<Non è successo nulla amore di papà capito?
Voi non eravate qui.>
Necessitavo del tempo per realizzare cosa stesse accadendo. Non che disponessi abbastanza. Era accaduto tutto in maniera così repentina...
Mi ero diretta verso il bagno, malgrado mio padre mi stesse intimando di non oltrepassare la soglia della mia stanzetta. Le sue parole risultavano sbiadite al mio udito, come inebriato dalla confusione.
Volevo la verità? L'avrei avuta.
Ma ben presto non fui più sicura di volerla davvero. Non quando il mio sguardo catturò quel macabro scenario.
Il corpo inerme di mia sorella giaceva sul freddo pavimento del bagno, le mattonelle rosa erano macchiate della stessa sfumatura di rosso che le tingeva le labbra socchiuse.
Le lacrime che mi solcavano il viso cessarono, come se i miei occhi si rifiutassero spenderne ancora. Fui certa di percepire il mio cuore piangere per loro.
Ero sconcertata a tal punto da essere invasa da un'improvvisa ondata di nausea.
Non che rammentassi nello specifico tutti i dettagli, ma, di una cosa ero certa.
Il ribrezzo che provai quella sera mi accompagnò per tutta la vita.
Pareva che il tempo si fosse fermato. Come se il mio cervello avesse deciso di pausare il film d'orrore che ero in procinto di vivere.
Ma io ero ancora lì, con il cuore in gola, a rimuginare sull'accaduto.
Solo pochi attimi dopo mi accorsi della presenza di mio padre alle mie spalle, doveva avermi seguita quando ero entrata in bagno.
Non mi fu difficile comprendere, stava chiaramente aspettando una risposta da me.
Voleva...Voleva sapere se l'avessi c-coperto?
Certo che no, non avrei mai potuto.
Hazel c'era sempre stata per me come mai nessuno aveva fatto e lui me l'aveva appena
portata via.
Per la prima volta, in quei cinque maledetti minuti, ebbe il coraggio di intercettare il mio sguardo.
Notò, così, nell'immediato il dissenso celatovi all'interno.
Poi, con espressione delusa dipinta in volto, mi si avvicinò e estrasse dalla tasca un coltello da cucina in argento.
Doveva appartenere al servizio matrimoniale dei miei genitori, pensai.
Fu in quel momento che sentimmo una vocina sussurrare due strane parole <Scarlet O'Neill>
Mio padre all'ascolto di quel nome impietrì abbandonando l'arma sul pavimento che a stento non mi fese il piede sinistro.
Non lo avevo mai sentito prima.
E di certo non avevo idea di come avesse potuto conoscerlo il mio fratellino.
La mia vita era sempre stata ricolma di occulti segreti, ai quali, per scelta, avevo sempre deciso di non badare più del necessario.
Ed ero esonerata dal farlo, giacché fossi solo una bambina.
Approfittai dello stato di shock di mio padre per afferrare la manina di Daniel e sgattaiolare via.
Il terrazzo!
Era abbastanza basso per permetterci di scappare.
Ma poi cosa avremo fatto? E sopratutto Daniel come se la sarebbe cavata? Lui era diverso dagli altri. O meglio unico, non diverso, non per me almeno.
Fu in quel momento che i miei pensieri si rivolsero ad una figura a me molto cara.
Un amico, lui avrebbe potuto aiutarci.Ecco a voi il primo capitolo, molto molto breve, ma che introduce la parte più tragica della vita di Ivory, ovvero la morte di sua sorella Hazel.
Cosa sarà accaduto a Ivory e al suo fratellino dopo aver fatto fronte alla cruda verità dell'assassinio compiuto dal padre?
(Scusate per gli errori grammaticali qualora dovessero essercene).
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Lost Souls
General FictionIvory è una ragazza perspicace dall'animo dolce, con lunghi capelli corvini e profondi occhi neri del colore dell'inchiostro, proprio quello che ama tanto consumare per trasferire tutti i suoi sogni all'interno dei suoi amati quadernini colorati. Le...