AXEL
Mi sentivo così in colpa per quello che avevo fatto ad Ivory e Daniel.
Mi sono odiato per averli praticamente sfrattati dalla casa in cui vivevano da anni.
Avevo fatto di tutto per far sì che ciò non accadesse ma in quel momento non potevo fare più niente per loro.
Avevo deciso di chiamare Ivory quel pomeriggio per offrirle un caffè e per pensare a cosa fare. Il tempo stringeva.
Sarei passato a prenderla qualche ora dopo, intanto stavo oziando con il telefono in mano.
Premevo le dita nervosamente sui vari pulsanti forse perché pensavo che farlo mi avrebbe aiutato a spremere le meningi, o forse ero solo nervosismo.
D'un tratto di arrivò un messaggio da Angie.
Me ne stupii, era tanto che non mi scriveva e pensavo avesse messo una pietra sopra il nostro capitolo.
Settimane prima invece mi aveva tartassato di messaggi cercando disperatamente di scusarsi per il suo tradimento.
Non le avevo mai risposto perché ero troppo arrabbiato per farlo ma quel giorno decisi di smettere di ignorarla.
Cliccai sulla notifica 'Un messaggio da Andie' e la schermata del cellulare si aprì direttamente sulla sua chat Whatsapp.
L'ultimo messaggio diceva "Ciao, ti prego rispondi, voglio parlarti. Ti va di vederci per le 17:00?"
Lessi attentamente, sospirai e poi digitai "Ok hai vinto, ma oggi sono impegnato. Domani?"
Cliccai invio.
"Perfetto, a domani" in pochi secondi mi arrivò la sua risposta, sterile e asciutta. Non assomigliava per niente ai messaggi espressivi e pieni di emoticon disperate di cui la chat era piena.
Meglio, odiavo le persone melodrammatiche.Quando passai da Ivory mi sembrò diversa, quasi...di buon umore?
Ma che-
L'avevo appena sfrattata da casa o sbaglio?
Gli occhi grandi e rotondi si posarono su di me luccicanti. Mi salutò con un cenno e salì in auto.
<Ti trovo bene> scherzai.
<Non proprio ma,> fece una breve pausa e poi continuò <ho finalmente le idee più chiare> concluse soddisfatta.
<Aspetta, che intendi con questo?> Domandai io confuso.
<Te ne parlerò più tardi davanti a un bel bombolone al cioccolato e un buon caffè fumante> mi fece l'occhiolino.
La guardai stranito, poi concentrai la mia attenzione sulla guida.
Parcheggiai proprio davanti al bar.
Entrammo nel piccolo locale e ordinammo.
Lei il suo bombolone gigante e il caffè zuccherato io semplice caffè amaro.
Come sempre.
Una volta seduti in un tavolino le chiesi:
<Bene, ora che hai il tuo bombolone vuoi spiegarmi come hai intenzione di risolvere il problema? Sai già dove andrai una volta lasciata casa dei miei?>
<Ah, Ah> mi rimproverò scherzosamente gesticolando. <Prima deve arrivare il caffè> esclamò. Aveva voglia di scherzare? Era una cosa importante mica una barzelletta.
Sbuffai e aspettai l'arrivo dei caffè per chiederle spiegazioni.
<Allora?> sbottai.
<Va bene te lo dico, ma non giudicarmi, posso spiegarti ogni cosa. Sono costretta a farlo> dichiarò.
Questa premessa non mi andò proprio a genio ma sorvolai.
<Io e Daniel andremo a vivere a casa di mia madre e del suo nuovo compagno, mi ha spedito una lettera tempo fa ma io l'ho letta solo ieri. Diceva che aveva sistemato le cose, che finalmente era pronta a fare la madre e che potevamo andare a vivere da lei. Mi ha lasciato il suo indirizzo e numero di telefono> ammise tutto d'un fiato.
Impiegai qualche istante per recepire quelle informazioni.
<Va bene ti capisco, non che sia l'opzione migliore al mondo ma tuttavia non c'è molta scelta. Vi posso accompagnare io da lei, dovresti chiamarla e mandarmi l'indirizzo sul cellulare> ribadii io.
Lei si limitò ad annuire pensierosa.IVORY
Ero felice che Axel non avesse preso male la notizia di mia madre. E soprattutto che mi avesse capita.
Era sera e lui era a casa nostra per aiutarci terminare i bagagli.
Quando finimmo l'orologio del mio cellulare segnava le 18:00 in punto, saremo partiti entro qualche minuto.
Non era poi così tardi, pensai. La destinazione distava circa due ore dalla nostra posizione, saremo arrivati per le 20:00.
Avevo chiamato mia madre quel pomeriggio ma non avevo ricevuto risposta, sperai che fosse in casa al nostro arrivo e sopratutto che la sua proposta fosse ancora valida.
Erano esattamente le 20:00 in punto quando arrivammo, precisi come un orologio svizzero.
Io e mio fratello scendemmo per primi dall'auto e ci avvicinammo alla casa per accertarci che fosse il giusto indirizzo.
Axel intanto osservava la scena dall'auto.
Attraversammo il vialetto spazioso che ci condusse fino all'entrata dallo stile antico della villa imponente che ci ritrovammo davanti.
Era indubbiamente molto bella, se davvero era questa la casa in cui avremo abitato il compagno di mia madre doveva essere molto ricco.
Ero molto ansiosa e pensavo lo fosse anche mio fratello, non vedevamo nostra madre da così tanti anni. A stento ricordavo il suo viso.
Suonammo il campanello e attendemmo qualche secondo. La porta non si aprì.
Suonammo un altra volta e quando di nuovo non ricevemmo risposta io cominciai a perdere le speranze.
Mio fratello mi suggerì di ritentare così lo feci.
Finalmente qualcuno aprì.
Era un uomo sulla cinquantina, alto e atletico, immaginai fosse lui il misterioso nuovo compagno di mia madre. Dovevo ammettere fosse un po' diverso da come lo avevo immaginato.
<Oh non ci posso credere! Chi ho il piacere di vedere!> esclamò entusiasta <Voi dovete essere Ivory e Daniel, Teresah mi ha mostrato così tante vostre foto. Piacere di conoscervi ragazzi> ridacchiò un po' <Oh scusate non mi sono ancora presentato. Mi chiamo Trevor> ci sorrise ospitale.
<Salve, piacere nostro. Ho letto la lettera di nostra madre e ho riflettuto molto sulla sua proposta. Credo che accettarla possa fare bene sia a me che a mio fratello> spiego io.
<Oh certo sì, la lettera, la mia compagna sperava tanto che la leggessi ma ci aveva perso le speranze. Beh come si dice, mai dire mai>
Axel scese dalla macchina e si avvicinò.
<Oh Trevor lui è Axel un mio amico, ci ha aiutato a portare i bagagli> gli presentai il mio amico
<Piacere di conoscere anche te, Axel, entrate pure in casa> suggerì Trevor.
Andammo verso l'auto di Axel per prendere i bagagli.
Poi entrammo, la villa era bellissima anche internamente. Il soffitto era molto alto e l'arredamento era più moderno rispetto all'esterno tuttavia anche all'interno c'erano vari oggetti e mobili di antiquariato richiamavano l'atmosfera medievale.
Camminammo per i lunghi corridoi e arrivammo in cucina, quasi ci perdemmo durante il tragitto.
Appoggiata al lavello c'era una donna, i capelli castani le arrivavano alle spalle, la corporatura era esile il viso scavato. Aveva indosso un pigiama color porpora e quando si accorse della nostra presenza i suoi occhi nocciola brillarono increduli.
<Ciao, mamma> sibilai, benché non mi fidassi molto di lei non potei negare di essermi quasi commossa dopo averla vista.
Posai la valigia che avevo in mano e lo stesso fecero Daniel e Axel dopo di me.
Mi studiò accuratamente con lo sguardo, solo dopo qualche attimo incurvò le labbra in un sorriso dolce. Come se non credesse ai suoi occhi. Forse quello era davvero un nuovo inizio, pensai.
<Oh Ivory, amore sei incantevole, sei diventata così bella. Non riesco a credere che siate davvero qui. E tu Daniel come sei cresciuto che fai non dai un abbraccio alla mamma?>
Era assurdo che una mamma conoscesse così poco il proprio figlio.
Quello che aveva appena suggerito non era per niente un comportamento da...Daniel.
Solo io ero abituata ai suoi modi cauti e silenziosi.
Infatti Daniel tacque limitandosi a lanciarle un'occhiata fugace.
<Mamma, è passato tutto questo tempo. Ti prego, facciamo le cose con calma> Chiarii io restituendole il sorrisino che le si era appena spento sulle labbra sottili.
Annuì comprensiva e cambiò discorso:
<Vedo che hai letto la mia lettera, mi fa così tanto piacere sapere che avete deciso di provare a far funzionare le cose tra noi>
<Sì, tentar non nuoce, ho pensato che potesse farci bene passare del tempo con nostra madre> confermai io.
Lei spostò la sua attenzione sul ragazzo al mio fianco.
<Cavolo Axel, da quanto tempo, non ti avevo proprio riconosciuto! Sei diventato bellissimo anche tu, ma aspetta un attimo... non è che voi due...?>
Alluse lei e io arrossii di colpo, ma che diavolo andava a pensare?
<No, mamma> risposi imbarazzata <Non farti strane idee>. Axel trattenne una risata.
<Resti per cena caro?> gli propose mia madre.
<No signora, grazie mille dell'invito ma aiuto Ivory e Daniel con i bagagli e poi torno a casa, il viaggio è lungo> declinò.
Lei gli sorrise di circostanza.
STAI LEGGENDO
Lost Souls
General FictionIvory è una ragazza perspicace dall'animo dolce, con lunghi capelli corvini e profondi occhi neri del colore dell'inchiostro, proprio quello che ama tanto consumare per trasferire tutti i suoi sogni all'interno dei suoi amati quadernini colorati. Le...