Capitolo 2 - Victoria

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Las Vegas!
    E chi l'avrebbe mai detto che un giorno il mio lavoro mi avrebbe portato qui?
    Non sto più nella pelle e poso per l'ennesima volta lo sguardo sull'invito che ho tra le mani.
     L'ho ricevuto due settimane fa e non mi sembrava vero che proprio il famigerato Lucifer del Deadly Sins mi avrebbe scelta per organizzare una super festa in onore dei diciotto anni del club. La sua elegante carta nera, adornata da intricati disegni dorati, riflette l'affascinante mistero del Deadly Sins. La busta, sigillata con un timbro di cera e con l'emblema del club, trasuda esclusività e segretezza.

Mi sono informata molto prima di accettare questo incarico. Insomma, non è da tutti riuscire ad entrare in un posto del genere e poi ci sono strane voci che circolano riguardo alle attività che si svolgono all'interno. La trasgressione è oltre ogni limite e ci sono persone che pagano fior di quattrini pur di immergersi in un'esperienza così peccaminosa. Mi sono imbattuta in testimonianze di feste e avventure notturne che sfidano ogni convenzione morale. Il Deadly Sins è diventato un nome noto nella sfera dell'illegalità e del proibito. Tuttavia, l'attrazione per l'ignoto e il desiderio di sperimentare qualcosa di fuori dal comune hanno avuto la meglio. Ho deciso di prendere al volo questa opportunità per sfidare me stessa e scoprire cosa si cela dietro le porte del club. Così, ho scritto a Lucifer la mia risposta e il giorno dopo mi è stato recapitato a casa un biglietto aereo a mio nome. Beh, l'ho trovato un gesto veramente elegante e gentile; e questo non ha fatto altro che alimentare la mia curiosità. Ovviamente, i miei genitori non erano d'accordo e mi hanno persuasa ad abbandonare il lavoro fino a quando non sono salita sul taxi con la mia valigia e ho lasciato temporaneamente New York. Ma ancora sento addosso la loro preoccupazione e le parole di mia madre che mi ripete di stare attenta fino alla nausea.
Ma ora sono qui, nella città del peccato, circondata da vizi e tentazioni di ogni tipo che ignoro perché non sono venuta per una vacanza, ma per lavorare e mettere tutta me stessa in una festa pazzesca che rimarrà nella storia. Già immagino di inserire questo incarico nel mio portfolio e all'effetto che avrà sui miei futuri clienti. Ecco, è un'occasione che non potevo proprio perdermi. Poi, se è vero quello che si dice, il Deadly Sins è frequentato da persone importanti, ricche sfondate, che potrebbero rimanere sorprese dal mio lavoro e contattarmi per organizzare qualche festa privata o, chissà, qualche altro evento di grossa portata.

     Inizio già a fantasticare, mentre sorseggio il mio caffè freddo con latte all'esterno di un bar in attesa che si avvicini l'ora dell'appuntamento. È appena iniziata la primavera e qui fa decisamente più caldo rispetto a New York. Sarà l'effetto che ha il Deadly Sins su questo posto? Una delle porte dell'inferno presenti sulla terra? Più ci penso, più cresce la mia curiosità di scoprire ogni stanza e corridoio di quel posto. E poi... come sarà Lucifer? Che tipo è? Sarà affascinante e misterioso come il club stesso? O forse sarà qualcuno di completamente diverso da ciò che mi immagino? So che non devo soffermarmi troppo sulle prime impressioni che ho avuto, considerando che non ho ancora scambiato due parole con lui, ma non vedo l'ora di conoscerlo e avere dei pareri concreti.

    Mentre mi perdo in queste domande, il mio telefono squilla, segnalando una chiamata in arrivo dai miei genitori. Con un sospiro, accetto la videochiamata e li vedo apparire sullo schermo. La preoccupazione è chiaramente stampata sui loro volti.

«Mamma, papà, ciao.» Accetto la loro chiamata con un sorriso felice. «Sono viva e vegeta. Il volo è stato tranquillo e ora sono a Las Vegas.» Anticipo le risposte alle loro domande e sospirano sollevati.
«Bene, siamo stati molto in pensiero...»

«Mamma, per favore. Vuoi darmi un po' di fiducia? Non sono più una ragazzina. Ho ventisei anni!» Parlo con un tono di voce basso, sperando che nessuno nei dintorni senta questa conversazione imbarazzante.

«Ma noi ci fidiamo molto di te, tesoro» interviene mio padre, togliendo il cellulare dalle mani di mia madre. «È il contesto che ci preoccupa.»

Deadly sins - PRIDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora