provava queste emozioni.
Cadde in ginocchio, di fronte alla strada, nel mezzo della nebbia.
Dopo poco iniziò anche a sentire freddo.
Gli venne spontaneo chiedersi dove erano finiti i tempi in cui correre dietro ad un pallone lo rendeva il bambino più felice del mondo, dov'erano finiti i pomeriggi a fantasticare sulle sue passioni, dov'erano finite quelle sere d'estate in cui l'unico pensiero era divertirsi.
Provò ad alzare lo sguardo: tutto continuava ad essere tetro e quasi inquietante per quanto calzava pennello con ciò che stava accadendo.
Con forze mentali ignote riuscì a tornare in piedi.
Fece qualche passo; lo fece con l'obiettivo di scrollarsi di dosso quella fragilità che aveva sempre celato, ma che, finalmente, era uscita allo scoperto con prepotenza.
Nel camminare si sentiva le gambe incredibilmente pesanti, diede la colpa all'ansia. Continuò, per dieci minuti, a pendolare su e giù per la piazzola.
Durante essi pensó al peggio e ciò li rese interminabili e strazianti
Trascorsi, si rifugiò nella sua auto.
Si appoggiò al sedile strappato chiudendo gli occhi e per un tratto non breve sembrò essere sulla via del sonno.
Questo, però, fu impedito dal trillare di una sveglia, di cui si serviva per ricordarsi di prendere una pasticca.
Da vent'anni gli avevano diagnosticato un grave problema alla circolazione.
Cominciò a cercare il medicinale, inizialmente convinto che si trovasse in qualche zona della macchina; si sbagliava.
Per la fretta di partire, infatti, lo aveva lasciato sul tavolo.
Preso dalla preoccupazione si dimenticò di qualsiasi cosa e si diresse immediatamente verso la farmacia di turno più vicina, che, fortunatamente si trovava a pochi chilometri.
La raggiunse in tre minuti: sbatté la portiera e poi la porta scorrevole, afferrò velocemente la scatola ed uscì, senza nemmeno il resto, senza nemmeno salutare: gli era tornato alla mente il motivo per cui era partito da casa.
La punto grigia riprese a macinare chilometri.
Dopo una breve tregua la pioggia era tornata a farla da padrona, con un incessante temporale.
Nonostante il delicato contesto climatico e la sua impotenza nel riuscire a connettere col mondo, riuscì ad arrivare a destinazione.
Prima di scendere dalla macchina infilò la mano in uno dei tanti porta oggetti della sua vettura.
Dopo qualche secondo di ricerca estrasse un piccolo sacchetto, al cui interno vi erano tre sigarette. Luca non fumava da sedici anni, da quando la sua ex moglie era rimasta incinta di Marco, suo figlio.
Tuttavia, da quel momento aveva deciso di tenere da qualche parte dei ''drummini'', così li chiamava quando era adolescente.
Lo faceva perchè gli trasmettevano tranquillità, o almeno così si ricordava: erano una sorta di antidoti a queste situazioni.
Ne afferrò uno e lo mise in bocca, senza accenderlo.
Un secondo dopo aprì lo sportello e scese, appoggiandosi alla sua utilitaria.
Rimase così per qualche minuto,mentre fissava la struttura in cui doveva entrare.
In fondo quel luogo non gli era nuovo, e non per visite ad altri, ma per motivi strettamente personali.
Il ricordo di quel giorno fu inevitabile e ben delineato.
Era una parte del suo passato che aveva sempre provato a dimenticare, ma ogni tentativo era stato vano. Tanto più adesso, che si trovava proprio lì, in una delle zone dei fatti, la conclusiva.
Il flashback, dunque, partì inesorabile, e con esso nuove lacrime, questa volta meno accentuate, ma comunque presenti su quegli occhi azzurri, belli, ma così fragili e sensibili.
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CARATTERI SENZATETTO
Художественная прозаÈ una storia turbolenta e appassionante, in cui i personaggi mutano e sono costretti ad adattarsi alle sgradevoli contingenze che si trovano ad affrontare. È la storia di un uomo, Luca, annichilito dalla vita, non pronto a riscattarsi ma costretto a...