3.

21 1 22
                                    

Fu' come un fulmine a cel sereno, vedersi recapitare quella lettera, all'inizio della seconda metà del mese di Dicembre.

Era all'apparenza come tutte le altre che riceveva ogni giorno,da clienti dell'ufficio legale,superiori... se non fosse per il mittente e,ovviamente, il contenuto.

Robert Hammond.

Solo leggere quel nome bastò per far si che il sangue gli si gelasse nelle vene.

Il suo primo istinto fu' quello di gettare il pezzo di carta senza nemmeno darci un secondo sguardo. Tutto quello a cui riusciva a pensare era,perché ora?

Ancora dieci giorni e il caso sarebbe stato chiuso per sempre, voleva solo andare avanti,dimenticare per sempre quello che era accaduto.

Aprì la lettera,le mani che gli tremavano. Erano appena due righe,brevi e sintetiche.

Gli chiedeva di incontrarlo a Gourd Lake,il ventiquattro, poco prima della mezzanotte. Gli prometteva risposte.

Fissò le parole scritte in inchiostro per una buona decina di minuti.

Il suo cervello gli urlava di ignorare la lettera,non poteva portare a nulla di buono.

Ma se invece quell'incontro gli avesse dato veramente le risposte che gli prometteva di dare?

Che potesse avere finalmente una vera chiusura?

Replicò,infine,affermativamente, spedendo la risposta seduta stante all'indirizzo indicato,così da evitare di avere eventuali ripensamenti.

Era una scelta azzardata,non era da sé,ma dopotutto negli ultimi tempi aveva fatto innumerevoli cose che appena quattro mesi prima non si sarebbe mai sognato di fare.

Passò i giorni successivi in trepidante attesa. Più il ventiquattro si avvicinava,più poteva sentire una morbosa ansia farsi strada dentro di lui,ansia che a tratti si trasformava in terrore.

Non sapeva se quelle che avrebbe ricevuto sarebbero state buone notizie,un'amissione della colpevolezza del suo ex cliente,qualsiasi cosa potesse dare pace al suo animo,o se invece,la verità sarebbe stata più complessa, più terribile,quella che da sempre aveva temuto e mai aveva accettato come una possibilità.

Alla fine la vigilia di natale arrivò,e fu' così che con il cuore in gola uscì di casa ed entrò in macchina.

Le strade erano completamente vuote,plausibile visto che a questo punto tutti erano di certo nelle loro case,a celebrare le feste con i propri cari.

Per un singolo momento si domandò cosa stesse facendo Wright in quel momento, ma si obbligò a scacciare il pensiero dalla sua mente.

Arrivò alla sua destinazione,nel giro di appena cinque minuti. L'aria all'esterno era gelida,e nonostante nel parcheggio fossero presenti diverse auto,tra cui una che gli pareva stranamente familiare. Non sembrava esserci nessuno nei dintorni.

Non era mai stato in quel posto,le uniche informazioni che aveva su di esso erano alcune dicerie su mostro che viveva nel lago,ma riuscì a trovare il luogo di incontro senza troppa difficoltà.

Arrivato alla rimessa delle barche finalmente lo vide,Robert Hammond.

La zona era priva di illuminazione e riusciva a malapena a scorgere la sagoma della persona che gli si trovava davanti ma sapeva che doveva essere lui.

Gli fece un cenno col capo,invitandolo a seguirlo su una delle imbarcazioni di legno e lui,nonostante ne avesse molte,non fece domande.

Il viaggio fu' silenzioso, l'unico rumore era quello dei remi che infrangevano le onde del mare. Arrivati abbastanza lontani dalla riva,l'uomo smise di remare e lo guardò dritto negli occhi.

«𝙶𝚊𝚢 𝚕𝚊𝚠𝚢𝚎𝚛𝚜 𝚍𝚘𝚒𝚗𝚐 𝚝𝚑𝚎𝚒𝚛 𝚜𝚒𝚕𝚕𝚢 𝚐𝚊𝚢 𝚝𝚑𝚒𝚗𝚐𝚜»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora