CHAPTER TWO

68 4 0
                                    

In meno di dieci minuti arrivarono a casa di Nick, e già un rumoroso vociferare si sentì al di fuori della mura. «Hey, che hai, Karl? Sembri preoccupato» iniziò il corvino, scrutandolo attentamente. «Uh? No, no, sto bene, non ti preoccupare» rispose; George non gli fece più domande ma non sapeva se infondo ci avesse creduto totalmente. Scese insieme agli altri due e suonarono il campanello della casa, e dopo qualche minuto il proprietario venne ad aprire la porta. «Chi è or... Oh, siete voi! Karl, sei venuto alla fine!» disse esaltato salutandoli e sorridendo al nominato. Quest'ultimo sentì le farfalle allo stomaco e gli sorrise in ricambio. «Venite pure, entrate!».
Karl si guardò intorno; il piano inferiore era stato completato rivestito di casse e alcolici. La maggior parte delle persone erano o in salotto a parlare seduti sui divani o in cucina intenti a prendere qualche bicchiere o spuntino. «Wow, hai allestito davvero bene la casa, Nick» ammise il maggiore, seguendo l'altro. «Oh grazie» rispose, «A proposito, Clay, George, se volete una camer... Uh? Clay? George? Dove siete?». Entrambi si guardarono in torno in cerca della coppia, ma di loro non c'era già più traccia. Scoppiarono a ridere. «Come non detto» disse Nick sorridendo, «Seguimi, Karl».
Il suo cuore cominciò a battere incontrollabilmente mentre andava dietro al minore, forse non l'avrebbe lasciato solo per tutta la serata. Lo portò in un salottino a parte, dove c'erano sedute giusto alcune persone, e lo invitò a sedersi di fianco a lui. «Karl, questi sono alcuni dei miei amici». Pian piano cominciò a conoscerne qualcuno come Noah o Alex, ma non si sentiva completamente a suo agio. Cominciò a giocare con le sue dita graffianfosi la pelle per distrarsi, e smise di parlare. Nick se ne accorse quasi subito, e prese le sue mani separandole dolcemente. «Stai bene, Karl? Vuoi andare a prendere qualcosa da bere?» chiese il più piccolo preoccupato, e lui non sapeva cosa rispondere. Da una parte voleva andarsene ma dall'altra non voleva essere neanche un peso per il castano. Stava combattendo fra le sue due volontà, ma prima che potesse dire qualcosa Nick lo precette, «Andiamo, dai, forse bere qualcosa ti farà stare meglio». Si morse il labbro inferiore e annuì debolmente, successivamente venne preso per mano da Nick e fu portato in cucina.

«Ti hanno per caso messo a disagio? Hanno detto qualcosa che ti ha offeso?» chiese prendendogli entrambe le mani, mentre uno sguardo preoccupato occupava il suo viso. «Non... Non ti preoccupare, Nick, va tutto bene». Non voleva dirgli la verità, non poteva, ma faceva maledettamente male dover tenersi tutto dentro. Avrebbe voluto urlargli che lo amava, ma avrebbe perso tutto.
«Prendiamo qualcosa da bere e andiamo in terrazza, che ne dici?» propose il corvino sospirando, sapendo che non avrebbe potuto estrapolare la verità dal maggiore neanche con un coltello. Karl annuì e afferrò la bottiglia di birra che l'amico gli passò mentre lui si fece un veloce Long Island Tea, e poi lo seguì fino al piano di sopra. Nick prese due sdraio e le posizionò verso la ringhiera, gli fece segno con la testa di venirsi a sedere di fianco a lui. «Bella piscina, Nick» disse andandosi a sedere accanto al nominato, «Grazie... Vuoi farci un tuffo?». «Non ho il costume, passo per questa volta». Nick alzò gli occhi in aria e rise, «Oh, andiamo! Puoi lasciarti la camicia, ti presterò qualcosa io». Il castano arrossì a quell'idea, «Non ti disturbare, tranquillo!». «Karl, quante volte te lo devo dire? Non devi preoccuparti, non disturberai mai». Si morse il labbro com ferocia, era sempre un casino di scuse. «I... Io...» provò a dire, «Andiamo, Karl, togliti quei cazzo di pantaloni e fatti un tuffo, fanculo alle conseguenze, le affronteremo dopo!». Quest'ultimo finì la frase e poi lanciò la propria felpa e maglia sulla sdraio, tuffandosi.
Karl riuscì ad alzare lo sguardo e ad incontrare quello divertito dell'altro, così, spinto dall'adrenalina altrui, si tolse i jeans e finalmente si tuffò in acqua. Entrambi risero, «Vedi, Karl? Non hai bisogno di preoccuparti sempre, vivi e lascia vivere qualche volta».

DRUNK LOVE [Karlnap]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora