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Arrivai a casa e il gattino si fiondò su di me, salendo dal piede fino a le petto, lo presi in braccio e salutai i due fratelli. Chiusi la porta e riempii la ciotola del gattino. Salii in camera e mi chiamò bill o almeno dovrebbe
T/n: pronto?
T: heyy ti va di pranzare da noi?
T/n: non posso
T: daje il gatto lo puoi portare
T/n:arrivo.
Attaccai e scelsi dei vestiti molto carini per me, maglia la più larga che ho e i pantaloni di tom con la cintura di Bill, erano i più grandi che ho quindi mi piacciono. Misi le scarpe e presi night in braccio. Bussai e mi accolse Tom, ci stava veramente provando ad avvicinarsi a me. Posai il gatto sul pavimento della casa.
T:hay tutto bene?
T/n: uhm sisi
T: quando vuoi darmeli quei pantaloni?
T/n: sono miei ora.
Gli sorrisi ed entrai, era pronto, avrei dovuto mangare davvero? Spero solo che mi arrivi una chiamata importante per scappare, mi metteva a disagio soprattutti davanti ahli altri.
Bill: t/n: è pronto
Rabbrividì scordandomi di avere tom dietro. Portai un braccio sulla pancia e mi sedetti a tavola, guardai il mio piatto con le mani sotto le cosce, pasta rossa, piena d'olio. Iniziai a respirare a fatica.
Bill: hey t/n tutto okay? Non hai fame?
Scrollai la testa portando i piedi sulla sedia e il meno sulle ginocchia, non riuscivo a guardarlo, come se il mio cervello sapesse per certo quante calorie fossero, e la cosa non mi piace.
Dal mento sulle ginocchia ci portai la fronte e le braccia sul mio stomaco che implorava di mangiar qualcosa, ormai si mangiava gli stesis organi. Bill mi passò una mano sulla spalla.
Bill: dai almeno una forchettata.
Dal mio occhio uscii un lascrima, nessuno la vide visto che avevo la faccia tra le gambe, me la asciugai e presi da terra night, mi alzai e tornai a casa mia. Corsi in camera e iniziai a piangere con il micio che mi guardava interrogativa e triste, la abbracciai senza schiacciarla e si fece cullare dalle mie braccia.

Tre ore dopo

Ora non piangevo più lacrimavo ma avevo gli occhi rossissimi e gonfi, vomitai più volte il nulla, succhi gastrici. Tom e Bill mi chiamarono al cellulare e pure mi citofonoarono ma non risposi, tom ha provato ad rlare dal terrazzo ma nulla. Mi sentivo di aver delusi tutti e pure me stessa, non ero pelle e ossa che mi serviva mangiare? O almeno credo di non esserlo. Andai nel terrazzo ma non quello nella direzione di tom, nell'altro a destra, presi tutte le canne che avevo, le fumai tutte, non le contai non ne avevo bisogno. C'erano 8 mozziconi a terra. Li fissai con aria triste, poi trascinai lo sguardo davanti a me, bill mi stava fissando. Lo guardai impietrita, mi alzai di scatto e tornai in camera, chiusi tutte le tende lasciando le finestre aperte con le zanzariere chiuse. 
Mi sdraiai a terra, che palle domani c'è scuola. Presi il gattino che stava salendo sulla mia pancia e iniziai a giocarci.

Due ore dopo

Ho bisogno di una doccia. Puzzi di tabacco e erba e mi sta venendo il vomito, di nuovo.
Presi dell'intimo, una felpa con la zip e dei pantaloncini. Entrai in bagno e posai i vestiti sul ripiano del lavandino. Mi misi in punta di piedi fuori dalla doccia per accendere l'acqua senza bagnarmi. Chiusi le ante facendo scorrere l'acqua per far arrivare quella calda, nel mentre mi tolsi i vestiti e l'intimo, aprii un'anta e mi immersi nel vapore che inondava la doccia. Mi buttai sotto il getto e strizzai gli occhi, cazzo il mascara. Mi pulii gli occhi per poi aprirli. Presi lo shampoo e ne feci due passate, balsamo, maschere e poi bagnoschiuma. Canticchiai nel mentre, non avevo nulla da fare. Chiusi il getto e aprii le ante, presi l'accappatoio e mi ci avvolsi dentro. Mu asciugai e mi infilai i vestiti lasciando i capelli  bagnati all'aria, chi ha voglia di asciugarli? Magari mi prendo la cervicale ma vabbè, sono problemi per la me del futuro. Mi buttai sul letto abbandonandomi al sonno più profondo.

Entrò di scatto tom in camera, ero felice e gli sorrisi ma lui sembrava non ricambiare.
Aveva gli occhi neri come la pece lo sguardo omicida e le vene così tanto in vista dalla rabbia, mi prese per un polso strattonandomi, il mio sorriso scomparse quando mi buttò a terra con disdegno. Il mio braccio, data la caduta aveva creato fin da subito un livido, tenni il mio peso sulle braccia guardando dal basso tom.
T/n: che cazzo? Che minchia fai?
T: stai zitta.
Il mio cuore iniziò a battere e buttò le coperte per terra con rabbia, poi torno da me e mi tirò uno schiaffo che mi fece girare la testa per poi andarsene?

Mi alzai di scatto col cuore a mille, era un sogno. Una sensazione mi fece girare verso il braccio, c'era un livido, ma in che senso? Guardai le mie coperte, il letto era fatto senza una piega, mi alzai e andai in bagno per poi andare davanti allo specchio, non avevo la guancia rossa.
Presi il mio nokia, segnava le 05:18, cercai di togliermi quella bruttissima immagine di Tom che mi strattonava a terra con scarsi risultati. Presi una felpa grigia a maniche lunghe e dei jeans dello stesso colore, cintura e anelli, oggi la mia faccia sembrava perfetta senza alcun bisogno di trucco. Filo di mascara e via. Presi il mio zaino e scesi al piano di sotto per abbandonare nuovamente il mio zaino sul divano. Presi una ciotola per la colazione, i cereali e il latte. Composi il tutto per poi mangiare come un porco che non mangia da mesi. I sensi di colpa tornarono e il mio stomaco si rivoltava quei maledetti cereali al cioccolato. Guardai nella direzione del bagno ma esclusi quella scelta, volevo essere fiera di me per una volta. Presi lo zaino e ormai alle 6 del mattino mi incamminai verso la scuola, non volevo vedere ne tom ne bill ne Gustav ne georg, nessuno che facesse parte di quella casa, di quell'odore di casa. Arrivai davanti all'edificio e mi sedetti contro la ringhiera. Presi una sigaretta e la accesi, non potevo ma non me importa. Finita ormai c'era un po' di gente.
Tobias: Hey splendore, come stai?
T/n: sono rimasta traumatizzata da un sogno Teletubbie, tu?
To: abbastanza bene, pietro sembra caduto in depressione ma vabbè, per te mi sembra il minimo.
Sorrisi lasciandogli un bacio sulla morbida guancia per poi scomparire in classe. Presi l'ultimo banco e sull'altra sedia accanto a me misi lo zaino per dire 'fanculo non ti voglio accanto' presi un quaderno e lo aprii. Davanti a me si sedette bill, con il suo sorriso smagliante e Gustav. Accanto a me si mise Tobias, per me era ok. Mise la mano sul mio ginocchio cone segno di incoraggiamento per poi, in seguito, toglierla. Bill si girò con sguardo interrogativo, penso per ieri. Lo guardai e sorrisi mandandogli un bacio volante, a volte me prendo così, sono un po' bipolare come il mio amore d'altronde, il mio amore Tom ovviamente ma non accetterò mai i miei sentimenti fino alla morte, mai glieli confessò, non c'ho le palle e non voglio abbandonare il mio stile di vita con serate e cose varie, anche se Tom poteva darmi molto di più di quello che mi potevano dare l'alcool o la droga. Sospirai ed entrò il prof. Dopo mezz'ora ero attaccata al muro a guardare il nulla, tobias mi passò un bigliettino, lo aprii e c'era scritto
"Ti va di raccontarmi il sogno?"
Sorrisi al biglietto e staccai un foglio dal quaderno e iniziai a scrivere.

" Beh allora in pratica ero sul letto e arrivò tutto incazzato Tom che mi fissa pieno di rabbia e mi butta  a terra, mi scombina tutto il letto buttando a terra le coperte e tutto, mi duce di stare zitta e mi tira uni schiaffo, solo che quando mi ha buttato a terra mi si è fatto un livido. Poi mi sono svegliata e lo avevo angora sto livido"

Chiusi il foglio di carta e glielo passai, lo aprii leggendo velocemente il biglietto facendo un mix di facce stranite.
To:possi vedere sto livido?
Mi alzai la mani ca e glielo feci vedere, lui annuii e mi ricoprii. Suonò la campanella e sorrisi, chiusi gli occhi e mi lasciai sulla sedia.
T: hey t/n possiamo parlare di ieri?
A quella voce le palpebre iniziarono a formicolare, la pancia mi si contose e le dita si combattevano freneticamente. Mi poggiò una mano sulla spalla e spalancai gli occhi.
T/n: tom puoi non toccarmi? Per favore?
Tom tolse la mano con faccia ancora desiderosa di una risposta, almeno un poco sensata.
T/n: tom diciamo che non sono in un buon momento possiamo non parlarne? Grazie
T: mh va bene nel caso hai il mio numero vero?
T/n: i really non lo ho ma nel caso lo chiedo a bill.
Posai il mio sguardo su quel viso e tornò a diventare arrabbiato. Presi la mano a Tobias per la paura e tom se ne andò.
To: tutto bene?
T/n: ogni volta che lo vedo, lo vedo con quello sguardo, e mi terrorizza.

Dentro l'amore c'è una punta d'odio e viceversa- Tom Kaulitz Bill Kaulitz-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora