CHAPTER FOUR

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Nick non si ritrasse, anzi, si lasciò andare talmente tanto che allentò la presa sulla sua camicia. Durò qualche secondo il bacio, e poi entrambi si staccarono lentamente, le loro labbra emisero un dolce smack. «Io... Mi dispiace, Nick! Non volev...» cominciò, «Stai zitto e rispondi alla mia domanda, Karl». Annuì. «Sei davvero così lucido da dirmi chiaro e semplice se ti piaccio o se sono soltanto gli ormoni?» gli chiese, e vide l'altro andare in apnea per l'ansia, guardando dalla parte opposta. «Tu... A me piaci, Nick, da troppo tempo ormai... Sei la causa dei miei sorrisi, mi fai sentire vivo anche quando vorrei farla finita. Sei sempre nei miei pensieri, e non riesco a fare a meno di chiedermi perché il destino abbia voluto che io mi innamorassi di te. Scusami, ma non posso fare a meno di amarti».
Nick rimase interdetto, come in un coma temporaneo. Lo guardò con sorpresa, e lo spinse di nuovo in un bacio spingendolo contro il bordo della piscina. Karl fece vagare le sue mani nei suoi capelli. «Mi piaci anche tu, Karl, da matti. Ho sempre pensato di non essere abbastanza per te, che non mi avessi mai notato. Non sai tutte le notti insonni a sperare che tu fossi accanto a me, tutte le volte in cui avrei voluto solo abbracciarti e baciare via le tue lacrime. Il destino ha giocato brutti scherzi ad entrambi, e guarda ora dove siamo arrivati».
Il maggiore fece scontrare le loro bocche ancora e ancora, si potevano udire solo i loro respiri e i dolci suoni che le loro labbra facevano ad ogni scontro. Si strinsero come avevano sognato per mesi, ansimando sotto le terribili sensazioni fisiche dovute all'amore. I loro corpi quasi un'unica cosa erano, tutti e due consumati da un amore considerato impossibile solo dieci minuti prima. Si abbandonarono tra le braccia altrui, le loro lingue si incontrarono. La schiena di Karl si curvò quando il minore lo prese per i fianchi e cominciò a scendere dalla mascella alla spalla, slacciando lentamente la sua camicia. «Fermami, Karl, non ho più il controllo di me stesso» mugugnò sulla sua spalla, affondandogli i denti. «Neanche io, ma è quello il bello di essere innamorati, no?».

Il minore gustò il dolce sapere delle sue carni stringendolo a sé e fremendo sotto i suoi ansimi, racchiuse fra i denti lembi di pelle fin quando non diventarono rossi. «N... Nick...» gemette prendendolo per le gote, cercò un'altra volta la sua bocca. Non riusciva a stancarsi dell'amaro sapore di vodka delle labbra del corvino, quasi gli mancava l'aria ogni volta che lo baciava. «Sei la mia droga preferita, Karl» gli sussurrò baciandogli l'angolo del labbro, per poi guardarlo negli occhi, «Nulla riesce a farmi stare bene come fai tu». Le loro fronti si attaccarono e sorrisero; sotto gli effetti allucinogeni di amore e follia si guardarono per infiniti tempi. «Sei bellissimo» gli disse il maggiore sfiorandogli il viso, «Anche tu». Si persero uno negli occhi dell'altro. Si cercarono e si rincorsero nelle galassie dei cuori loro, come solo due innamorati sapevano fare.
«Alla fine, è stata una bella idea quella di farti venire qui» ammise Nick, mordendosi un labbro. Il più alto legò le gambe intorno al suo bacino e lo guardò con occhi da sfida, «Tu dici?». Risero e si abbracciarono, i loro corpi combaciavano come un puzzle. «Sei davvero speciale per me, Karl». «Anche tu per me, Nick».

La luna li guardava gelosa. Neanche si accorsero della freddezza dell'acqua che li circondava. La musica di sottofondo e la leggera luce dei faretti della piscina creava soltanto più atmosfera, facendo credere ai due che fossero in un sogno. Anime pure che desideravano solo stare fra le braccia dell'amato eran loro, con i sorrisi genuini e gli occhi persi nell'universo. «Non andartene mai, Nick» gli sussurrò, «Non lo farò».
Fecero sfiorare le bocche e rilasciarono un sospiro, per poi riprendere a baciarsi delicatamente. Si goderono la dolce sensazione di due labbra che si toccavano, le salive che si mischiavano fra di loro. Karl gliele morse con possessività. Le mani scorrevano giù e su per i loro corpi roventi attaccati provocando ad entrambi brividi.
Chissà se qualcuno li stava cercando, a loro che consumavano i loro sentimenti in una piscina sotto le stelle. A loro che si amavano semplicemente per com'erano, con i difetti umani e la gelosia e l'ingenuità. A loro che si erano persi ma incontrati sotto bicchieri di alcool.

«Ti amo, Nick».

«Ti amo, Karl».

DRUNK LOVE [Karlnap]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora