Il cellulare inizia a vibrare: è Cindy.
Oggi, per il suo diciottesimo compleanno, ho pensato di andare insieme a lei al Cruel Demon Bar per bere un po' di vodka e ascoltare della musica rock.
Per il suo compleanno ho pensato a tutto io.
Ascolteremo un po' di musica, balleremo e infine andremo a casa mia per il suo vero regalo di compleanno.
Quando le rispondo al telefono riesco a percepire tutta la sua euforia per la serata che ci aspetta.
<<Taylor ho scoperto il nome del gruppo che si esibirà stasera. Sono i "The Hell Inside". Di quel che ho capito fanno musica Metal.>> spiega lei mentre io controllo di non aver esagerato troppo con il mascara.
<<Non li ho mai sentiti nominare.>> ammetto guardando l'orario sull'orologio color crema appeso in bagno.
Otto e mezza.
Perfetto.
Dato il fatto che il locale apre alle nove ho ancora una mezz'oretta piena per finire di prepararmi.
Quando la chiamata si conclude torno a risistemare il mio make-up.
Decido di mettere sulle labbra un rossetto blu elettrico, poi di aggiungere un po' di illuminante al naso ed infine agli occhi un po' di ombretto dalla colorazione grigia bluastra.
Guardo attentamente la mia immagine allo specchio avvolta in un accappatoio giallo. Vorrei capire se mi piace davvero come mi sono truccata o se dovrei cambiare e ritoccare qualcosa, ma quando guardo le lancette dell'orologio appeso sopra la mia testa, vedo che ormai è già passato un quarto d'ora dalla fine della chiamata con Cindy. Ed io mi devo ancora vestire.
Prima di uscire dal bagno, però, controllo che mio padre non si aggiri per i corridoi della casa: se mi vedesse con tutto questo trucco probabilmente neanche mi farebbe andare al compleanno di Cindy.
Dopo essermi accertata dell'assenza di mio padre, corro velocemente nella mia stanza cercando di evitare di inciampare.
Per stasera ho pensato di mettere un vestitino argentato anni 90' e delle Dr. Martens.
E guardando la mia figura con addosso quel vestito allo specchio lungo appeso in camera mia capisco di aver fatto un'ottima scelta.
Non so come, ma il trucco riesce a intonarsi a perfezione con l'abito.
Ma non riesco neanche a compiere un pensiero di senso compiuto che qualcuno suona il campanello.
Scendo immediatamente al piano di sotto.
Quando apro la porta d'ingresso il profumo di cocco dei capelli castani della mia amica mi invade le narici.
Lei mi rivolge il suo sorriso più sincero.
È semplicemente stupenda.
Addosso ha un tubino viola con uno spacco sulla gamba, porta un paio di converse nere e due
orecchini a perla.
Mi abbraccia velocemente ed infine mi conduce alla sua jeep.
<<Pronta per il tuo compleanno?>> domando sedendomi sul sedile del conducente.
<<Non è un compleanno qualsiasi. È il compleanno.
Stasera verranno esaudite tutte le mie richieste.>> risponde lei marcando l'articolo "il".
<<Con "verranno esaudite tutte le mie richieste" intendi dai baristi?>> chiedo sghignazzando divertita mentre si siede sul sedile dell'autista.
<<Esattamente, cara.>> Prende le chiavi dell'auto e, dopo averle inserite, fa partire l'auto.
Le luci di Londra, viste dal finestrino dell'auto, sembrano quasi piccole linee luminose.
L'atmosfera è piacevole, c'è un bel clima e tutto sommato sto bene.
È strano.
Non sono mai così tranquilla, neanche quando dormo. Eppure stasera mi posso concedere, probabilmente per la prima volta in vita mia, di non pensare a niente e divertirmi.

Il Cruel Demon Bar è abbastanza distante da casa mia. Ci siamo arrivate in un quarto d'ora, in realtà.
Si trova all'angolo della strada, vicino alla casa del Signor Morris.
All'esterno è rivestito di pittura nera, con delle foglie di edera finta attaccate qua e là e due finestre con dei cartelloni dove c'è scritto in uno l'orario di apertura, e sull'altro "Cruel Demon Bar: dove gli incubi diventano realtà". Il fracasso che sta facendo la band si sente sin da qua fuori.
Cindy dopo aver trovato parcheggio vicino al locale scende di fretta. Sembra essere quasi agitata.
Cerco di stare al suo passo, ma è complicato, è troppo veloce.
Quando riesco a raggiungerla, finalmente apre la porta del bar.
<<E chi sono quelli?>> chiede lei a bocca aperta puntando sul piccolo palco del locale.
Sul palco si trovano tre ragazzi.
Il primo, a sinistra, che suona una chitarra elettrica verde, ha dei capelli ricci un po' arruffati e gli occhi nascosti da un paio di occhiali da sole da ciclismo.
Muove la testa a tempo della musica e le dita si muovono con una manualità incredibile con quella chitarra.
Il secondo, invece, si trova alla destra del palco.
Lui si occupa invece della batteria color rosso sangue.
Ha i capelli biondi platino, mi sembra di vedere anche un piercing al naso e porta una camicia nera.
Ed infine c'è il cantante.
Alto, con capelli ricci e lunghi e la pelle molto più chiara rispetto agli altri due.
E poi ha quel sorriso malizioso.
Insomma, sono tutti e tre belli e dannati.
Io e Cindy ci sistemiamo su un tavolo.
I baristi ci portano della vodka lemon.
Il gusto è simile a quello della granita e mi finisco la bibita quasi immediatamente.
Cindy, invece, la sorseggia un pochino alla volta.
Vorrei poter dire che la musica è qualcosa di piacevole da ascoltare, ma non è così.
Il cantante fa qualsiasi cosa: canta, balla, urla, tira fuori la lingua...
Eppure sembra che a Cindy non dispiaccia.
E alla fine presenta l'ultima canzone della serata: Words Of Hate.
Sono ormai certa che il mio make-up sia completamente colato, di conseguenza vado nel bagno e cerco di aggiustarmelo in qualche modo, ma è una missione quasi impossibile.
Alla fine, cercando di evitare di fare ulteriori disastri, esco dal bagno alla ricerca della chioma castana della mia amica.
La trovo a parlare con il cantante della band mentre gli altri due ragazzi pongono gli strumenti nelle custodie e decido di raggiungerla. Tra tutta la gente che c'è dentro al locale riuscire a camminare è complicato, ma in qualche modo riesco ad arrivare vicino a Cindy e a quel cantante dai capelli lunghi.
<<Cindy, non vorrei disturbare la vostra conversazione ma, dovremmo andare.>> le ricordo sussurrandole all'orecchio.
<<Suvvia, Taylor, sono solo le dieci e mezza.>> si lamenta la mia amica portando gli occhi al cielo.
<<Sì, infatti Taylor, sono solo le dieci e mezza.>> scimmiotta il cantante, sfidandomi. Sul volto ha stampato quel sorriso pieno di malizia che mi fa uscire fuori di testa.
Si passa una mano tra i capelli e poi torna a guardare la mia amica. Non avevo notato quanto fossero blu i suoi occhi fino a questo momento.
<<Scusa, ma tu chi saresti?>> domando acida puntandogli un dito contro. Il ragazzo mi fa una smorfia e poi torna sul suo viso la sua aria di sfida.
Vuole la guerra. Me lo sento.
<<Il ragazzo per cui hai sbavato fino a questo momento. A proposito, Aidan piacere.>> risponde ponendomi la mano per stringermela. È irritante. E lo sa. Ma chi si crede di essere? Lo scruto dall'alto al basso ed infine sposto la sua mano. Lui torna serio, mi guarda, mi osserva ed infine decide di parlare prima che possa dire qualcosa io.
<<Sai, saresti più carina se non ti mettessi tutto questo trucco.>> scacco matto. Come ha fatto a cambiare discorso con questa velocità? Anzi: come ha fatto a farmi sentire così vulnerabile con una sola frase? La sua voce è rauca e profonda ed io mi sento così dannatamente infastidita da questa situazione.
<<Aidan ci stava giusto invitando nella sua villa per una festa. Ci saranno anche il chitarrista e il batterista. Secondo me potrebbe essere divertente. Ti aggreghi a noi?>> la voce di Cindy mi riporta alla realtà. Non so perché abbia deciso di parlare proprio adesso. Ma la ringrazio infinitamente.
<<Io passo. Me ne torno a casa.>>

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